Turchia: attacchi contro polizia e ambasciata USA a Istanbul

 

Sultanbeyli'de, Fatih Polis Merkezine düzenlenen bombalı saldırıda 5 polis memuru ve 2 vatandaş yaralandı. Olay yeri inceleme ekipleri çalışmalarını sürdürüyor.  (Ahmet Dumanlı - Anadolu Ajansı)

AGGIORNAMENTI

ore 11.15 – POLIZIOTTO UCCISO DURANTE I RILEVAMENTI

Un poliziotoo, Beyazit Ceken, è morto stamattina colpito dal fuoco aperto dal gruppo responsabile dell’attacco alla stazione di polizia a Istanbul. Stava compiendo rilevamenti.

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Notte di violenze ad Istanbul, inevitabilmente investita dalle tensioni provocate dalla riapertura da parte di Ankara del conflitto con il Pkk: due persone armate hanno aperto il fuoco fuori dal consolato statunitense, dopo che una bomba era esplosa davanti una stazione di polizia. Un kamikaze all’interno di un veicolo imbottito di esplosivo si è fatto saltare in aria nel distretto di Sultanbeyli.

Sarebbero 10 le persone ferite nella prima esplosione, tra loro tre funzionari di polizia. Nell’attacco al consolato nessun ferito, ma secondo le voci che si stanno susseguendo in queste ore due sospettati sarebbero stati uccisi a Sultanbeyli durante scontri con la polizia. Una donna, sospettata dell’assalto al consolato, è stata arrestata stamattina.

Per ora non è chiaro quale gruppo sia dietro la doppia operazione, se il movimento kurdo o lo Stato Islamico, entrambi target (il primo in modo molto più consistente del secondo) dalla strategia della paura di un Erdogan uscito indebolito dalle elezioni del 7 giugno. Dal 26 luglio la tregua, voluta e rispettata per due anni e mezzo dal Pkk, è finita: nel nord dell’Iraq i jet turchi hanno avviato una dura campagna aerea contro postazioni kurde (uccidendo almeno 390 combattenti), mentre il sud della Turchia è infiammato da attacchi dei combattenti kurdi e dalla repressione turca che ha già messo le manette ai polsi a oltre mille persone, per lo più membri del partito di sinistra Hdp e sospetti membri del Pkk. Pochissimi i miliziani dell’Isis arrestati.

Sabato nel governatorato di Mardin, un gruppo armato del Pkk ha aperto il fuoco contro una pattuglia della polizia turca, uccidendo un poliziotto e ferendone un secondo. Sale così a 23 il numero di membri delle forze armate turche uccisi in azioni del movimento kurdo.

Alla rinnovata politica della paura rilanciata dal partito del presidente Erdogan, l’Akp, risponde la base, la società civile: ieri migliaia di persone sono scese in piazza nel centro di Istanbul in una grande manifestazione per la pace. La marcia, organizzata dal Peace Bloc, federazione che tiene insieme circa 80 associazioni turche, voleva ricordare e commemorare la morte di 32 attivisti turchi nell’attacco suicida compiuto dall’Isis a Suruc il 20 luglio.

Alla manifestazione ha preso parte anche il leader dell’Hdp, Selahattin Demirtas, nemico politico numero uno di Erdogan. Tanto pericoloso da attirare non solo le attenzioni del presidente – che ha chiesto al parlamento di sospendergli l’immunità parlamentare – ma anche quelle della magistratura che ha aperto contro di lui un fascicolo. Rischia oltre 20 anni di carcere, dietro l’accusa di aver armato e istigato alla violenza i manifestanti che lo scorso anno sono scesi in piazza in solidarietà con Kobane.

Da Nena News