dal Kurdistan in fiamme

La polizia apre il fuoco su di una famiglia a Dargeçit: 2 morti e 3 feriti

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24 dicembre 2015


A  Dargeçit distretto di Mardin dove lo stato di assedio si è lasciato alle spalle 13 giorni,le forze di polizia stanno aprendo il fuoco sulle abitazioni per il loro continuo fallimento nel rompere la resistenza della popolazione nelle zone di autogoverno.

Corpi speciali della polizia hanno rastrellato un abitazione con armi da fuoco nel quartiere Safa,e hanno ucciso Necim Kılıç (67) quando era andato in giardino per usare il bagno all’esterno dell’a abitazione.I membri della famiglia che sono usciti dopo aver udito il colpo sono stati anch’essi presi di mira dalla polizia che hanno ucciso anche sua figlia Sabahat Kılıç (28).Altri tre membri della stessa famiglia sono rimasti feriti.

Mentre i corpi di Necim Kılıç e Sabahat Kılıç sono stati portati all’obitorio dell’Ospedale di stato di Mydiat,i feriti sono stati portati per le cure all’ospedale di Dargeçit.

Daesh e gli Esedullah in azione a Silopi

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23 dicembre 2015


Un civile a Silopi ha raccontato che alcune persone che si sono presentate come Daesh e come Esedullah  li hanno torturati e minacciati in uno scantinato per due giorni.Mentre lo stato di assedio a Silopi distretto di Sirnak è giunto a 10° giorno,le forze dello stato non sono ancora riuscite ad entrare nelle zone dell’autogoverno nonostante l’intensificazione degli attacchi in corso in città.Negli altri quartieri gruppi denominati Daesh e Esedullah si sono mobilitati.

Il cittadino Veysel B.del quartiere Nuh ha dichiarato che gruppi mascherati hanno demolito i muri delle loro abitazioni con una mazza.L’uomo ha affermato che queste persone che si sono presentate come Daesh e Esedullah lo hanno torturato lui e i suoi vicini per due lunghi giorni.

Noi siamo Daesh e Esedullah

Veysel B ha dichiarato che queste persone mascherate hanno fatto irruzione nella loro abitazione,lo hanno bloccato insieme ai vicini in uno scantinato e li hanno torturati per ore.”Cantavano slogan a favore di ISIS dicendo:Noi siamo Daesh e Esedullah e vi debelleremo tutti.Dopo la tortura ci hanno costretto a salire sul tetto e a diventare bersaglio dei cecchini.Quando abbiamo insistito per non farlo,hanno continuato a torturarci.”

I gruppi terrorizzano la gente a Silopi

L’uomo ha affermato quanto segue sulla situazione attuale in città:”Questi gruppi stanno terrorizzando la popolazione a Silopi.Stanno facendo tutto il possibile per evacuare le case.Hanno malmenato centinaia di persone e li hanno costretti con la forza nei villaggi circostanti.Qualcuno deve sentire il nostro urlo adesso.Non abbiamo sicurezza della vita.Silopi è occupata da queste bande assassini ingaggiati.Silopi sta affrontando un genocidio.”

Assassinio a telecamera accesa

 https://www.youtube.com/watch?v=BxKbPl_e4To

22 dicembre 2015


A metà ottobre l’attivista di sinistra Dilek Dogan è stata uccisa nella sua abitazione a Istanbul durante una perquisizione della polizia. Un video trapelato ora documenta la vicenda.Il 18 ottobre
una 25enne socialista è morta a Kücük Armutlu, quartiere di Istanbul a maggioranza alevita. Dilek Dogan durante una perquisizione rivolta al Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo (DHKP-C) perseguito dallo stato, è stata colpita da proiettili della polizia ed è morta a seguito delle sue gravi ferite. Immediatamente dopo il fatto, suo fratello, Emrah Dogan, ha parlato di un’esecuzione mirata. Il portavoce della polizia e i media governativi invece hanno rappresentato la giovane attivista come una pericolosa potenziale »attentatrice suicida«, alcuni hanno parlato di una »sparatoria«. Il tiratore, Yüksel M., ha sostenuto che c’erano stati »scontri« nel corso dei quali avrebbe sparato per legittima difesa.

Queste versioni ora sono confutate. Un video trapelato dal fascicolo giudiziario e che è stato reso pubblico su Internet nel fine settimana documenta i momenti critici della perquisizione domiciliare. Poliziotti pesantemente armati penetrano nell’abitazione della famiglia Dogan. Si vede come un poliziotto perquisisce mobili e letti in una delle stanze mentre altri parlano nel corridoio con Dilek, sua madre e suo fratello. Lo sparo non si vede. Ma: la situazione non è tesa. Si sente come il poliziotto Yüksel M. aggredisce verbalmente la 25enne: »Cosa ti ho detto?« Lei chiede: »Cosa stai facendo?« Poi si sente lo sparo. La telecamera si sposta verso l’evento, la madre e il fratello di Dilek Dogan gridano, Dogan è a terra colpita. Un qualsiasi »scontro« o addirittura una »sparatoria« in effetti non si sono verificati.

Il video suggerisce che per quanto riguarda l’uccisione di Dilek Dogan si sia trattato di un assassinio a sangue freddo. Che lo stato turco non esiti a ricorrere a esecuzioni extragiudiziali è provato da quello che attualmente succede ogni giorno nelle regioni curde del paese. In mezzo alla strada giovani manifestanti vengono uccisi da cecchini e a posteriori semplicemente dichiarati »combattenti del PKK«. Oltre cento di questi presunti combattenti sono stati uccisi negli ultimi giorni, ha orgogliosamente proclamato Ankara.

L’assassinio di Dilek Dogan presenta paralleli con l’uccisione di Günay Özarslan nel luglio 2015. Özarslan, un’alevita di origini curde come Dogan, è stata uccisa durante una delle numerose operazioni contro presunti attivisti del DHKP-C nel suo appartamento. Anche in questo caso la polizia ha sostenuto che avesse opposto resistenza armata. E anche in questo caso organizzazioni di giuristi e per i diritti umani hanno subito espresso dubbi sulla versione ufficiale dei fatti.

Proteste internazionali non se ne sono sentite. Il giorno dopo l’assassinio di Dogan, Angela Merkel era da Recep Tayyip Erdogan. La cancelliera aveva un’offerta da fare all’autocrate: Erdogan avrebbe ricevuto tre miliardi di Euro se avesse chiuso le frontiere ai profughi. Angela Merkel gli ha stretto la mano, gli ha sorriso amichevolmente, non una parola su Dilek Dogan. Tra partner è così che si fa.

di Peter Schaber

Junge Welt del 22.12.2015

Yeliz e Şirin giustiziate quando erano ferite

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22 dicembre 2015


Il Consiglio socialista delle donne (SKM) ha rilasciato una dichiarazione per Yeliz Erbay e Şirin Öter che sono state giustiziate quando erano ferite.”Il potere sanguinario giustizia le donne per indurle alla sottomissione.Me le donne socialiste hanno scelto la resistenza non la sottomissione.”

La polizia antiterrorismo di Istanbul ha effettuato una operazione in una abitazione a Karadeniz quanrtiere di Gaziosmanpaşa. Yeliz Erbay e Şirin Öter sono state giustiziate durante il raid dicendo che sono state uccise durante gli scontri.SMK ha rilasciato una dichiarazione sull’esecuzione.Nella dichiarazione è stato detto:”il Regime fascista del palazzo non riceve abbastanza sangue.Stanno massacrando decine di persone per spezzare la volontà di autogoverno.

Il palazzo si è tramutato in bande armate e ogni giorno uccide i rivoluzionari,i socialisti e la gente patriottica.Oggi due donne socialiste sono state giustiziate.Le donne socialiste sono state giustiziate dal palazzo e dal suo òpotere l’AKP.

Nella dichiarazione viene anche affermato: “La giunta fascista  del palazzo sta giustiziando le donne curde in Kurdistan e stanno giustiziando le donne socialista a ovest.Me devono sapere che non ci possono finire uccidendoci e giustiziandoci.Demoliremo il loro palazzo.La rabbia delle donne e l’organizzazione demoliranno il vostro palazzo.Le compagne Yeliz Erbay e Şirin Öter sono immortali!I martiri rivoluzionari sono immortali!

JINHA

Due civili muoiono a Nusaybin a causa degli ostacoli della polizia alle ambulanze

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22 dicembre 2015


A Nusaybin distretto di Diyarbakir dove un aggressione sotto il nome di coprifuoco continua da 10 giorni, l’assalto furioso delle forze dello stato ha provocato oggi la morte di due civili. Mentre gli attacchi delle forze turche stanno diventando sempre più pesanti per i loro continui fallimenti nello spezzare la resistenza popolare nei quartieri sotto attacco,le forze speciali hanno continuato a sparare dai veicoli blindati in perlustrazione nelle strade.

Quest’oggi il fuoco della polizia in via Dilek ha provocato il ferimento di due civili fuori dalle loro abitazioni.

I residenti non hanno potuto raggiungere i feriti per ore in quanto il fuoco dai veicoli blindati è proseguito,e una ambulanza ha operato per entrare nella zona 4 ore dopo a causa dell’assedio e del blocco.I due civili che erano già morti sono stati portati all’obitorio dell’Ospedale di Nusaybin in ambulanza.Gli estremi identificativi non sono chiari.

ANF

In migliaia in marcia verso Sur sotto attacco della polizia

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22 dicembre 2015


Oggi ad Amed la popolazione ha fermato tutto per unirsi a una manifestazione di massa verso il distretto centrale di Sur per rompere l’assedio delle forze turche che oggi è arrivato al 21° giorno.Migliaia di persone si sono trovate fuori dall’edificio della municipalità metropolitana per unirsi alla marcia alla quale partecipano anche deputati dell’HDP e i co-sindaci delle municipalità governate dal DBP. Anche un altro Gruppo partito dal distretto di Çınar ha raggiunto la zona.

“Il massacro è una tradizione dello stato” è scritto su un enorme striscione portato dai manifestanti nella manifestazione contro il terrore di stato nelle città e nei villaggi curdi.

Mentre le forze di polizia hanno pesantemente bloccato tutte le strade che portano verso l’area della municipalità e la piazza Şeyh Sait (Dağkağı), in migliaia sono partiti dai distretti di Silvan, Hazro, Lice, Kocaköy e Hani e si sono incontrati sulla strada da Silvan e ora si stanno recando in un convoglio ad Amed.

Squadre della polizia posizionate intorno al parco Koşuyolu hanno iniziato a lanciare lacrimogeni in giro, nonostante non ci fosse nessuno nella zona.

In alcuni luoghi della città sono scoppiati scontri quando dei giovani hanno risposto agli attacchi della polizia.

AMED – ANF

(testi presi da: retekurdistan.it)