L’onore ed il prestigio

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Un compagno è stato denunciato, perché nel corso di un presidio fuori le mura del carcere di Lanciano, secondo i controllori, proferiva parole che offendevano “l’onore ed il prestigio” del corpo della polizia penitenziaria. Poco importa se quelle frasi, riportate qui sotto, siano state dette da un singolo compagno o da più persone presenti al presidio, quel che importa è che tramite i presidi che furono fatti in quei mesi, la voce e le proteste dei detenuti uscirono fuori le mura del carcere lancianese.

Ci ricordiamo infatti l’attenzione che suscitò la protesta dei detenuti ed arrivò alle orecchie dei più, e ciò grazie ai presidi di solidarietà, alla corrispondenza ed al sostegno che in quei giorni (ma anche prima ed anche dopo) i solidali diedero loro. Qui potete leggere alcune lettere giunte in quei giorni (cartolina; lettera; un’altra risposta dal carcere; un’altra lettera). Con buona pace di chi cercò di cavalcare quella protesta che ebbe voce, lo ripetiamo, solo perché qualcuno appoggiò le rivendicazioni dei carcerati, i quali parlarono della loro mobilitazione attraverso lettere spedite ai solidali.

Per questo oggi, leggere ad esempio: “le guardie quelle bastarde non vi fanno arrivare le lettere” o “lo sappiamo che le guardie lì dentro vi cacano il cazzo se ci rispondete“, ci fa sorridere. Perché sappiamo che è verità!
Perché sappiamo che non c’è nessun onore e nessun prestigio nel fare il secondino!
E se qualcuno o qualcuna ha detto quelle frasi, ha detto solamente la verità!
E con queste verità, con la costante corrispondenza e con la presenza solidale di quei giorni, son stati scaldati i cuori dei reclusi, che han potuto far sentire la loro voce fuori dalle celle dove sono segregati.

L’onore ed il prestigio