Con questo breve testo di approfondimento, iniziamo a provare a sviscerare alcuni dei meccanismi di funzionamento della produzione di strumenti di morte in italia, con una particolare attenzione a quello che potremmo definire come il primo anello della catena: e cioè quello della ricerca. Pensiamo che questo potrebbe essere il primo di una serie di contributi scritti che ci possono permettere di capire meglio il funzionamento della catena produttiva di sistemi d’arma e di tecnologie di controllo sociale per rendere l’opposizione alla guerra, alla repressione e al militarismo in tutte le sue forme non una semplice testimonianza ma un’opposizione pratica volta a gettare sabbia nell’ingranaggio di questa macchina di morte.
Finmeccanica ha da tempo costituito al proprio interno una struttura che si occupa di ricerca. Questa struttura, chiamata Mindsh@re, raggruppa quelle attività che servono ad anticipare e a definire tendenze e a studiare nuove tecnologie e processi che poi, in un futuro prossimo, porteranno purtroppo a nuovi prodotti. Mindsh@re nasce nel 2003 come organismo di coordinamento fra le ditte del gruppo, le università, e i laboratori che si occupano di sviluppare i nuovi progetti di ricerca dell’azienda. Questa struttura si occupa di capire prima qual è l’indirizzo tecnologico in un determinato settore, ovvero prima che lo facciano le aziende del gruppo, per poi indirizzare la ricerca nei settori che vengono considerati fondamentali per la produzione bellica. Può essere considerato una scatola dove entrano degli imput, che possono provenire dall’esterno ( cioè dal mercato), ma anche dall’interno dei vari complessi universitari o aziendali, per poi elaborare dei prodotti tecnologici utilizzabili poi nei prodotti. Al vertice di Mindsh@re c’è quello che viene chiamato “ L’innovation board”, cioè l’organismo di vertice composto da tutti i responsabili tecnologici delle aziende del gruppo ( sia le controllate che quelle direttamente acquisite da Finmeccanica) e da tutti i direttori dei comparti “ ingegneria, ricerca e sviluppo” delle aziende. Ma il cardine di questo ente è rappresentato dalle “ comunità tecnologiche”, che sono delle reti temporanee composte da ricercatori delle aziende, università e laboratori privati, al cui vertice troviamo un “ tutore” appartenente all’ “ Innovation board”, che lavorano sulla creazione di tecnologie o processi considerati di volta in volta strategici dall ‘ “ Innovation board”. Conseguentemente, la loro natura è di essere una struttura di rete fluida e temporanea, che opera normalmente per 2-3 anni per poi essere chiusa una volta che la tecnologia è matura e acquisita dalle aziende. Una volta chiusa una “ comunità”, il personale che la componeva viene solitamente acquisito come dipartimento specializzato su un’area tecnologica da una delle aziende di Finmeccanica. Un esempio è quello che è accaduto alla “ comunità tecnologica Homeland security”, nata nel 2008 e chiusa recentemente ed ora passata come gruppo di ricerca in pianta stabile di “ Selex ES”. Le “ comunità tecnologiche”, come tutto Mindsh@re, hanno rapporti strettissimi con il mondo universitario. Le tre università di Roma, quella di Napoli, di Pisa, di Trento, e il CNIT ( Consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni) sono gli atenei o i gruppi di atenei più importanti per la loro organicità in Mindsh@re. Alle collaborazioni con l’accademia sui singoli ambiti di ricerca, si sommano gli accordi per la creazione di laboratori pubblico-privato ( attualmente sono una decina), ovvero queste strutture attraverso accordi quadro e bandi ad hoc, consentono ad un dottorando o ad un borsista di svolgere il 50% della propria attività di studio e di ricerca in Finmeccanica. Per fare un esempio, di fondamentale importanza per l’attività del gruppo, è il laboratorio presente all’interno del Politecnico di Torino, che si occupa di proprietà intellettuale e di “ patent intelligence”, ovvero di quell’attività dedicata al monitoraggio del panorama internazionale dei brevetti che serve per capire a Finmeccanica se un’area tecnologica è emergente oppure no, e se occorre investirci. Attualmente le “ comunità” operative sono 7 ( Radar/ Advanced materials and Enabling technologies E3 ( Engineering Effectiness and Efficienty/ Processi di ingegneria/ Simulation for Experimentation and Test Evaluation and Training ( SET 2)/ Software/ Intellectual Property ( IP)/ Autonomous System/). Ogni “ comunità” è suddivisa al suo interno in vari “ focus group” che sono il vero motore della struttura, essendo dei gruppi tematici che affrontano i dettagli di ogni tecnologia. Vediamo brevemente alcune di queste “ comunità tecnologiche”:
- Radar: è la più vecchia ed ancora operativa delle “ comunità”, visto il settore di ricerca sensibile sul quale lavora. Attualmente lavora sulle frequenze radar che siano in grado di scoprire bersagli considerati “ stealth” ( cioè “invisibili” ai radar normali). Attualmente un “focus group” ( Embedded processors and advanced alghoritms” sta lavorando per ottenere fasci di radiazione equivalenti “ adattivi” all’ambiente sotto osservazione di un radar, cioè capace di rilevare i segnali utili ( leggi bersagli) in presenza di disturbi intenzionali provenienti da più direzioni.
- Set 2: Dedicata alla creazione di simulatori per mezzi militari.
- Sistemi autonomi: è l’ultima nata. Si occupa di robotica e di domotica, ed è non a caso, una vecchia branca della comunità “ Homeland security”. Sta lavorando sullo studio degli “ snake” ( sistemi robotici che possono operare e muoversi in ogni contesto, e, grazie a sniffatori e a sensori di nuova generazione, possono condurre campionature e rilevazioni del terreno e degli edifici a loro circostanti). Un altro settore è quello “umanoide”, con la collaborazione dell’ Istituto Italiano tecnologia di Genova, riguardante lo sviluppo di bracci robotici assimilabili a quelli di un essere umano.
- Software: nata nel 2010, lavora sullo sviluppo dell’ “ open source” FIN.X -RTOS , ovvero su un “Linux “modificato, che è già il sistema operativo standard per le applicazioni adottato da tutto il gruppo Finmeccanica e dai gruppi di ricerca ad esso collegati.
- E3: nata nel 2013, si occupa di definire dei processi standard di riferimento per i comparti di ingegneria.
- Materiali: si occupa dello sviluppo di nano materiali e sullo studio della fotonica. Attualmente lavora sulle vernici radar assorbenti.
- IP: si occupa della cosiddetta “ proprietà intellettuale”, ed è fonte di ricavi per la cessione di brevetti ad aziende non concorrenti, soprattutto piccole appartenenti alla filiera produttiva di Finmeccanica, o a start-up ( cioè aziende create dagli atenei) universitarie legate al gruppo industriale.