Questa volta il pm si è contenuto: solo 1 ora e 1/2 di requisitoria.
Un’ora e mezza in cui ci ha resi e rese partecipi di immagini video davvero “interessanti”: il concerto di Vasco Rossi, un corteo durante un conclave, una partita di calcio inframezzati da immagini della manifestazione del 15 ottobre, inclusa quella grazie a cui Francesco è stato riconosciuto: alcuni manifestanti (…compagni…) lo smascherano nel mezzo degli scontri di via Labicana permettendo così alla Digos di individuarlo.
Chiunque di noi, dei pochi presenti a questa ennesima giornata di ipocrisia e vendetta, ha potuto realizzare quanta idiozia fosse insita in quella requisitoria. La sensazione generale è stata quella di assistere ad una pessima fiction.
Quanta arroganza, inoltre, nella difesa delle parti civili che, a voce bassa, rivendicavano l’immagine violata di una Roma Capitale e di aziende quali l’AMA e l’ATAC, dall’evolversi della manifestazione del 15 ottobre. A voce bassa eppur senza vergogna. Quasi che i miliardi fatti a spese degli immigrati, a spese della salute e della vita delle persone fossero questioni di normale amministrazione.
E probabilmente è proprio così: sono proprio cose di normale amministrazione per questi mercenari al soldo dei potenti.
Per non parlare, poi, dell’avvocato del ministero degli Interni che allertava la corte del serio pericolo per la stessa sopravvivenza della democrazia, data dalla paura dei cittadini di scendere in piazza per manifestare pacificamente. Paura causata dalla violenza dei…manifestanti, ovviamente! L’ha chiamato “un trend” degli ultimi anni. Ci sarebbe quasi venuto di porle la fatidica domanda: “E secondo lei, egregio avvocato, perché la gente scende in piazza e si incazza?” Inutile naturalmente, perché le macchine volte a far soldi non solo non hanno un anima ma neanche capacità di riflessione.
E l’hanno sparata grossa questi pavidi: milioni di euro chiesti come risarcimento di cui buona parte in provvisionale. Il che significa che chi viene condannato dovrà risarcire parte dell’intero ammontare senza dover aspettare i canonici tre gradi di giudizio.
Le condanne richieste, invece, superano in totale i 100 anni di galera.
Perfino per Leonardo Chucky Vecchiolla, giovane compagno suicidatosi lo scorso anno, la Procura chiede 7 anni salvo concludere con la fredda formula “Pena estinta per decesso”.
Scatta la rabbia e gli insulti verso Tribunale e PM, la seduta è sospesa, una compagna è espulsa dall’aula.
Una manciata di solidali in aula, un’altra manciata in presidio fuori.
Eppure si era in centinaia e centinaia quel giorno a fronteggiare le guardie, a esprimere la nostra rabbia per chi ci vorrebbe impegnati quotidianamente e a 360 gradi in un sopravvivere fatto di nulla o, peggio, di sole nocività.
Eppure ancora si grida “la solidarietà è un’arma”. Forse, però, ci si riferisce ad armi scariche e in disuso da tempo, arrugginite dal pantano delle rassegnazione.
Ci rimangono solo vuoti slogans….
Così ci si avvia verso l’epilogo del primo grado di giudizio del processo per devastazione e saccheggio e tentato omicidio per i fatti del 15 ottobre 2011.
La prossima udienza è fissata per il 29 ottobre giorno in cui inizieranno le difese.
E quella manciata di compagni sarà ancora presente per continuare ad essere solidali verso chi sta rischiando anni e anni di galera.
Perché stare insieme nelle lotte significa SEMPRE andare e tornare assieme!
Rete Evasioni