Molte cose si sono mosse nel CIE di Ponte Galeria in seguito alla rivolta di venerdì 11 dicembre. Già ieri sono stati liberati alcuni ragazzi fermati durante l’incursione al centro Baobab. Oggi apprendiamo che molte persone recluse nella sezione maschile sono state liberate con un foglio che invita a lasciare il paese entro sette giorni.
Da dentro ci dicono che verso le nove del mattino la polizia è entrata nelle celle, prima annunciando il trasferimento di 6 ragazzi richiedenti asilo nel CIE di Bari Palese e di altri 5 nel CIE di Brindisi, poi annunciando la liberazione di tutti gli altri.
La sezione maschile del CIE di Ponte Galeria sembrerebbe al momento chiusa.
Nei giorni passati abbiamo assistito a visite nel CIE romano da parte di esponenti di Sel, associazioni e campagne para istituzionali, con lo scopo di denunciare le condizioni di vita nel CIE e chiedere la liberazione delle persone internate durante la retata al centro Baobab. I fatti dimostrano che la liberazione si ottiene in tutt’altro modo.
Undici persone non hanno però ritrovato la libertà da quelle gabbie e sono state trasferite in altri CIE: erano “richiedenti asilo” ovvero una delle categorie di persone inventate dagli stati per rafforzare il controllo dei flussi migratori. La recente apertura degli Hotspot ne è la dimostrazione.
Nella sezione femminile ci sono ancora circa 50 ragazze recluse, la maggior parte delle quali sbarcate da poco a Lampedusa. Le condizioni di vita nel centro, ci dicono da dentro, sono come sempre pessime, per mancanza di acqua e riscaldamento.
Se le persone recluse hanno chiuso una parte del centro, spetta a tutte e tutti non farla mai più riaprire, osteggiando i collaborazionisti che vorranno ristrutturare e fortificare il CIE di Ponte Galeria, sostenendo le lotte delle persone recluse.
Alcuni nemici e alcune nemiche delle frontiere
Rome: Short report of last week’s uprising in Ponte Galeria detention centre
From the comrades at Hurriya
On 11 December, a cop harassed and beat a guy detained in Ponte Galeria (the immigration prison outside Rome) after he fell sick and was taken to the Hospital. Left alone in a cell, the detainee cut his wrists. When the other prisoners saw their friend covered in blood, they started a riot that spread through all of the men’s section of the dentention centre. Mattresses were burnt and the cells were completely destroyed. Prisoners were made to sleep in the corridors and in four cells that had been devastated in a previous riot.
A sit-in demonstration had already been called for the next day (12 December) outside the women’s section of Ponte Galeria. On the day, the women inside were locked in their rooms, refused access to the outside areas in order to avoid any communication with the people standing in solidarity with them. An hour into the demo, a further protest began in the male section, people occupied the roof and set more of the prison on fire.
Due to the fire, the mens section of Ponte Galeria was shut down and evacuated. Some of the prisoners have been sent to the detention centre in Bari.
Following the evacuation of the men’s section, prisoners in the women’s section began a hunger strike. This is now over, after the women were threatened and five of them deported to Nigeria. The men’s section remains closed.
Solidarity to all those imprisoned and fighting for their freedom.
http://rabble.org.uk/rome-short-report-of-last-weeks-uprising-in-ponte-galeria-detention-centre/