Erano stati annunciati e puntualmente, chiuso il gran baraccone di Expo, arrivano nuovi arresti e perquisizioni per la manifestazione del Primo maggio di Milano, con l’accusa di devastazione e saccheggio. A oggi quattro compagni sono in carcere a Milano, altri sono indagati a piede libero, mentre per cinque greci è stato spiccato un mandato di cattura europeo: un’enormità che si aggiunge allo sproposito delle accuse.
Ma il diritto è una scienza a passo variabile e la solidarietà talvolta è in grado di limitarne l’incedere. In Grecia la solidarietà nei confronti degli inquisiti è immediata e i giudici ellenici ritengono che, “all’evidenza dei dati forniti dalla questura italiana”, la carcerazione sia misura cautelare eccessiva e, in attesa della decisione in merito all’estradizione, appioppano ai compagni greci l’obbligo di firma. Alla singolarità di un mandato di cattura europeo corrisponde una solidarietà che vorrebbe valicare i confini nazionali.
In vista della mobilitazione di sabato 28 novembre 2015, una corrispondenza su questa vicenda con un compagno dell’assemblea popolare di Aghia Paraskevi (Atene).