Marzo 2003 – Marzo 2015
AI NOSTRI POSTI CI TROVERETE!
Per ricordare Davide “Dax” Cesare, ucciso dai fascisti il 16 marzo 2003. Era la Notte Nera di Milano, prima le lame fasciste, poi i manganelli di polizia e carabinieri.
Per ricordare in modo collettivo, affinché la storia di quella notte appartenga alla città e non solo a chi l’ha vissuta direttamente. L’importanza del lavoro di memoria sta nel rivendicare la verità su quella notte, contro le menzogne di media, questura e magistratura che hanno portato alla condanna di due compagni che vedono pignorato 1/5 del proprio stipendio fino al risarcimento di 130.000 euro a favore di: ministero degli interni, avvocatura dello stato e singoli agenti di polizia e carabinieri.
Ai nostri posti ci troverete
Contro i fascisti che, forti delle coperture finanziarie, politiche e istituzionali, stanno gradualmente guadagnando spazi di agibilità nei territori, rispondendo a un mandato politico preciso: inserirsi sul terreno delle lotte sociali, quali casa, scuola e lavoro con una prospettiva nazionalista e xenofoba. Un esempio tra tutti è la concessione a Forza Nuova di una sede dell’Aler nella meticcia via Palmieri.
Ai nostri posti ci troverete
Per ricordare Carlo, Renato, Nicola, Abba, Modou Samb e Mor Diop .
Per ricordare Davide Bifolco, colpito da una pallottola sparata da un carabiniere, e Riccardo Magherini, picchiato a morte dagli stessi.
Per ricordare Remi, ucciso da una granata stordente lanciata della polizia francese impegnata a reprimere una protesta contro la costruzione della diga di Siviens, in Francia.
Per tutte le persone uccise dal razzismo di Stato negli USA, Michael Brown, Trayvon Martin, Eric Ganer, Rumain Brisbon, Jordan Backer, Ramarley Graham, Antonio Martin, vittime di una violenza di classe, dove la brutalità della polizia si abbatte sistematicamente e impunemente sulla popolazione più povera, composta in gran parte da afroamericani e latinos. Una violenza strutturale, su cui si regge una “democrazia”, quella degli Stati Uniti d’America, fondata sul razzismo e sullo schiavismo.
Per esprimere solidarietà ai compagni del C.S. Dordoni di Cremona, aggrediti da una squadraccia di Casa Pound. Un episodio recentissimo in cui è rimasto gravemente ferito Emilio, un compagno che tuttora si trova in un letto di ospedale.
Per ricordare, nel settantesimo anniversario della liberazione, il sacrificio di tutti quei partigiani e tutte le partigiane che hanno liberato l’Italia dal giogo fascista e nazista, una ricorrenza troppe volte calpestata e tradita.
Ai nostri posti ci troverete
Contro le forze dell’ordine e la politica del manganello che si abbatte su studenti, lavoratori, immigrati e sfrattati. Quando l’esclusione sociale si fa sempre più feroce, lo Stato non esita a esercitare il suo monopolio della violenza contro il dissenso, l’antagonismo e ogni forma di reale opposizione.
Alla repressione nelle strade segue quella giudiziaria, la magistratura apre inchieste, arresta e distribuisce denunce e condanne.
L’ultimo dispositivo messo in campo sono i reati di terrorismo (artt.280, 280 bis, 270 sexies c.p) utilizzato per il sabotaggio del compressore nel cantiere del TAV a Chiomonte. Caduto nella sentenza di primo grado per Mattia, Chiara, Claudio e Niccolò, pende ancora sulle teste di Graziano, Lucio e Francesco, tutt’ora in carcere. Lo stesso reato, è stato utilizzato dalla Procura di Venezia per procedere alla perquisizione della casa occupata ex Ospizio Contarini, all’interno di un’inchiesta per delle scritte su un muro.
Oltre a questi tentativi di creare pericolosi precedenti giuridici, la magistratura continua a reprimere il movimento NoTav e non solo. Si parla di oltre settanta indagati per la resistenza antisfratto a Milano, mentre è da poco arrivato a sentenza il maxiprocesso per gli scontri del 27 giugno e 3 luglio alla Maddalena. Un processo svoltosi al ritmo serrato di due udienze a settimana per quasi due anni, che si è concluso con la condanna di 47 persone a un totale di 142 anni e 7 mesi di reclusione per reati come resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Alla pena detentiva si associa la condanna al pagamento di 150.000 euro in solido come risarcimento alle parti civili. Come per 130mila si tratta di un vero e proprio ergastolo pecuniario, un cappio, a cui si può far fronte solo con la forza della solidarietà.
Ai nostri posti ci troverete a difendere i nostri territori contro Expo2015, la grande fiera privata, piena fino all’orlo di infiltrazioni mafiose, che sta radicalmente deformando la città attraverso speculazioni edilizie che distruggono i quartieri, i parchi, gli spazi che viviamo in un continuo cantiere a cielo aperto.
Una fiera attraverso la quale si sono inaugurati, con la classica scusa dell’”eccezione”, lavoro volontario gratuito e Jobs Act, alimentando la macchina della precarietà che schiavizza intere generazioni.
Ci troverete contro Expo 2015 che si pone come risolutore di problemi legati all’alimentazione a livello globale per essere poi totalmente in mano a multinazionali come CocaCola o Nestlè. Expo che si infiltra nelle scuole attraverso stage e alternanza scuola lavoro e che organizza pomposi convegni con ministri e sindaco in università, la stessa università che può però essere chiusa per 3 giorni quando chi, contrario alla fiera, organizza momenti di confronto.
Ai nostri posti ci troverete a difendere i quartieri popolari dove ogni giorno cerchiamo di tessere relazioni basate sul mutuo soccorso e la solidarietà, dove tempi, capacità e esperienze vengono condivise per creare territori realmente resistenti, in grado di respingere la celere che si presenta nei quartieri come in grado di cacciare fascisti e razzisti che con i più beceri populismi provano a presentarsi nei mercati o fuori dalle scuole.
Territori resistenti contro sfratti e sgomberi che sono un’insulto ad una vita degna, in una situazione di emergenza abitativa insostenibile, dove più di 80.000 appartamenti vengono lasciati vuoti a confronto con le 25.000 famiglie in lista d’attesa; dove Expo permette a suon di milioni la costruzione di grattacieli di lusso con giardini verticali mentre le case popolari crollano in testa ai loro abitanti.
Oggi come dodici anni fa ci troverete nelle strade, pronti a combattere contro razzismo, fascismo e capitalismo, per un mondo senza dominio dove si possa smettere di lavorare per un salario e si cominci a lavorare per una società senza classi, senza ne padroni.