Cariche a freddo questo pomeriggio, giovedì 11 giugno, in Sardegna nei pressi dell’aereoporto militare Decimomannu. Centinaia le persone che hanno raccolto l’appello della rete “No basi né qui né altrove”. Obiettivo:chiudere tutte le basi militari sull’isola e l’aereoporto stesso.
Una mobilitazione antimilitarista partita questa mattina da Cagliari, dove non sono mancate le provocazioni della polizia che ha perquisito numerosi studenti che si trovavano in stazione centrale. Il corteo, partito dal parco Santa Greta, ha quindi raggiunto l’aereoporto militare, qui poco dopo le cariche nei confronti dei manifetsanti che stavano scuotendo le reti di recinzione della base militare contro la quale si sono mobilitate oggi numerose realtà politiche e sociali dell’isola.
Una mobilitazione che ha già ottenuto un importante risultato: l’annullamento della Starex, la più importante esercitazione aerea che si svolge in Sardegna; decine di velivoli prevalentemente dell’aeronautica militare italiana e tedesca, che decollano dall’aeroporto militare di Decimomannu per allenarsi alla guerra nei poligoni di Teulada, Capo Frasca e Quirra. In passato le esercitazioni Starex, Spring Flag e Star Vega prepararono la NATO agli attacchi in Afghanistan, Iraq e Libia e diedero ampio spazio alle forze aeree israeliane, di cui conosciamo bene i misfatti nella Striscia di Gaza e in Libano.
La scorsa settimana in un comunicato l’ufficio stampa dell’aereonautica militare aveva annunciato che non ci sarebbe stata nessuna esercistazione militare internazionale della Nato in Sardegna in quanto “non sussistono le condizioni per operare con la serenità necessaria per attività di tale portata e complessità, che coinvolgerà tutte le aeronautiche dei Paesi NATO”