Testo di Christos Tsakalos per il processo in corso contro i 250 attacchi a firma CCF
Giovedì 5 novembre mi è stato chiesto di chiedere scusa alla prima corte per il processo condotto negli ultimi 2 anni e mezzo contro la Cospirazione delle Cellule di Fuoco.
È il processo per i 250 attacchi dell’organizzazione.
In un’aula di tribunale all’interno del carcere, piena di giudici, telecamere, poliziotti, agenti segreti, pochi parenti e ancore meno amici e compagni, giudicavano le azioni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco.
Ma come potevano stare in pochi metri quadrati le nostre azioni che avevano cercato di sfidare la storia saggia e obbediente del nostro tempo…
Un’azione che aveva interrotto il sonno eterno delle tranquille “pacifiche” persone per molte notti, agitato attraverso le esplosioni dei silenzi schiavi delle metropoli e con i nostri proclami ha negato i ruoli di una vita dove la violenza dei padroni è sempre presente e noi siamo costantemente assenti…
Attraverso i nostri attacchi volevamo distruggere la tirannia di una realtà brutale. Volevamo capovolgere l’equilibrio del terrore di una meccanica vita di routine. Abbiamo cercato di distruggere il compromesso con la morte causata dalla schiavitù del salario, il controllo tecnologico, le relazioni vuote e noiose.
Volevamo fare la guerra contro la ”pace” delle banche, dei giudici, dei ricchi, degli sbirri, dei fascisti, dei giornalisti, dei politici, ma anche con i “pacifici” cittadini che invece di urlare, e di essere arrabbiati, sono chiusi nella rassegnazione e invecchiano con i loro mobili…Questi cittadini “pacifici” e rispettosi della legge sono i più responsabili di tutti, perché attraverso la loro “tranquillità” permettono che la bruttura governi le nostre vite.
Di chi la giustizia giudicherà giustamente allora? Dopo essere passato attraverso tutte le tappe cerimoniali della giustizia, procuratore- avvocato-carcerazione, nuove persecuzioni, nuovi rinvii a giudizio, arresto dei parenti, testimoni, ora mi chiedono di scusarmi…
Non gli darò questa soddisfazione. Non una singola parola al nemico. Mi rifiuto di impersonare il ruolo dell’accusato. Posso essere stato ammanettato, i miei anni richiusi e il filo spinato fino al cielo, controllato dalle telecamere, ma il mio desiderio di portare avanti la lotta armata brucia dentro me come il ferro incandescente…
L’unico modo per biasimare me stesso sarebbe quello di rimanere inattivo, ubbidiente, disciplinato come uno schiavo domestico che gode di una libertà menomata. Rifiuto, dunque, di scusarmi con la teologia della vostra giustizia che non tollera la blasfemia di una vita libera. Né ho intenzione di partecipare a un dialogo velato tra sordi pretesti rispondendo alle domande dei giudici…
Ciò che scrivo qui non è per uso giudiziario.
È per I compagni, per gli anarchici, per gli amici, per gli irresponsabili, i piantagrane, per la memoria della lotta.
Sono accusato, insieme agli altri membri della Cospirazione delle Cellule di Fuco e altri anarchici, nel caso dei “250 attacchi incendiari ed esplosivi” contro il parlamento, uffici di partiti [politici], case di ministri e pubblici ministeri, banche, organizzazioni giornalistiche, strutture carcerarie, multinazionali, edifici militari, chiese, stazioni di polizia, tribunali, servizi di sicurezza, sistemi di telecamere e sicurezza, gli uffici di Alba Dorata [partito neonazista], concessionarie di auto di lusso, agenzie governative, veicoli diplomatici ecc..
Fin dal primo momento del mio arresto mi sono rivendicato e sono onorato di far parte della Cospirazione delle Cellule di Fuoco.
Rivendicarsi significa non deporre le armi.
Rivendicarsi significa” Io non mi pento di nulla”.
Rivendicarsi significa che la paura non ha vinto.
Rivendicarsi significa che la battaglia continua.
La rivendicazione è una promessa che la guerriglia imprigionata tornerà sulla “scena del crimine”, che lui o lei marceranno ancora sui sentieri della libertà illegale.
Allo stesso tempo è un segnale di complicità ai nuovi compagni per portare avanti quello che la repressione ha fermato. Perché ci saranno sempre mani che rialzeranno la pistola caduta al prigioniero, ci saranno sempre menti libere e cuori generosi per continuare a scrivere la storia del mondo dall’interno verso l’esterno.
Questo rifiuto di arrendersi e le sue prospettive, spaventare i tiranni e i proprietari della paura.
Dopo così tanti arresti, interrogatori, anni di prigione, nuove accuse, condanne pesanti, non sono riusciti a suscitare in me un solo briciolo di rimorso. È questo è il motivo per cui alimentano nuove bugie e ricatti subdoli.
In seguito alla divulgazione del piano di fuga della Cospirazione delle Cellule di Fuoco hanno tirato fuori una nuova versione della caccia alle streghe, arrestato madri, mogli e fratelli, hanno istituito nuovi luoghi di esilio designato ad una quarantena di un chilometro quadrato di “libertà”, hanno impedito ogni tipo di comunicazione a mio fratello e alla sua compagna e volevano alzare le mura dell’isolamento totale.
Allo stesso tempo hanno reso più fitta la nebbia della repressione, mandando un chiaro messaggio ai nostri compagni affini:” chiunque comunichi con i prigionieri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, si potrebbe ritrovare nella cella vicina “.
Sbirri e giudici erano ansiosi di guadagnare un trofeo con la sporca guerra che avevano scatenato, una strategia volta a piegare, un’esitazione, una minima traccia di cessate il fuoco…invano.
Per quanto mi abbiano fatto sanguinare dentro, alla fine la mia volontà si è armata ancora di più.
Non voglio parlare delle irregolarità giuridiche, dei contratti politici di convenienza, dei metodi di polizia e della mancanza di prove.
Ve lo concedo giudici, la civiltà giuridica ed il prezzo di migliaia di voci che risuonano in prigione per le migliaia di anni di cui sono stati privati nelle tombe di cemento dove voi li avete condannati a vivere come morti-viventi…
Inoltre come stipate files nelle vostre cassettiere, cosi stipate vite umane nelle celle delle prigioni con la compostezza di un ragioniere che deposita i suoi conti. I vostri abiti e le vostre giacche grondano sangue e l’ipocrisia della vostra giustizia non lo può lavare via.
Mi incolpate per i 250 attacchi contro l’Impero che servite, ma per me le vostre accuse sono medaglie d’onore.
Naturalmente , non ho nessuna intenzione di dirvi dove ero e quale fosse la mia parte, come non intendo dare nessuna prova dell’azione della guerriglia della Cospirazione delle Cellule di Fuoco al nemico.
Se volete, tuttavia potete considerare che ero in tutti gli attacchi della Cospirazione, come farei in qualsiasi attacco che sfida la tirannia di questo mondo: gli scontri e le barricate in Chile, nelle manifestazioni e gli scontri di strada in Messico, tra gli incendi di Bruxelles, in mezzo agli antifascisti in Germania, accanto ai compagni della Federazione Anarchica Informale in Italia, fra i riots in Inghilterra, durante la liberazione dei territori in Rojava, ai moti in Cisgiordania, nelle notti buie che avvolgono i cospiratori anarchici dell’azione…in ogni luogo dove ci sono esseri umani che non si inginocchiano, che non sopportano le disuguaglianze, dove i vivi osano…
Il fatto che la storia la scrivano i vincitori in ville lussuose, uffici di corporazioni, parlamenti, i mezzi d’informazione, le corti, commissariati di polizia, ciò non significa che la nostra storia non esista. La storia della lotta, delle ribellioni, delle rivoluzioni, delle rivolte, della sfida, della solidarietà, degli attacchi della guerriglia, questa è “ dei pochi pazzi felici” che disprezzavano il loro tempo e hanno marciato contro di essa per il suo rovesciamento.
L’azione della Cospirazione delle Cellule di Fuoco essendo sotto processo oggi, è un’istantanea di questa storia. Piccola come una goccia di storia, ma con i suoi angoli netti e taglienti…Angoli che continueranno a lasciare profondi graffi in questo mondo di autorità, perché la Cospirazione sarà nuovamente riorganizzata, recuperando le sue esperienze, vittorie e sconfitte, in una lotta senza fine.
E se in questo momento, sono in carcere, ciò non significa che non vale la pena di lottare o che la lotta non sta portando da nessuna parte …
E se oggi il regno del disfattismo e della rassegnazione sta governando il cuore della gente. E se molti vengono puntando il loro dito con aria di rimprovero dicendo:” e dunque cosa si è ottenuto con le armi e con le bombe? “, non è necessario rispondere.
L’esistenza di un mondo che bombarda con la morte dal cielo, costruisce muri con filo spinato per ostacolare dei perseguitati, obbliga bambini a cercare cibo nella spazzatura, porta alla morte ogni giorno milioni di persone a causa dello strangolamento della crisi finanziaria, scambia la vita con delle immagini su schermi freddi, stupra e saccheggia la natura. È il miglior argomento per cui la guerriglia anarchica è l’unica espressione di vita che sceglierei mille volte ancora e ancora.
Concludendo, mi domando cosa faccia più infuriare: le vostre miserabili leggi o la miseria delle persone che le accettano e obbediscono.
L’unica cosa sicura è che questo mondo e I suoi falsi idoli sono stati costruiti con la violenza e solo con la violenza possono essere abbattuti.
Per questo motioe contro la tirannia della realtà che avete imposto alla gente io scelgo per sempre il magico realismo dell’anarchia e della rivoluzione senza fine.
Ora, giudici mi potete condannare.
Non mi pento di nulla.
Christos Tsakalos
COSPIRAZIONE DELLE CELLULE DI FUOCO – FAI-IRF
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Prigione di Korydallos