Hebron (Cisgiordania), 24 marzo 2016, Nena News – Due palestinesi sono stati uccisi dalle forze militari israeliane questa mattina a Hebron dopo aver pugnalato e ferito un soldato nella zona di Tel Rumeida, secondo quanto riferito da un portavoce dell’esercito israeliano.
Un testimone ha riferito all’agenzia di stampa Maan: “Ho sentito degli spari, sono uscito di casa per controllare cosa fosse accaduto e ho visto diversi soldati israeliani e due giovani (palestinesi) sul terreno. Un soldato si è avvicinato a uno dei giovani che si muoveva (ancora) e ha aperto il fuoco… più tardi i soldati hanno coperto i due uccisi con dei teli neri e li hanno portati verso una destinazione sconosciuta”. La testimonianza è stata confermata da un video girato da un attivista del centro per i diritti umani B’Tselem
L’agenzia Ma’an riferisce che almeno 203 palestinesi sono stati uccisi dallo scorso ottobre, quando è cominciata l’Intifada di Gerusalemme (nello stesso periodo sono stati uccisi almeno 30 israeliani). Per le autorità israeliane gran parte delle vittime palestinesi erano “attentatori intenzionati ad uccidere”. Più parti in questi mesi hanno criticato Israele denunciando quella che definiscono una politica di “esecuzioni extragiudiziali”. Quasi sempre i palestinesi responsabili di attacchi tentati o compiuti sono uccisi sul posto dalle forze militari. Pochi sono stati sino ad oggi i casi di attentatori arrestati. Per Israele invece i soldati semplicemente sparano per legittima difesa.
Molti spiegano gli attacchi all’arma bianca compiuti in prevalenza da giovani con la frustrazione che attraversa la nuova generazione palestinese di fronte a quasi 50 anni di occupazione militare israeliana. Per il premier israeliano Netanyahu invece gli attacchi sarebbero causati dal fanatismo religioso e dall’istigazione che, a suo dire, arriverebbe dai mezzi d’informazione. Ieri sera Netanyahu ha paragonato gli attacchi compiuti dall’Isis a Bruxelles agli accoltellamenti palestinesi. Nena News