FRANTI – PERCHE’ ERA LI’. Antistoria da una band non classificata. A cura di Cani Bastardi. Pagine 320. Ill. DVD allegato in omaggio
Una non storia di una folk rock punk hardcore band
“Tutti si voltarono a guardar Franti. E quel infame sorrise” (Edmondo De Amicis)
Nel settantasei tre studenti a Torino mettono su un complesso.
Lo chiamano Franti, bastardi loro, bastardo lui, suonano mettendo dentro tutto quello che incrociano, musiche, poesie, film, cartoni animati, cortei, gioia, rabbia, camionette della polizia, sassi volanti, lacrimogeni, gonne a fiori, capelli lunghi, Pavese,
Dostoevskij e Che Guevara. Altri si uniscono, altri se ne vanno, ma sempre avanti a scrivere canzoni, incidere dischi, suonare dal vivo, non solo per portare avanti l’idea della libertà e dell’indipendenza, ma per vivere, vivere la musica, e vivere la vita, senza forzature e senza scadenze. Franti diventa una formazione variabile che sperimenta varie forme espressive senza nessuna concezione o reverenza verso qualunque stile o moda. Come dicono loro: “Noi siamo un gruppo musicale autonomamente definitosi, nella misura in cui reputiamo la cultura antagonista nei contenuti e, soprattutto, nelle forme uno specifico motore rivoluzionario del movimento. Pensare, discutere, suonare, scrivere, sperimentare cose che hanno sempre fatto parte del nostro modo di essere come collettivo di persone, in questi anni fuori da ogni business e logica di mercato.”
Perché era lì Franti è un libro che parla della band, ma non solo, parla di anarchia, di montagne ribelli, dell’India misteriosa, di posti occupati, di lunghi viaggi in macchina, di sogni, di suoni che scorrono tra le parole stampate, che rimbalzano sui due punti, si insinuano tra le virgolette; ogni tanto esce tra le righe la voce di Lalli e, se non ti soffermi troppo sulle immagini, il sax di Stefano ti fa voltare pagina, mentre basso e batteria di Massimo e Marco ti cullano. Se ti soffermi a pensare ad occhi chiusi quello che hai letto e infine se provi a chiudere il libro la chitarra di Vanni te lo impedisce mentre Toni Ciavarra sorride dall’alto.
FRANTI perché era lì
Franti è il nome di un gruppo musicale attivo a Torino e in Italia nella prima metà degli anni 80.
Alla sua dissoluzione/rinascita/scomparsa/metamorfosi (1986) i componenti hanno continuato a suonare, alcuni fino ai nostri giorni, alcuni collaborando tra di loro.
Franti è stato un gruppo di artisti ma anche no. Un gruppo di estremisti poetico/sonoro ma anche no. Un gruppo Punx ma anche no. Un meteora? No, questo proprio no. Dall’interno del vorticante Movimento 77, migliaia e migliaia di vite, passioni, sogni, battaglie, sconfitte e silenzi hanno preso forma di canzone, la composizione collettiva di una generazione. Ve ne sono state molte di queste creazioni collettive e, artisticamente parlando, forse migliori e sicuramente più rinomate di Franti. Ma Franti è stato sempre un NON CLASSIFICATO, come il personaggio deamicisiano dal quale prende il nome e come recita il sottotitolo di questo libro/DVD, “Perché era lì”.
Franti è un nome piuttosto conosciuto, tra gli amanti di Rock/Punk/ControCultura Italiana. Va detto però che il numero di persone che ancora oggi condivide questa passione, questa comunanza poetica/musicale/politica con Franti è piccolissimo, una minuscola frazione. Franti ha venduto pochi LP, pochi CD, fatto pochi concerti, poca visibilità sulle riviste patinate. Franti è stata una emozione profonda incastonata nei feroci anni 80 (feroci quando i 90, 00, 10: si chiama “Capitalismo vs. Libertà”, baby), espressione libera della propria generazione e di quelle successive. Di una parte minimale certamente, ma sonoramente la più vitale, la più irriducibile. Lalli, la voce cantante di Franti, spesso dal palco amava ripetere “Il fiato che scorre in queste canzoni è il vostro fiato”, senza fare differenze tra chi metteva bacchette e chitarre là sopra il palco e chi metteva cuore, orecchie e la sua vita tutt’intera là sotto.
“Perché era lì” non è un libro “sui” Franti: piuttosto un libro “da” Franti, alla moda di Franti. L’alpinista e esploratore George Mallory alla domanda “Perché Lei vuole scalare l’Everest?” pare abbia risposto al giornalista: “Perché è lì!”. Franti sta scendendo a valle da 30 anni, insieme a moltissimi fratelli e sorelle che in questo libro cantano e respirano, anche se non ci sono i loro nomi in quelle pagine o in quelle immagini. Franti rinasce ogni volta che interrompi la farsa, ogni volta che costruisci uno spazio di libertà.
Ecco, oltre a invitarvi a leggere e guardare “Perchè era lì” vorrei concludere con una domanda sulla MUSICA: “Voi difendete una società in cui la grande maggioranza vive in condizioni animalesche, una società in cui i lavoratori muoiono di stenti e di fame, in cui i bambini periscono a migliaia ed a milioni per mancanza di cure, in cui le donne si prostituiscono per fame, in cui l’ignoranza ottenebra le menti, in cui anche chi è istruito deve vendere il suo ingegno e mentire per mangiare, in cui nessuno è sicuro del domani – ed osate parlare di libertà e d’individualità?” (Errico Malatesta)