È PIÙ VIOLENTO PRENDERLE O DARLE?
A proposito dei fascisti a Trento
A Trento, da quando a Madonna Bianca è stata inaugurata la sede di Casapound, gruppo politico dichiaratamente fascista, le aggressioni a sfondo politico, razziale, sessista sono sistematicamente aumentate.
Anche se questi bravi ragazzi “non c’entrano mai niente”, da quando ci sono loro, per chi ha un aspetto a loro non gradito, o viene riconosciuto come vicino ad ambienti di sinistra, Trento è diventata meno vivibile. A parte un paio di iniziative di propaganda, l’attività principale del gruppo è calare in città per menare qualcuno.
L’ultima “calata” è costata ad alcuni ragazzi, sospettati di essere di ritorno da una serata al centro sociale Bruno, diverse ferite e cure mediche perché pestati sul ponte di San Lorenzo.
Queste spedizioni squadriste avvengono con la palese collaborazione delle forze dell’ordine. Prima di muoversi i fascisti ridono e scherzano con carabinieri e polizia. Aggrediscono in gruppo solo quando “qualcuno” li avvisa che gli antifascisti hanno finito il giro di attacchinaggio.
Il 28 ottobre scorso, a Trento, un gruppo di “fascisti del terzo millennio” stava festeggiando la laurea di un loro militante.
La notizia della presenza di fascisti in un bar di piazza Venezia fa il giro della città.
Un raduno di fascisti, è ormai risaputo, vuol dire una ronda in cerca di qualcuno da menare: antifascisti, stranieri, senza casa, prostitute, zingari. Tutti quelli che la parte forcaiola della città vorrebbe eliminati. D’altro canto, i fascisti fanno quello che la propaganda razzista suggerisce.
Qualcuno decide che ai fascisti bisogna cominciare a dare il benservito. Così un fascista, uno degli aggressori dei ragazzi pestati sul ponte San Lorenzo, rimedia un bel po’ di botte. Superfluo dire che non ci dispiace.
I fascisti subito dopo entrano nel bar e minacciano con i coltelli bariste e titolari, rei, secondo loro, di aver avvisato gli antifascisti della loro presenza. Non c’è dubbio: si sentono protetti.
C’è chi dice che non si può reagire con la violenza alla violenza fascista, perché si entrerebbe in un vortice senza fine. Noi non siamo di questo avviso: crediamo che chinare il capo sia molto più pericoloso, perché non mette un freno alle aggressioni.
C’è chi dice che è necessario e giusto denunciare le aggressioni alla polizia e alla magistratura. A chi? A quelli che hanno ammazzato Cucchi e girano indisturbati?
Solo l’azione diretta ci potrà liberare da queste mosche cocchiere dello Stato e del capitale.
anarchiche e anarchici