Solidarietà urgente con detenuto del carcere di Pescara

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Segue una lettera ricevuta dalla redazione di Olga che riteniamo importante diffondere con particolare urgenza:

Lettera dal carcere di Pescara

Cari compagni di Olga,
con molto piacere ho ricevuto il vostro opuscolo e vi ringrazio molto.


Oggi vi scrivo per chiedervi consigli ed aiuti, ho bisogno se possibile di diffondere la notizia che al lager di Pescara è appena stato trasferito un compagno in stato di anoressia, il suo nome è Caltagirone Giovanni e vorrei si mobilitassero più compagni possibile e far arrivare questa notizia a delle associazioni per i diritti dell’uomo, giornali, ecce cc.
Compagni, dovreste vederlo! È in sedia a rotelle, ieri quando lo ho hanno portato in infermeria pesava “vestito” 45 chili. Anche i suoi ragionamenti non sono lineari e mi sembra piuttosto normale visto che non riesce a mangiare da mesi, a malincuore posso dire che sono in stanza con uno zombie, è scheletrico, insomma non è adatto a vivere in un lager.
Prima di essere trasferito in Abruzzo stava al C.C. di Velletri, lì più volte si è sentito male, è stato più volte ricoverato all’ospedale Pertini di Roma, ma senza nessun risultato positivo.
Io ho già scritto al mio avvocato chiedendogli di venirlo a visitare (domani alla matricola ci occuperemo della nomina), gli ho chiesto di far venire un dottore/perito che certifichi in via ufficiale quello che è ovvio agli occhi di tutti!!!! E cioè che questo compagno è incompatibile con il regime carcerario.
Chiedo l’aiuto di tutti, di tutte le associazioni che magari anche in piccola parte si possano interessare al suo caso per far sì che non ci sia un’altra morte in carcere nell’indifferenza di tutti!!!
Non si può nel 2014 ancora morire in una cella, non si può dire alla propria donna di non portarti i figli a colloquio perché non vuoi fargli vedere il proprio padre ad un passo dalla morte, non puoi far diventare ogni giorno di colloquio un giorno di sofferenza, perché puntualmente vedi negli occhi di tua moglie la disperazione.
Stiamo qui perché un giudice ci ha condannato, ma non era la pena capitale!!”
E poi una volta per tutte ribelliamoci a queste schifezze, questi aguzzini non possono disporre della vita e della morte delle persone… prima che prigionieri siamo uomini, mariti e padri e fuori da queste mura schifose, lontano da queste infamità ci sono delle persone che aspettano il nostro ritorno.
Cari compagni, ora vi saluto augurando una presta libertà a voi tutti/e, e grazie in anticipo per il vostro aiuto.
Pescara, 6 luglio 2014

Ivano Matticoli, Via San Donato 2 – 65129 Pescara

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