Almeno 11 persone sono rimaste ferite a seguito di violente proteste scoppiate ieri, in prossimità del luogo dove sorgerà un nuovo stabilimento della Samsung nel nord del Vietnam. L’impianto si trova nella città di Thai Nguyen. Purtroppo 5 di queste persone sarebbero in condizioni gravi.
Secondo alcune fonti, le guardie di sicurezza avrebbero impedito agli operai di portarsi il cibo sul luogo di lavoro, rallentando cosi la loro produttività. Secondo altre, prima di entrare in fabbrica, un loro collega non aveva il cartellino identificativo, per questo motivo le guardie hanno negato l’accesso al sito lavorativo. La tensione è andata crescendo, alimentando il diverbio tra gli operai solidali e le guardie, le quali senza esitare troppo hanno picchiato con il manganello elettrico il lavoratore fino a fargli perdere i sensi.
Ad ogni modo, ne è scoppiata una rissa che ha portato al ferimento di un lavoratore, cosa che ha scatenato tutti gli altri nel rispondere all’intimidazione e ad attaccare le guardie stesse.
Per circa tre ore essi hanno lanciato pietre contro lo stabilimento, incendiato l’entrata e i capannoni ad uso abitativo per le guardie, appiccato fuoco ai ciclomotori e alle macchine presenti nel sito. Sul posto è arrivata la polizia vietnamita, la quale insieme alle guardie ha tentato di arginare la rabbia dei lavoratori, scatenando ulteriori scontri e lanci di pietre.
L’incidente va situato nell’ambito della crescente presenza in Vietnam e in tutta l’area del Sud-Est asiatico di investimenti esteri che esigono in cambio la riproduzione di quel modello cinese di sfruttamento (bassi salari, alta produttività, coercizione fortissima nei luoghi della produzione) che sta andando in crisi nella RPC sia per esigenze di stabilità interna sia per le proteste di massa che si ripetono continuamente, oscurati dal mainstream, in tutta la Cina.
Il governo vietnamita incoraggia questo modello con agevolazioni fiscali agli investitori, desideroso di allontanarsi dalle esportazioni tradizionali di vestiti, scarpe e gamberi verso quelle di prodotti di maggior valore. Ma dopo l’esplosione di conflitto in Cambogia, anche in Vietnam sembrano innalzarsi i primi focolai di ribellione all’ipersfruttamento delle multinazionali come Samsung e dei governi a queste compiacenti.
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