Rallentare o bloccare i convogli militari che si spostano su e giù per la penisola italiana, o quando si imbarcano o sbarcano nei porti per raggiungere Sicilia e Sardegna.
Nell’ultimo anno di lotte antimilitariste in Sardegna è stata rispolverata e riscoperta questa pratica, storicamente utilizzata un pò dovunque, diffusa in Italia all’inizio degli anni ’90 contro la guerra nel golfo, in Germania e in Val Susa contro i treni Castor, solo per citare un paio di esempi.
La proposta nasce dalla versatilità della pratica del blocco, il quale permette una varietà di proposte, pratiche d’azione e diffusione che lo rendono particolarmente interessante, e in un certo senso anche facilmente comprenasibile e riproducibile.
Nasce più in generale dalla volontà di rispondere allo stato di guerra in cui viviamo e per rilanciare le lotte antimilitariste. Il blocco dei convogli o comunque un rallentamento della logistica e dei trasporti necessari al regolare svolgimento della guerra e della sua preparazione può essere il giusto slancio.
Se è vero che la guerra ormai si prepara ovunque, che sono tantissime le aziende che hanno le mani sporche di sangue, è altrettanto vero che riprendere il filo delle lotte antimilitariste proprio contro le divise mimentiche, contro chi preme il grilletto ci sembra in questo momento prioritario, non dimenticando poi tutte le connessioni e complicità con pubblico e privato.
Gli eserciti nella loro enormità e complessità sono grossomodo suddivisi in tre grandi reparti; aria, terra e mare.
Le forze terrestri sono le più numerose e le più varie fra loro. Si dividono in divisioni, brigate meccanizzate e corazzate, bersaglieri, artiglieri, cavalieri, genio e tramat (trasporti e materiali).
Le varie truppe sono stanziate in tutta la penisola (Brigata Aosta a Messina, Brigata Sassari a Cagliari, Brigata Pinerolo a Bari, Granatieri di Sardegna a Roma, Divisione Aqui in Campania, Brigata Garibaldi in Campania e Calabria, Divisione Friuli in Friuli, solo per citarne alcune, e senza contare tutte le basi, caserme, depositi ecc.) con conseguente interessamento di tutta la rete stradale nazionale, inoltre spesso vengono usati anche i treni per lo spostamento dei mezzi più pesanti, ad esempio per la tratta tra Aviano e Vicenza.
Tutte queste truppe non stanno mai per lungo tempo ferme nelle loro caserme; nei periodi in cui non sono attive su qualche fronte si esercitano nelle varie basi militari italiane e non.
Attraverso lo studio delle caratteristiche delle singole truppe, si riuscirà a ragionare meglio su come intralciare questi spostamenti. Per caratteristiche si intende:
– composizione del convoglio
– numero dei mezzi
– caserme e basi utilizzate
– necessità di avvalersi di mezzi civili per il trasporto
Come si potrebbe fare?
In Sardegna esiste una breve esperienza in merito a questa pratica.
E’ stato scelto di concentrarsi principalmente sul poligono di Teulada, situato nell’estremo sud dell’isola, per il quale le truppe che arrivano o se ne vanno usano due porti, quello di Cagliari o quello di Sant’Antioco, uno a est e uno a ovest.
In base alle scadenze delle loro esercitazioni (che sono obbligati a comunicare sia attraverso il ministero della difesa tramite un calendario, sia ai comuni “ospitanti” le basi per questioni di sicurezza attraverso dei comunicati esposti nei municipi e pubblicati nei siti internet di capitanerie e vigili urbani), si riesce a capire, con discreta precisione e sufficiente anticipo, quali saranno i giorni in cui i mezzi e i soldati si muoveranno lungo le strade civili per raggiugnere i porti o viceversa.
Oltre a questi dati ci siamo avvalsi dell’uso di siti di tracciamento delle navi mercantili per capire quando le navi che il ministero ha affittato dall’armatore Visentini si dirigono verso i porti sardi.
Il ministero della difesa da 24 anni affitta due navi civili di proprietà di Visentini per trasportare i mezzi militari dell’esercito italiano là dove serve, dalla Sardegna all’Afghanistan. Quando una di queste due navi (Altinia e Maior, dette le navi gialle) si dirige verso Cagliari o Sant’Antioco, vuol dire che hanno da scaricare e/o caricare mezzi militari (il ministero si avvale anche di altre ditte private di trasporti su gomma e rotaia).
Incrociando quindi le due fonti, date e esercitazioni, con arrivo delle navi, siamo riusciti a capire con sempre più chiarezza i movimenti dei militari, e tramite un lavoro di monitoraggio sul territorio a capire quali strade utilizzassero, che tempi di percorrenza avessero, da quanti mezzi fosse composto ogni singolo convoglio, quante macchine di carabinieri lo scortasse, da quale cancello entrasse nel poligono e via dicendo.
La proposta è quindi di comprendere come, da dove, quando le varie Brigate, Divisioni, eccetera si muovono per l’Italia per andare a fare la guerra altrove o per andare a esercitarsi in qualche poligono, e ottenute queste informazioni capire se e come sia possibile disturbarle.
Si potrebbe ipotizzare un collegamento diretto con quanto fatto finora in Sardegna. Cioè nel momento in cui dall’isola si capisce quando partirà o arriverà una nave carica di mezzi militari, sarà abbastanza facile (sapendo che brigata c’è a bordo e dove è di stanza) capire dove questa nave attraccherà o da dove sarà partita. Potendo così distrubare lo stesso convoglio più volte durante lo stesso viaggio.
Per poter rendere concreta questa proposta serve una prima fase di studio, ricerca e analisi di dati e informazioni. Le notizie riguardanti l’organizzazione dei militari non sono sempre di difficile reperimento, ma sicuramente sono di notevole quantità. Per questo abbiamo deciso di dotarci di uno strumento che ci permetta di raccoglierle tutte insieme e renderle fruibili. Chi avesse materiali nuovi o vecchi sull’organizzazione dei militari, calendari delle esercitazioni, mappature dei poligoni, o chi avvista dei convogli militari in stazioni o strade può così condividere queste informazioni, e lentamente creare un database che ci permetta di consocere meglio il nostro nemico.
Per raccogliere i materiali, condividerne e facilitarne la fruizione verranno aperte a brevissimo delle sezioni specifiche su:
romperelerighe.noblogs.org contattabile tramite: romperelerighe08@gmail.com
nobordersard.wordpress.com contattabile attraverso i commenti della sezione.
I materiali e le informazioni possono essere inviate anche a: disertarelaguerra@canaglie.org
La guerra che gli stati occidentali portano nel mondo si sperimenta nei poligoni delle nostre regioni, si prepara negli atenei delle nostre città, si muove lungo le nostre strade. Bloccarla è possibile.
Disertiamo il fronte occidentale. Sabotiamo la guerra dalla base.
Dicembre 2015
Antimilitaristi