COME È BELLO FAR L’AMORE CON CASAPOUND DA TRIESTE IN SU
ovvero
SE VEDO UN PUNTO NERO CI VADO AL BAR
Ovunque, 3 novembre 2015
Una domanda sorge spontanea quando si sentono certe voci.
Ma qual è Casa Clown, Casa delle Culture o Casa Pound?
Noi “anarcomatti che sentiamo le voci”, come ci hanno definiti,
sicuramente non quella del leader di CPI Trieste, con cui – pensate un
po’ – non ci sembra proprio il caso di parlare. Sarà che siamo
antifascisti?
Sappiate invece che ci sono degli “antifascisti” – pensate, amano
definirsi proprio così –, grandi amanti della pace sociale,
addomesticati e addomesticatori, che non disdegnano di parlare con i
fascisti, né di incontrarsi con loro.
Quello che è successo, alcuni mesi fa, che ci sembra comunque attuale al
fine di avviare una riflessione, che all’epoca non vi è stata, essendo
solo ora il fatto di pubblico dominio, è che il capetto dei
disobbedienti di Trieste, siti in Casa delle Culture, regalo del comune,
ha pensato bene di avere un incontro personale, e lo ammette senza
vergogna, con il capetto dei fascisti della tartaruga (prossimi
all’apertura della sede triestina) per accordarsi sui limiti e i metodi
dello spettacolo dei loro fronteggiamenti.
Niente di nuovo sotto il sole, solo, evidentemente, si sono detti: se
funziona così bene da così tanti anni con gli amici sbirri, perché non
cominciare anche con gli amici fasci?
Nulla che ci sorprenda, sia chiaro, a ‘sì tristi spettacoli siamo ben
abituati, ma ci preme di auspicare che ci si comporti di conseguenza con
questi “collaboratori” e collaborazionisti.
Smettiamo di combattere solo sbirraglia e fasci. Smettiamola di farci
accomunare in fantomatici movimenti che a osservare sono solamente gli
accordi democratici che prendono con il nemico, siano essi sbirri o
fascisti, pur di limitare i danni che gli individui indipendenti
potrebbero arrecare al loro caro ordine costituito. Attacchiamo la
sinistra, la politica, i cittadinisti e loro smania di pompierare il
fuoco della ribellione e di recuperare la rabbia incontrollabile contro
tutto l’esistente.
Individualità anarchiche
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