Nella giornata di ieri, domenica 9 agosto, nel centro di Belfast ha siflato un’imponente marcia repubblicana organizzata dalla “Anti-Internment League” per ribadire l’opposizione alle pratiche di internamento e di tortura dei militanti indipendentisti nordirlandesi. La parata è nata alcuni anni fa con l’intento di ricordare l’introduzione della pratica dell’internamento senza processo nell’agosto del 1971: questa prevedeva infatti che si potessero fermare e arrestare presunti terroristi senza stabilire un processo, ma venne ufficialmente messa al bando nel 1975.
Di diversa opinione le organizzazioni repubblicane promotrici della manifestazione di ieri pomeriggio, che affermano – a ragione – come tale politica venga adottata ancora oggi all’interno dei tristemente noti carceri di Maghaberry e Hydebank. Tra le migliaia di adesioni al corteo (si parla di almeno 5000 partecipanti) spicca quella del collettivo “Roe 4 Republican Political Prisoners” composto da detenuti nel carcere di Maghaberry che, invitando tutti i repubblicani irlandesi a partecipare alla marcia, hanno dichiarato: “Questa lotta è una lotta repubblicana contro le politiche della Gran Bretagna. Si tratta di uno sfrozo che richiede la coesione e l’impegno di tutti per garantirne il successo […] Nessuno, nemmeno il governo britannico può contrastare una così determinata prova di resistenza”.
La manifestazione nelle scorse settimane era infatti stata boicottata a più riprese dai quasi tutti gli esponenti politici nordirlandesi e, in particolare modo, dalle organizzazioni lealiste. Inizialmente la Commissione Parate aveva stabilito che la marcia dovesse partire verso il centro di Belfast alle 13:30, ma gli organizzatori avevano promesso di sfidare la sentenza muovendosi alle 14:30 come da loro previsto. Ben tre contro-parate lealiste sono stati inoltre autorizzate lungo il percorso della Anti Internment League’s National March; poco dopo la partenza di quest’ultima, come prevedibile, alcune decine di orangisti hanno così tentato un attacco contro i repubblicani lanciando diversi fuochi d’artificio.
Intorno alle 16,30 la parata è stata quindi bloccata dagli agenti in assetto antisommossa della PSNI all’angolo tra Oldpark Road e Rosapenna Street. In tutta risposta centinaia di giovani hanno iniziato a lanciare sassi e bottiglie – anche salendo sui tetti delle case limitrofe – contro i cordoni di polizia. Pochi minuti dopo sono iniziati i primi lanci di bottiglie molotov, che sono esplose nei pressi delle Land Rover della PSNI, costringendola così ad utilizzare gli idranti per cercare di neutralizzare gli attacchi dei giovani repubblicani. Per le due ore successive gli elicotteri della polizia hanno continuato a volare sopra il cielo di Belfast mentre gli scontri si susseguivano ininterrottamente.
In tarda serata sono giunte le consuete condanne dell’opinione pubblica, tra le quali quella di Martin McGuinness, ex militante dell’IRA e artefice dell’Accordo del Venerdì Santo nelle fila dello Sinn Fein, ad ennesima riprova di come la deriva politicista di alcune “vecchie glorie” dell’indipendentismo nordirlandese li abbia definitivamente allontanati dagli umori di una fetta non indifferente del movimento repubblicano. Per tutti coloro che, al contrario, hanno partecipato alla marcia dall’inizio alla fine resta la consapevolezza di essere riusciti in una grande prova di forza e determinazione.
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