Di seguito viene riportato un testo che mi fa avere la compagna Elisa Di Bernardo, indagata e detenuta fino a pochi mesi fa e tuttora insieme ad altri compagni sottoposta a dure restrizioni, in cui ci chiarisce come siano realmente accaduti i fatti riguardanti l’operazione Ardire:
Il 13 giugno 2012, con il nome di “Operazione Ardire”, vengono eseguite, oltre a una quarantina di perquisizioni, ordinanze di custodia cautelare in carcere per 8 anarchicx in Italia (Katia, Sergio, Alessandro, Giuseppe, Paola, Giulia, Stefano, Elisa) e 2 all’estero (Marco Camenisch e Gabriel Pombo da Silva rispettivamente da 23 e 29 anni prigionieri l’uno in Svizzera e l’altro in Spagna).
Con l’accusa di 280bis, 270bis e 302 (“attentato”, “associazione sovversiva” e “istigazione”, il tutto con finalità terroristica,ma non per tuttx le accuse sono le stesse nonostante il denominatore comune siasecondo l’accusa il 270bis), questx 8 compagnx sono attualmente fuori dal carcere.
Dall’anno scorso ormai sono due le procure che si stanno occupando di questxpericolosx “terroristx”. Concepito dalla p.m. Comodi di Perugia, questo castello accusatorio è stato, infatti, ereditato in parte dalla p.m. Pradella della procura di Milano.
Durante l’agosto 2012 Stefano ed Elisa vengono scarcerati ma non viene loro permesso di uscire dalla galera visto che contemporaneamente ricevono un altro mandato di cattura, sempre dalla p.m. Comodi, che in mancanza d’altro improvvisa un “pericolo di fuga” per giustificare il secondo arresto in un mese e mezzo.
Per loro ricomincia tutto da capo e a settembre, in sede del nuovo riesame, la procura perugina si dichiara incompetente territorialmente e quella milanese vi subentra.
Nel dicembre 2012, in sede di cassazione, la dichiarazione di incompetenza territoriale da parte della procura umbra viene ufficializzata anche per Giuseppe, Sergio e Katia che viene scarcerata immediatamente senza alcun tipo di restrizioni.
Da questo momento le due procure sembrano avere vite indipendenti e, mentre Katia, Sergio, Giuseppe, Stefano ed Elisa vanno a costituire il “filone milanese” di indagini, Alessandro, Paola e Giulia continuano ad essere indagati dalla procura perugina con un particolare: Alessandro (per motivi a noi alieni e che ci rifiutiamo di comprendere dato che nei meandri della legge non siamo interessatx ad entrare) è “sotto” entrambe le procure.
Rispettivamente a febbraio e a marzo del 2013 a Paola e a Giulia vengono concessi gli arresti domiciliari che terminano, senza restrizioni, il 13 giugno 2013 dopo esattamente un anno di custodia cautelare.
Quello stesso giorno si aprono le gabbie anche per Alessandro e Giuseppe a cui però vengono date restrizioni quali: divieto di espatrio, obbligo di dimora e due firme al giorno (!!!). A queste stesse restrizioni vengono sottopostx anche Stefano ed Elisa, scarcerati il 7 settembre , e Sergio, uscito dal carcere il 20 dicembre 2013.
Attualmente, quindi, 4 compagni e una compagna sono ancora sottopostx a queste pesanti restrizioni.
Il 17 gennaio 2014 a Perugia ha avuto luogo, dopo essere stata rinviata diverse volte, l’udienza preliminare per Alessandro, Paola e Giulia: “non luogo a procedere in relazione all’accusa di 270bis”! Rimangono le accuse di danneggiamento con l’aggravante di terrorismo. Purtroppo le restrizioni per Alessandro non mutano essendo indagato anche dalla procura di Milano che non ha ancora chiuso le indagini preliminari dopo oltre tre anni.
La situazione di Marco e Gabriel non è ancora così chiara da poter azzardare un vero e proprio aggiornamento. In questo anno e mezzo Marco non ha di fatto mai ricevuto alcun mandato di cattura e il suo nome compare “solamente” nell’originaria ordinanza di custodia cautelare. A Gabriel invece non hanno mai dimenticato di ricordare il suo “debito” con la “giustizia” italiana ma né la Germania (dove all’epoca di questa operazione repressiva era detenuto), né la Spagna hanno mai permesso una sua estradizione in Italia nonostante la richiesta esplicita.
Elisa Di Bernardo
https://radioazione.org/2014/02/operazione-ardire-chiarimenti-sullinchiesta/
Operazione “Ardire”: Falsa la notizia che il 270 bis era caduto per tutti!
Una compagna indagata, e detenuta fino a qualche tempo fa, per L’Operazione Ardire mi ha appena informato che la notizia riguardante l’esito dell’udienza preliminare del 17 gennaio scorso è FALSA!
Il reato per 270 bis è caduto solo per Paola, Giulia e Alessandro (che, essendo sotto entrambe le procure, tra l’altro, non gli cambia niente sul fronte delle restrizioni). Per quanto riguarda i compagni del filone milanese (cosiddetto), ossia Elisa, Stefano, Peppe, Sergio e Katia hanno ancora le indagini aperte e non è caduto un cazzo.
Si ricorda che 5 compagni hanno “ancora le restrizioni feroci e non c’è ancora luce in fondo a ‘sto tunnel di merda”.