Il 22 marzo 2014 in Germania, a Berlino, si è tenuta un’importante manifestazione contro la repressione. Questa manifestazione è stata organizzata come risposta alla sempre più crescente repressione che lo stato tedesco sta attuando contro il movimento rivoluzionario in Germania. Infatti da circa un anno una serie di operazioni poliziesche ha colpito organismi politici, centri di documentazione, centri sociali, singoli compagni. Una delle più massicce è stata quella del maggio 2013 nelle città di Berlino, Magdeburgo, Stoccarda contro alcune strutture militanti come il Netzwerk freiheit fuer alle politischen gefangenen (Rete libertà per tutti i prigionieri politici).
Centinaia di sbirri in tenuta antisommossa hanno effettuato decine e decine di perquisizioni in sedi politiche e appartamenti di compagni. Una decina di questi compagni è stata inquisita con l’accusa di appartenere all’organizzazione clandestina “Cellule di Azione Rivoluzionaria”(R.A.Z.). Quest’organizzazione ha compiuto in alcune città tedesche in questi anni alcune azioni contro obiettivi militari dell’esercito tedesco. Ad alcuni dei compagni indagati è stato prelevato con la forza il DNA. Contro di loro verrà istruito un processo.
Nei mesi scorsi ci sono stati altri attacchi repressivi contro il movimento, ad Amburgo e a Dresda. Ad Amburgo la polizia ha chiuso il Centro Sociale Rote Flora, un vero e proprio punto di riferimento per l’area della sinistra extraparlamentare. Ne è seguita una forte resistenza , con scontri con la polizia, feriti e fermi. A Dresda, le strutture impegnate nell’antifascismo militante, sono state ripetutamente attaccate dalla magistratura e dalla polizia e i militanti sottoposti ad arresti e processi.
Ma è un po’ in tutta la Germania che si acuisce la repressione: molti militanti vengono indagati con l’Articolo del codice penale 129 e 129b (paragonabile al 270 e 270 bis in Italia), il controllo poliziesco è costante: pedinamenti, intercettazioni telefoniche, microspie nelle auto dei compagni sono sempre più lo strumento utilizzato contro chi si organizza e lotta contro questo sistema.
Per non parlare poi della situazione dei prigionieri rivoluzionari. Le condizioni cui sono sottoposti prevedono isolamento, censura della posta e vessazioni di ogni tipo, soprattutto contro i prigionieri comunisti turchi.
Contro tutto questo il “movimento”tedesco si sta organizzando, pur tra mille difficoltà e sta mettendo in campo tutta una serie di iniziative volta a contrastare quest’ondata repressiva.
Come dicevamo prima, il 22 marzo si è tenuta la manifestazione a Berlino. Più di 1500 compagne/i
hanno sfilato per le strade, in modo militante, sotto stretto assedio della polizia antisommossa. Centinaia di poliziotti circondavano il corteo, anche e soprattutto ai lati, attuando continue provocazioni; ma il corteo non s’è fatto intimidire: ha continuato a sfilare, senza cedimenti, scandendo slogan contro la repressione e il capitale, concludendosi davanti al carcere di Moabit, dove ci sono stati alcuni tafferugli e alcuni compagni sono stati fermati (e poi rilasciati) dalla polizia.
Il “Gruppo di Basilea per la costruzione del Soccorso Rosso Internazionale” ha partecipato a questa manifestazione, inviando una delegazione composta da compagni svizzeri, italiani e tedeschi.
Come Collettivo contro la repressione per un Soccorso Rosso Internazionale(CCRSRI), abbiamo fatto parte di questa delegazione per esprimere il nostro sostegno militante ai compagni inquisiti e per sviluppare la solidarietà di classe internazionale, come percorso da rilanciare all’interno della più generale lotta contro il capitalismo.
Il corteo del 22 non è stato l’unico momento di mobilitazione: infatti sempre a Berlino, davanti al carcere femminile di Lichtenberg è stato organizzato un presidio di solidarietà con la compagna turca Guelaferit Uensal.
Erano presenti una quarantina di compagne/i, per la stragrande maggioranza turche/i, che hanno fatto sentire, con slogan e canti rivoluzionari, la loro solidarietà alla compagna prigioniera, in lotta contro le pesanti condizioni carcerarie cui è sottoposta.
Oltre a quella di Berlino, la mobilitazione contro la repressione, ha visto altri momenti significativi, con iniziative ad Amburgo e Stoccarda; la più importante è stata la manifestazione.il 18 marzo*, davanti al lager di Stammheim, carcere simbolo della repressione più feroce, dove fino a pochi mesi fa erano rinchiusi alcuni prigionieri rivoluzionari turchi e dove(vogliamo ricordarlo sempre), lo stato tedesco assassinò nel 1976 la compagna Ulrike Meinhof e nel 1977 i compagni Andreas Baader, Jan Carl Raspe e la compagna Gudrun Ensslin, tutti militanti della R.A.F.
Queste giornate di mobilitazione contro la repressione e in solidarietà con i rivoluzionari prigionieri, pur con molti limiti, hanno comunque rappresentato un momento importante al fine di rilanciare la solidarietà di classe e vanno intese non come un punto d’arrivo, ma come base per rafforzare l’unità fra tutti coloro che sono colpiti dalla repressione, per sviluppare il dibattito su temi come la controrivoluzione preventiva e per estendere la mobilitazione contro le politiche repressive degli stati imperialisti.
CONTRO LA REPRESSIONE!
SOLIDARIETA’DI CLASSE INTERNAZIONALE!
ABBATTERE IL CAPITALISMO!
* Nel 1923 il Soccorso Rosso Internazionale dichiarò il 18 marzo”Giornata Internazionale del sostegno ai prigionieri politici”. Fu scelto il 18 marzo per ricordare il giorno dell’insurrezione in occasione della Comune di Parigi, nel 1871, dove migliaia e migliaia di Comunardi furono uccisi dalle forze della Reazione.
COLLETTIVO CONTRO LA REPRESSIONE PER UN SOCCORSO ROSSO
INTERNAZIONALE
ccrsri1@gmail.com ccrsri1.wordpress.com
marzo 2014