Forlì | Repressione – Momenti concitati al banchetto solidale contro i fogli di via

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Volantino distribuito nel corso dell’iniziativa

Mercoledì 10 giugno, serata davvero estiva, perfetta per stare in strada.

Iniziano come già in anni passati, i così detti “mercoledì del cuore” a
Forlì: la piazza e le vie del centro sono piene di gente che quasi non
sembra la stessa Forlì.

Un gruppo di amicx si ritrova con un tavolino pieno di cibarie e
volantini a dare un tocco diverso alla serata: nessuna logica
commerciale, nessun prodotto esposto, solo idee da condividere contro
l’apatia del tutto-in-vendita; nessun permesso burocratico ne voglia di
averne.

Due striscioni appesi a delle grondaie attraggono l’attenzione dei passanti.

Sfortunatamente oltre all’occhio delle persone che passeggiano anche la
solerte municipale adocchia i lenzuoli colorati a bomboletta spray.

Uno recita “al mondo esistono solo due razze, chi sfrutta e chi è
sfruttatx: contro ogni razzismo e autorità!”, l’altro “non lasciamoci
sottrarre spazi con la scusa del degrado: la città a chi la vive”.

I vigili si accostano al banchetto.

Inizia il solito teatro di richiesta di rimuovere gli striscioni perché
“affissi su un palazzo storico” e al rifiuto del gruppo parte il
carosello di richiesta documenti, minacce di multe e sanzioni.

I documenti non piacciono a nessunx lì al banchetto: abbiamo volti e
personalità che non sono riassumibili in una schedina magnetica o pezzo
di carta e dare le generalità nemmeno…la mamma ci ha sempre insegnato a
non dare confidenza agli sconosciuti in divisa.

Il vigile fotografa gli striscioni. Si confida con la ricetrasmittente
per sapere cosa fare: ordini, ordini, ordini. Arrivano i rinforzi.
Polizia di Stato. Poi un’altra volante di municipale.

Gli sbirri con la divisa blu scuro ovviamente fanno valere il loro
maggior grado gerarchico sui colleghi dall’azzurro sbiadito e “esigono”
documenti e nomi.

La gente al banchetto continua a bere birra, ridere e scansare i viscidi approcci dei tutori dell’ordine.

Una folla di persone si accerchia attorno al carrello che ora vede un
nutrito gruppo di poliziotti/e alle prese con sei, sette ragazzx che
fanno inusuali discorsi sul “non riconoscere l’autorità che
rappresentano i vostri distintivi/divise/ordini/facce/gradi…”

Uno dei poliziotti ce l’ha parecchio con un ragazzo che non vuole dargli
nome e cognome. Lo prende per la maglia e per le braccia, lo strattona.

Gli amici si stringono attorno al ragazzo e cercano di andarsene tuttx
insieme da quella brutta gente che ha reso oramai l’aria di quel cantone
di Piazza Saffi piuttosto pesante.

Lo sbirro non demorde, è in gioco il suo ruolo e il suo onore: tira e colpisce. Alza la voce ed “esige” rispetto e obbedienza.

Nei minuti che seguono c’è un girotondo di spintoni, strattonamenti vari
e alcunx ragazzx iniziano a gridare alle gente attorno, che ora è così
numerosa da intasare il traffico pedonale di corso Garibaldi, che la
polizia li sta aggredendo non per due lenzuoli appesi, ma per aver
sfidato la loro autorità. Per non aver obbedito. E prima ancora di tutto
questo, per continuare da anni a portare in strada controinformazione
ed idee scomode a chiunque eserciti il potere.

Nella concitazione generale il ragazzo, primo bersaglio del poliziotto,
scompare tra la folla e a quel punto il birro non ci vede più e afferra
alle spalle un altro dei ragazzi girandolo a se, stringendogli la mano
al colletto della t-shirt serrando il pugno guantato come se dovesse
strizzare uno straccio bagnato.

“Ora te vieni in Questura…l’hai fatto scappare eh?! Adesso paghi te per tutti e due!”.

Alcuni minuti tra urla e minacce di denunce, fermi, ammanettamenti e arresti addirittura.

Alla fine, a fronte della ferma resistenza al non muoversi dalla piazza
di tuttx compagnx, lo sbirro riceve un nominativo contro il quale dice
che sporgerà denuncia per rifiuto di fornire le generalità e resistenza a
pubblico ufficiale.

Tutto questo per due striscioni?

Certo che no. È per la presenza scomoda in una città totalmente
pacificata di chi desidera ancora portare conflitto e contro cultura, di
chi non si rassegna a lasciare il monopolio del centro alle auto delle
forze dell’ordine di pattuglia, la xenofobia dei politicanti, e le
vetrine scintillanti dei colossi del lusso come eataly.

E non potevate togliergli gli striscioni? Alla fine sono stati comunque tolti!

Sì, certo, si sarebbe potuto. Ma se è vero che ogni grado di libertà che
abbiamo è stato conquistato, allora è altrettanto vero che è
fondamentale ogni momento in cui si resiste al tentativo di sopprimere
degli spazi o dei mezzi di comunicazione (come nel caso di uno
striscione).

Contestualizzando al tempo e al luogo ognunx sceglie il metodo che più lo rappresenta.

Contrastare le ordinanze antidegrado che proibiscono tutta una serie di
comportamenti nel centro storico è fondamentale per far sì che le nostre
vite non siano sempre più legiferate, controllate e represse, modellate
secondo i canoni benpensanti delle autorità e dei ricchi che le
finanziano.

RILANCIAMO PER IL PROSSIMO MERCOLEDì, 17 GIUGNO UN MOMENTO DI
CONVIVIALITA’ APERTA A CHIUNQUE NON VOGLIA RASSEGNARSI ALLA CITTA’
“PRECONFEZIONATA”.

CONTRO I FOGLI DI VIA, CONTRO L’ARROGANZA DELLA POLIZIA, CONTRO LA MORALE BORGHESE ANTIDEGRADO: STESSO POSTO STESSA
ORA CI TROVERETE…

PIAZZA SAFFI, ORE 21:00, AI PIEDI DELLA STATUA DEL VECCHIO AURELIO

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