Dalla stampa di regime (“Il Piccolo”, 9-10 aprile 2016, “Messaggero Veneto”, 9-11 aprile 2016) si apprende che nel carcere di Gorizia (che ha 28 secondini in servizio, ma solo in questo momento perché l’organico in realtà è di 40 e addirittura 43 o 48 ne sono previsti) è stata aperta una sezione per omosessuali, unica nel Friuli Venezia Giulia, nella quale ci sono tre detenuti, provenienti da Trento e da Bolzano. I detenuti di questa sezione per omosessuali non vengono mai fatti uscire dalle celle (e questo viene ammesso persino dalla stampa di regime, mentre F.N.L.-C.I.S.L. racconta che essi hanno 2 ore d’aria al giorno) e gli vengono proibite per c.d. attività culturali, scolastiche e lavorative.
A brve si procederà alla schedatura del D.N.A. dei detenuti. Non c’è un direttore in pianta stabile.
Nella galera di Goriza, in via Barzellini, sono rinchiuse in questo periodo circa 40 persone, la metà delle quali è di origine straniera.
Non passa giorno che si verificano episodi di autolesionismo e il taglio delle vene dei polsi è più frequente.
Stanno procedendo il progetto di ristrutturazione della seconda ala della prigione.
La sezione per omosessuali reclusi di Gorizia è stata attivata a metà agosto su indicazione del Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria del Triveneto, che ha competenza sulle carceri di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige. Il provveditore è Enrico Sbriglia, peraltro già direttore del carcere di Gorizia. Il circuito dedicato agli omosessuali è l’unica struttura nel suo genere aperta nel territorio della circoscrizione ed è tra le poche attive in Italia. A Belluno è invece in funzione una sezione destinata in maniera specifica ai detenuti transessuali.
Il primo detenuto gay ha varcato la soglia della cella ricavata al primo piano dell’istituto di pena di via Barzellini lo scorso agosto, seguito da altri tre arrivi: uno degli ospiti, nel frattempo, ha lasciato la struttura circondariale a gennaio, dopo la concessione degli arresti domiciliari. Un mese dopo, la nuova sezione ha accolto un prigioniero del Trentino Alto Adige destinato al carcere di Gorizia dopo aver dichiarato la propria omosessualità.
Gli spazi riservati ai detenuti gay si trovano al primo piano del penitenziario del capoluogo isontino, “nell’ala appena ristrutturata”, come specificato da Alberto Quagliotto, che in queste settimane sostituisce alla guida del carcere la direttrice Irene Iannucci.
L’area si estende su una superficie di 63 metri quadri, con due stanze e un bagno: sono state ricavate una zona giorno, con angolo cottura e tavoli, e una zona notte, attrezzata con tre letti.
Le problematiche, tuttavia, non mancano: a causa della mancanza di personale e dell’isolamento dell’ala ristrutturata rispetto al resto dell’immobile che ospita il penitenziario, i tre detenuti ospitati nella sezione protetta non possono prendere parte alle attività di rieducazione previste.
L’Arcigay (esattamente il presidente di Arcigay Friuli, Nacho Quintana Vergara) chiede di aumentare il numero dei piantoni nella galera di Gorizia.
Secondo la F.N.L. (Federazione Nazionale Sicurezza)-C.I.S.L., un sindacato di sbirri: “non sono mai stati negati diritti ai detenuti, tantomeno ai tre detenuti nella nuova sezione omosessuali”. Sono le parole di Alessio Macor, sovrintendente della polizia penitenziaria in servizio in via Barzellini e rappresentante della F.N.S.-C.I.S.L. Gorizia, che minimizza anche l’impedimento per i detenuti omosessuali di svolgere delle attività. Anzi, dipinge il lager come un posto confortevole.
I secondini di Gorizia hanno una unità distaccata al gruppo sportivo Fiamme Azzurre.
https://alcunianarchiciudinesi.noblogs.org/post/2016/04/11/gorizia-9-11-4-16-aggiornamenti-sul-carcere/