Zo d’AXA
18 maggio 1898.
Ascoltate l’edificante storia di un grazioso asinello bianco, candidato alla Capitale. Non è un racconto di Mamma Oca né una storia di Il Giornalino. È una storia vera per i vecchi ragazzi che ancora votano:
Un burricco, figlio del paese di La Fontaine e di Rabelias, un asino così bianco che il Signor Vervoot ne ha mangiato ghiottamente, tramava al gioco elettorale un mandato di legislatore. Giunto il giorno delle elezioni, questo burricco, candidato-tipo, rispondente al nome chiaro di Nullo, fece una manovra dell’ultima ora.
In una calda domenica di maggio in cui il popolo correva alle urne, l’asino bianco, il candidato Nullo, aggiogato ad un carro trionfale e trainato dagli elettori, attraversò Parigi, la sua buona città.
Ritto sulle zampe, orecchie al vento, erigendosi fiero dal veicolo tappezzato dai suoi manifesti- dal veicolo a forma d’urna! La testa alta tra il bicchiere d’acqua e il campanello presidenziale, egli passò tra le indignazioni e gli applausi ed le battute…
L’Asino vide Parigi che lo guardava.
Parigi! La Parigi che vota, la calca, il popolo sovrano ogni quattro anni… Il popolo abbastanza allocco da credere che la sovranità consista nel nominare dei padroni.
Come parcheggiati davanti ai Comuni, stavano branchi di elettori, degli inebetiti, dei feticisti che reggevano la scheda elettorale con cui dicevano: abdico.
Il Signor Tal dei Tali li rappresenterà. Li rappresenterà tanto meglio in quanto non rappresenta nessuna idea. E ci riuscirà! Si faranno delle leggi, si pareggeranno dei conti. Le leggi saranno delle catene in più, i bilanci, delle nuove imposte…
Lentamente, l’Asino percorre le strade.
Al suo passaggio, i muri si ricoprono di manifesti che membri del suo comitato aveva affisso, mentre altri distribuivano i suoi proclami alla folla:
“Riflettete, cari cittadini. Sapete che i vostri eletti vi ingannano, vi hanno ingannato e vi inganneranno- e malgrado tutto andate a votare… Votate dunque per me! Eleggete l’Asino!… Non sono più bestia di voi tutti”.
Questa franchezza, un po’ brutale, non piaceva a tutti.
-Ci insultano, urlavano gli uni.
-Si ridicolizza il suffragio universale, gridavano gli altri più giustamente.
-Lurido Ebreo!
Ma delle risate echeggiavano sonore. Si acclamava il candidato. Valorosamente l’elettore si burlava e di se stesso e dei suoi eletti. I cappelli si agitavano e così i bastoni da passeggio. Delle donne gettavano dei fiori…
L’Asino passava.
Scendeva dall’alto di Montmartre recandosi verso il Quartiere Latino. Attraversò i grandi boulevards, i grandi viali alberati, il Croissant dove si cucinano, senza sale, le notizie ordinarie vendute nei giornali. Vide le Halles, i mercati coperti, dove dei morti di fame, degli uomini del Popolo-Sovrano, frugano in cumuli di rifiuti; i Quais, i lungofiume dove degli Elettori eleggono i ponti come alloggi…
Cuore e cervello!… Era Parigi. Era questa la Democrazia!
Siamo tutti fratelli, vecchi vagabondi! Compatite il borghese” Ha la gotta… ed è vostro fratello, gente senza pane, uomo senza lavoro e madre stanca che, questa sera, rientrerete a casa vostra per morire con i figli…
Siamo tutti fratelli, giovano coscritti! È fratello tuo, l’ufficiale, laggiù, bustino da donna e fronte bassa. Saluta! Attenti! La mano nella fila… Il Codice ti spia- il Codice militare. Dodici pallottole sulla pelle per un gesto. È la tariffa Repubblicana. [1]
L’Asino arrivava davanti al Senato.
Costeggiò il Palazzo da cui il veicolò uscì tra la calca; seguì esteriormente, ahimè! i giardini troppo verdi. Poi fu la volta del boulevard Saint-Michel. Alla terrazza dei caffè, dei ragazzi battevano allegramente le mani. La folla in continua crescita si contendeva i proclami. Degli studenti si aggiogavano al carro, un professore spingeva le ruote…
Verso le tre comparvero dei poliziotti.
Dalle dieci del mattino, da ogni stazione di polizia al commissariato, il telegrafo ed il telefono segnalavano lo strano passaggio dell’animale sovversivo. L’ordine di comparizione era stato emesso: Arrestate l’Asino! E, ora, gli agenti di polizia di guardia sbarravano la strada al candidato.
Vicino a piazza Saint-Michel, il fedele comitato di Nul fu intimato dalla forza armata di ricondurre il suo cliente al commissariato più vicino. Naturalmente il Comitato passò oltre- attraversò la Senna. E presto il carro sostava davanti la Palais de Justice.
Più numerosi, gli agenti circondarono l’asino bianco, impassibile. Il Candidato era arrestato alla porta di questo Palazzo di Giustizia da cui i deputati, i corrotti, tutti i grandi ladri uscivano liberi.
Nella marea popolare, il carro era scosso da movimenti di rollio. Gli agenti, brigadieri in testa, avevano afferrato le stanghe e si erano passati la seccatura. Il Comitato non insisteva più: si era messo a bardare gli agenti…
Così fu lasciato l’asino bianco dai suoi più accesi sostenitori. Come un volgare politico, l’animale aveva voltato gabbana. La polizia lo scortava, l’Autorità guidava il suo Cammino… sin da quell’istante. Nullo non era che un candidato ufficiale! I suoi amici non lo riconoscevano più. La porta della Prefettura apriva i suoi largi battenti- e l’asino entro come se fosse casa sua.
…Oggi se ne parliamo è per far notare al popolo, popolo di Parigi e delle Campagne, operai, contadini, borghesi, fieri Cittadini, cari Signori, è per rendere noto a tutti che l’asino bianco Nullo è stato eletto. È stato eletto a Parigi. È stato eletto in Provincia. Sommate le schede bianche e contate le schede nulle, aggiungetevi le astensioni, voti e silenzi che normalmente si riuniscono per significare o il disgusto o il disprezzo. Un po’ di statistica per piacere e constaterete facilmente che, in tutte le circoscrizioni, il signore proclamato fraudolentemente deputato non ha un quarto del suffragio. Da lì, per i bisogni della causa, questa locuzione imbecille: Maggioranza relativa- tanto varrebbe dire che, la notte fa relativamente giorno.
Così l’incoerente, il brutale Suffragio Universale che non si appoggia che sul numero- e non ha nemmeno per se stesso il numero- perirà nel ridicolo. A proposito delle elezioni di Francia, i giornali del mondo intero hanno, senza malizia, accostato i due fatti salienti della giornata:
“Sin dal mattino, verso le nove, il Signor Félix Faure andava a votare. Nel primo pomeriggio, verso le tre, l’Asino bianco era stato arrestato”.
Ho letto questa cosa in trecento giornali. L’Argus ed il Courrier de la Presse mi hanno sovraccaricato con i loro ritagli. Ce n’erano in inglese, in valacco, in spagnolo; sempre comunque capivo. –Ogni volta che leggevo Félix ero sicuro che si parlava dell’asino.
Note
[1] Zo d’Axa si riferisce all’episodio di insubordinazione di cui lui stesso trattò nel n° 4 del 17 dicembre del 1897 del suo giornale La Feuille e di cui si rese protagonista il giovane soldato Charles Hatier di stanza ad Algeri condannato al plotone di esecuzione per aver dato uno spintone ad un suo superiore.
Immagine tratta dal Blog Caricatures & caricature.
Documentazione relativa ai tre scritti politico-satirici scritti da Zo d’Axa per le elezioni legislative del 1898.
Il primo è una nota editoriale all’edizione della raccolta di alcuni areticoli di La Feuille in volume e risale al 1900. Il secondo invece è l’introduzione ad una riedizione di un gruppo anarchico chiamato Groupe Maurice-Joyeux e risale al 2003 e consisterebbe nella ristampa di un opuscolo del 1936 che oltre a raccogliere i tre articolo di Zo d’Axa scritti per le elezioni legislative del 1898, comprendeva anche uno scritto antielettoralistico del 1878, intitolato Testa di Legno e Orecchie d’asino, dotato di due splendide illsutrazioni e che presto traduremo e collocheremo in rete, scritto da un gruppo anarchico di Bel-Air, nello stesso spirito che era stato quello di Zo d’Axa.
[1]
Nota dell’Editore.- Durante il periodo elettorale il manifesto programmatico fu realmente incollato sui muri e il giorno dello scrutino il candidato satirico attraversò realmente Parigi, da Montmartre al Quartiere Latino, fendendo la folla entusiasta o scandalizzata che manifestava rumorosamente. Viale del Palazzo, l’asino fu dovutamente arrestato dalla polizia che si sentì in obbligo di trainare il suo carro per condurlo al canile e se non vi fu allora scontri tra i sostenitori dell’Asino ed i rappresentanti dell’Ordine è per via del fatto che, come raccontarono i giornali dell’epoca, grazie al direttore di La Feuille che gridò: Non insistiamo, ora è un candidato ufficiale!
[2]
Introduzione dell’edizione Maurice-Joyeux del 2003, riproposizione di un opuscolo del 1936.
Qualche parola…
I testi che proponiamo in extenso per il lettore nelle pagine che seguono, sono state pubblicate nell’aprile del 1936 nel n° 160 di La Brochure mensuelle diretto dal nostro compagno Bidault.
Questo grande libellista, quel “rivoltoso per temperamento”, che fu Zo d’Axa, redasse i tre primi: Le candidat di la feuille, Aux Électeurs, Il est élu, in occasione delle elezioni legislative del 1898 che si svolsero in pieno caso Dreyfus e altri scandali politico-finanziari!
Li fece apparire in La Feuille– pubblicazione di cui egli assicurava la redazione e l’apparizione “ad ogni occasione”- con la collaborazione amichevole di grandi disegnatori dell’epoca: Steinlen, Luce, Anquetin, Willette, Hermann-Paul, Léandre e Couturier.
Testi, sempre di attualità, si tratta di una vigorosa denuncia della monumentale truffa costituita dal suffragio universale. Da qui la derisione e le risate in occasione di una memorabile campagna elettorale a Parigi, orchestrata da Zo d’Axa stesso, in favore di un candidato: un asino bianco, chiamato Nullo a giusta causa!
Quest’ultimo, simbolo dell’astensione e del rifiuto della farsa elettorale, fu portato in processione su un carro di trionfo a Parigi, da Montmartre al boulevard Saint-Michel, il giorno delle elezioni in mezzo alle risate e le battute della folla! L’arrivo degli sbirri pose fine a questa manifestazione antipatriottica del miglio gusto!
In quanto al quarto testo- Testa di Legno e Orecchie d’Asino- Fu pubblicato sotto forma di un opuscolo nel 1883 dal gruppo anarchico “Le drapeau noir de Bel-Air” [La bandiera nera di Bel-Air]. Un documento dunque… di un’epoca che nessuno qualificherebbe come eroica”.
Gruppo Maurice-Joyeux
[3]
Copertina di La Brochure mensuelle [L’opuscolo mensile], n° 160, edito nell’aprile del 1936, in cui furono riproposti i tre scritti di Zo d’axa, più un altro del 1878, Testa di Legno e Orecchie d’Asino, del Gruppo anarchico di Bel-Air.
[Traduzione di Massimo Cardellini]
Link all’articolo presente presso l’Istituto Internazionale di storia sociale di Amsterdam:
http://www.iisg.nl/collections/zodaxa/feuilles139.php