Questa mattina alle ore 9 alcuni operai del Cociv hanno iniziato la cantierizzazione di un’area alla Pieve di Novi Ligure, in uno dei punti dove è previsto il passaggio della linea del Terzo Valico. Gli abitanti hanno fatto scattare immediatamente l’allarme avvisando il comitato novese No Tav – Terzo Valico che ha deciso di provare a dare una risposta immediata chiedendo agli attivisti del movimento di recarsi sul posto. Con la generosità di sempre sono molte le donne e gli uomini a rispondere all’appello. Intorno alle ore 12 una sessantina di persone decidono di bloccare lo scempio sul nascere entrando nell’area. Come da consuetudine rimuovono le recinzioni arancioni e tolgono i paletti di ferro. L’azione dura una decina di minuti e poi gli attivisti si ritirano e tornano alle loro attività.
Il tempo di reazione del movimento è stato quasi immediato e nonostante si trattasse di un giorno lavorativo davvero tante sono state le persone che hanno voluto dare un segnale chiaro e preciso agli uomini del Cociv e alla classe politica che sostiene la realizzazione del Terzo Valico. Dopo Arquata, Pozzolo e Isoverde le reti del Cociv sono cadute anche a Novi e questa volta dopo poche ore. Mentre scriviamo del Cociv a Novi non vi è più traccia. Se torneranno loro torneranno anche i No Tav.
Se qualcuno pensa di poter lavorare indisturbato alla devastazione delle valli interessate dal Terzo Valico come fatto al Mugello oggi ha avuto un’ulteriore conferma di quanto questo non sia possibile. Il movimento con tutte le sue carte continua la sua lotta fatta di volantinaggi, banchetti, assemblee, raccolte firme, ricorsi, esposti, marce popolari, blocchi degli espropri e azioni di disturbo ai cantieri del Cociv.
Prossima tappa di mobilitazione Sabato 5 Aprile ad Arquata la marcia popolare fino al cantiere di Radimero. Una marcia come sempre pacifica e determinata a riprendersi la propria terra.
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