Il primo maggio 2015 le strade di Milano brulicavano di partecipanti alla manifestazione per la Giornata Internazionale dei Lavoratori, avente come bersaglio l’EXPO 2015. Il governo Renzi aveva investito molto in questa esposizione per proiettare da una parte un’immagine di “sviluppo” e dall’altra per intensificare lo sfruttamento delle classi subordinate nel nome di tale sviluppo. La partecipazione massiccia ed il carattere conflittuale della manifestazione hanno gettato l’Italia nello scompiglio, con il primo ministro a parlare di “teppistelli figli di papà”. Il giorno successivo alla manifestazione, la polizia italiana ha effettuato cospicui arresti, inclusi 14 greci che avevano appena lasciato un centro sociale a Milano. Sono stati rilasciati dopo molte ore di detenzione, senza la presenza di un interprete.
Sei mesi dopo, la polizia greca ha invaso le case di 5 persone tra quelle che vennero precedentemente arrestate, dando esecuzione ad un mandato di arresto europeo emanato dalla procura di Milano alle autorità greche, richiedendo la loro estradizione in Italia ed il loro interrogatorio con le accuse di aver preso parte agli scontri. I soggetti del mandato sono comparsi davanti al procuratore che li ha rilasciati provvisoriamente fino all’udienza del Tribunale del Riesame che deciderà se rendere esecutivo il mandato o meno. In caso di loro estradizione in Italia, c’è il rischio tangibile di detenzione nelle prigioni locali, con la legge Italiana che non definisce gli estremi del periodo di detenzione prima del processo!
Tutte le persone arrestate sono note per il loro impegno in numerose lotte sociali, movimenti studenteschi, assemblee di quartiere e vertenze operaie. Sulla loro pelle, lo stato italiano cerca di costruire la narrazione dei “provocatori internazionali”, quindi tentando di sminuire il forte movimento antagonista esistente – e provando allo stesso tempo di terrorizzare la cooperazione internazionalista dei movimenti, divenuta negli scorsi anni un dato di fatto in rapporto a lotte come il NO TAV, la battaglia contro le miniere d’oro a Skouries, la ZAD, ecc. Il mandato di arresto europeo è un pilastro chiave per il credo della “sicurezza” che sta venendo utilizzato in misura sempre maggiore negli ultimi anni per perseguire lotte e convinzioni politiche. Tuttavia, questa è la prima volta che si richiede allo stato greco di estradare cittadini greci tramite questo processo.
La lotta contro l’estradizione dei nostri compagni è di cruciale importanza, considerando che diverrebbe un punto di riferimento ed un precedente per future lotte a livello europeo. Affrontando la legge penale del Nemico che sta venendo implementata in misura sempre maggiore nelle leggi e nelle pratiche degli stati europei, invocando il terrorismo e “l’estremismo violento”, dobbiamo a noi stessi mostrare la nostra compatta solidarietà a livello locale ed internazionale per opporci al totalitarismo europeo in ogni maniera possibile.
NO ALL’ESTRADIZIONE DEI NOSTRI COMPAGNI
SOLIDARIETA’ CON GLI INDAGATI PER GLI EVENTI DI EXPO IN GRECIA ED IN ITALIA
Invito a:
1) Un presidio all’Ambasciata Italiana martedì 24 novembre alle 18:00
2) Un corteo nel giorno europeo di solidarietà con gli arrestati della manifestazione NO EXPO da tenersi a Piazza Monastiraki sabato 28 novembre, alle ore 12:00.
Movimento Antiautoritario di Atene