“Nell’agosto del 1961 viene posta la prima pietra
del Muro di Berlino, che fino al 1989
ha diviso in due la città e il mondo.
Il Muro di Berlino è caduto
ma in molte parti del mondo
continuano ad esistere muri di pietra,
muri di cemento, muri di ferro, muri di sabbia.
Muri di pregiudizio.
Muri visibili e muri invisibili.
Muri che si alzano e muri che crollano ogni giorno.
Forse i muri più difficili da abbattere
sono quelli dentro di noi.”
“Muri” racconta la quotidianità di due barriere, una visibile e una invisibile, ma entrambe drammaticamente concrete: il confine tra Messico e Stati Uniti e il ponte che divide la parte Nord dalla parte Sud della città di Mitrovica, in Kosovo.
Un muro visibile tra Messico e Stati Uniti
Nogales, città dello stato di Sonora, frontiera USA e Messico. Su un totale di circa 3.200 kilometri di confine tra i due Paesi, è stato costruito un muro di 1.000 kilometri; muro anti-immigrato produttore di morte e violenza che non solo non ha fermato l’ingresso di immigrati clandestini negli USA ma ha incrementato i guadagni dei trafficanti e dei cartelli messicani.
Un muro invisibile tra Mitrovica Sud e Mitrovica Nord
Mitrovica, Kosovo, città separata in due dal letto del fiume Ibar. A Sud una popolazione in maggioranza albanese-kosovara, mentre a Nord l’enclave serba: a congiunzione delle due realtà un ponte, muro invisibile, simbolo di conflitti etnici e religiosi che da anni dilaniano la città.
Quando le barriere non sono solo fisiche, ma sono soprattutto dentro di noi
Ogni giorno nel mondo vengono erette nuove barriere tangibili, visibili, basti pensare al nuovo muro in Ungheria, ma, come ricordato dal regista di “Muri”, non bisogna dimenticare che “in questa eterna, dolorosa e fiduciosa storia di dialogo e conflitto è importante che cresca la consapevolezza che, forse, i muri più difficili da abbattere sono quelli dentro di noi”.
martedì 12 aprile, ore 21.30
ingresso 3,00 euro
http://www.libreriaanomalia.org/