Da questa mattina è scaduto l’ultimatum dato dal sindaco di Bologna Merola ad Atlantide, realtà ospitata nel cassero di Porta Santo Stefano impegnata da anni nelle lotte sul versante dei diritti civili e della comunità lgbtq.
Dopo anni di trattative condotte dallo stesso Comune per via dell’assessore alla Cultura, la scorsa settimana un inaspettato messaggio del sindaco ha intimato agli occupanti di lasciare lo spazio entro le 8 di questa mattina pena lo sgombero. In un’intervista di qualche ora dopo, lo stesso sindaco si è espresso parlando di una fantomatica “lobby gay” dietro la volontà del collettivo di non lasciare alla polvere (come già accaduto numerose volte in passato dopo sgomberi) gli spazi che ne ospitano i progetti politici e culturali.
Di conseguenza questa mattina Atlantide ha lanciato una prima colazione resistente, chiamando a raccolta tutti i solidali per dare sostegno a questa decennale esperienza di lotta. La decisione è arrivata dopo un’assemblea pubblica tenutasi ieri sera al Centro delle Donne e si è applicata questa mattina in un clima di pioggia battente con cori, canti e cartelli che invitavano alla difesa del progetto di Atlantide.
Tante realtà cittadine hanno portato il proprio contributo fino alle 9,30 circa, quando il presidio si è sciolto prendendo atto della mancata messa in atto dello sgombero. Nei prossimi giorni proseguiranno le iniziative per difendere Atlantide e ciò che rappresenta per la città.
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