L’assoluzione di quattro degli imputati per il processo del corteo del 15 ottobre ha portato all’accusa di falsa testimonianza contro un agente di polizia. Sono in effetti emerse numerose incongruenze e palesi menzogne nel verbale che accompagnava l’arresto di quattro ragazzi che avevano partecipato al corteo dell’autunno del 2011 durante il quale migliaia di giovani si erano scontrati con la polizia fino a notte fonda.
Grazie ad alcuni video e alle testimonianze dei passanti è stato possibile ricostruire che l’agente in questione si è inventato un manico di piccone nelle mani di un manifestante e un immaginario cambio di vestiti. Insomma, una fortunata coincidenza ha permesso, per una volta, di ricostruire le panzane delle forze dell’ordine. Un evento più unico che raro, visto il totale arbitrio con cui la polizia redige i verbali d’arresto, che assumono spesso le sembianze di mal riuscite composizioni letterarie, quando non si arriva direttamente alle prove inventate contro i mostruosi black-bloc (do you remember moltov Diaz® ?).
Intanto giovedì prossimo si riapre la requisitoria del PM Minisci per la seconda parte del processo nel quale l’accusa cercherà di ascrivere quella giornata di rivolta a una questione di “devastazione e saccheggio”, dopo che a giugno la cassazione aveva confermato le pesanti condanne contro Davide, Cristian e Mauro, riportando di nuovo Davide dietro le sbarre.
IL 15O C’ERVAMO TUTT*! VOGLIAMO TUTT* LIBER*!
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