Il tempo decalato
dolce, lento e ingannevole
che assopisce le coscienze.
Il tempo rude
pressante e senza maschere,
che esige risposte.
Stretto tra alterni tempi,
l’uomo dignitoso
si chiude in silenzio.
I metronomi del potere,
nei recinti delle catalogazioni,
propongono archiviazioni del passato.
Esigono segni, parole, presenze sconfitte,
per seppellire per sempre
l’antichissima storia della rivolta.
Tempo della dissociazione
tempo dell’irriducibilità
tempo di dignitoso silenzio.
Chi non parla non esiste.
Ma è desiderabile esistere
per questi catalogatori
delle pulsioni sovversive?
ANDATE TUTTI A FARVI FOTTERE!
Horst, maggio 1987