Cariche questa mattina, lunedì 17 febbraio, al picchetto antisfratto di Via Inganni a Milano. A rischiare di finire in mezzo a una strada Hakima e il suo bambino di due anni e la nonna.
Hakima dal 20 dicembre ha una casa in emergenza assegnata, ma ad oggi non le è ancora stata consegnata e l’unica soluzione avanzata dal comune è di trasferirla momentaneamente in albergo. Questa mattina l’ennesimo picchetto antisfratto, dopo il rinvio di soli 10 giorni della scorsa volta. Al fianco di Hakima una trentina di attivisti del Comitato Abitanti di San Siro.
Sul posto sono però arrivate anche due camionette della polizia che ha caricato per due volte il picchetto nel tentativo di impadronirsi dell’ingresso del palazzo, presente anche il fabbro che sta cercando di entrare nell’abitazione dove si sono barricati Hakima e alcuni attivisti per il diritto all’abitare. Una signora anziana, la mamma di Hakima si è sentita male, le ambulanze sono arrivate solo dopo un notevole ritardo.
” Blocchiamo via Inganni contro la vergogna di questo sfratto” l’appello del comitato. Ascolta la prima corrispondenza con Matteo del comitato abitanti di San Siro.
Ore 9.15: ” Basta case senza persone, basta persone senza casa” da via Inganni è partito un corteo con gli attivisti.
Ore 8.54: i poliziotti ostacolano l’uscita della barella del 118 che ha soccorso la mamma di Hakima che si è sentita male e ripartono alcune manganellate.
Ore 11.00: lo sfratto di Hakima e della sua famiglia è stato eseguito, mentre le sedi degli uffici comunali sono state blindate e presidiate dalla polizia. Gli attivisti si sono riuniti per riorganizzarsi.
Giovedì 20 febbraio appuntamento sotto la regione, per il presidio indetto dai sindacati degli inquilini per denunciare i 5000 alloggi vuoti in città, mentre le famiglie come quelle di Hakima vengono sbattute in mezzo a una strada. Ascolta la corrispondenza finale sempre con Matteo del Comitato abitanti di San Siro.
Fonte: radioondadurto