Il filo spinato di una base militare non è diverso da quello che si trova lungo una frontiera.
Tagliare le reti di un poligono significa dimostrare che i limiti imposti dagli stati sono valicabili. Lottare per distruggere le frontiere assume la stessa valenza.
I confini diventano barriere che vengono innalzate per impedire l’accesso a chi è ritenuto scomodo, un problema da risolvere con burocrazia e manganelli, frontiere e CIE, hot spot e galere.
L’obiettivo del corteo del 7 maggio al Brennero è stato chiaro, dimostrare con determinazione di voler abbattere le frontiere e prendere una posizione netta scegliendo da che parte stare: quella degli sfruttati, contro ogni sfruttatore.
La risposta della repressione non si è lasciata attendere: cariche ripetute, lacrimogeni e manganellate hanno lasciato il segno ma non hanno impedito che per alcune ore la ferrovia e l’autostrada fossero bloccate.
Il prezzo da pagare è stato alto: oltre le contusioni e le ferite, infatti, 4 compagni e 2 compagne sono stat* arrestat*.
Gli sbirri si sono rivelati per quello che sono, l’ennesima frontiera posta ad ostacolo alla libertà, una frontiera prezzolata e sostenuta dagli Stati che nella giornata di ieri ha dimostrato la sua ferocia.
Per questo ci sentiamo complici con chi lotta per rendere valicabili questi limiti, con chi il 7 maggio ha espresso fermamente la propria volontà di abbattere le frontiere. Tutta la nostra solidarietà va ai/alle compagni/e arrestati/e.
Contro ogni frontiera, contro ogni limite invalicabile, per la libertà.
SOLIDARIETA’ CON SABRINA, MIRIAM, STEFANO, CRI, LUCA, NEMO
TUTTE LIBERE, TUTTI LIBERI
Alcuni antimilitaristi sardi
Aggiornamento sugli arresti
I compagni e le compagne arrestat* sono stat* preocessat* per direttissima e scarcerat* la sera del 9 maggio. Condannat* per resistenza a 1 anno con condizionale Miriam, 1 anno e 2 mesi Stefano e Cristian con condizionale, 1 anno e 4 mesi con condizionale a Luca, 1 anno e 4 mesi senza condizionale e con divieto di dimora a Bolzano a Sabri e Nemo.