Ormai il limite del ruolo di Procuratore di Giancarlo Caselli è superato abbondantemente. Non solo sul piano di sua competenza, quello giudiziario, dove nel tempo si è reso protagonista di una crociata contro il movimento notav senza precedenti. Crociata, si è il termine corretto, perchè tutta la vicenda “magistratura vs notav” è costellata da anomalie ed esagerazioni costruite ad arte come abbiamo avuto modo di dire e capire nei due convegni sul tema dei giorni scorsi.
( IL CASO TAV E IL CONCORSO DI PERSONE NEL REATO| Diritto alla Resistenza)
Ora al limite della pensione, finalmente dice ciò che pensa, ed esula molto dal ruolo di magistrato e si configura bene come soggetto di potere favorevole al tav. Nella conferenza stampa di presentazione dell’ennesima campagna repressiva, dove 4 ragazzi sono stati arrestati per il danneggiamento ad un compressore,con l’accusa di terrorismo per dei fatti pieni di “avrebbero potuto ferire”, “potrebbero essere seriamente pericolosi” e quant’altro conosciamo già bene, il procuratore saluta i giornalisti dicendo “non si deleghi la Tav a magistrati e forze dell’ordine”. Giusto se ci si pensa, lo diciamo anche noi che questa non è una qiuestione di ordine pubblico, ma sono inquietanti le parole che vengono dette nel corso della conferenza stampa, dove Caselli spiega come si deve realizzare l’opera, dicendo, semplificando, che se lui arresta tutti poi però lo statoi deve mantenere le promesse e metterci i soldi!
“Un problema così complesso vuole molteplici cure sul piano politico, economico, finanziario e dell’informazione”. “Nel rispetto assoluto delle competenze e delle prerogative altrui, c’è il problema delle compensazioni in Val Susa: se poi non arrivassero, non mi sembrerebbe proprio questa la scelta migliore” ha detto Caselli, che ha proseguito: “C’è poi il capitolo dei risarcimenti alle aziende oggetto di sabotaggio. Un tema stralciato dalla legge sul femminicidio, ma che dovrebbe essere affrontato”, ha aggiunto il procuratore ricordando inoltre anche i 150 milioni di euro “stanziati per il 2015 e poi dirottati verso l’Anas”. Si tratta di questioni “che esulano dalla magistratura, ma parlarne non mi sembra fuori luogo”, ha precisato Caselli, ammonendo: “Altrimenti un problema già complesso rischia di complicarsi ancora di più”. (da Repubblica)
Insomma non ne vuole parlare ma spiega bene come si dovrebbe realizzare l’opera e quindi verso il 27 dicembre, giorno del pensionamento già fuori quota, si lascia andare alle proprie considerazioni, che nulla hanno a che fare con quelle dichiarazioni di qualche tempo fa, dove provava ancora a fare la parte di quello che persegue i reati e non l’idea di chi vuole fermare l’opera. (anche se nell’ottobre scorso configurò le inchieste contro i notav a mezzo stampa)
Per noi è chiaro da tempo, ma c’è ancora qualcuno che ha coraggio di dirci che non c’è niente di personale e un maistrato fa il magistrato…contenti voi.
Il 27 dicembre una bottiglia la stappiamo, ma c’è il serio rischio di trovare il magistrato pensionato, invece di assistere ai lavori stradali come i suoi coetanei o andare ai giardinetti, convocare ancora conferenze stampa contro i notav, e magari prima di andare in pensione, firma ancora due o tre inchieste, così per chiudere in bellezza.
Leggi anche:
Ipotesi sul pensionamento anticipato del procuratore Caselli
E poi non è una crociata contro i notav quella di Caselli
Sciagurata l’accusa di eversione. Una risposta al giudice Caselli
http://www.notav.info/post/caselli-scopre-le-carte-oltre-le-manette-servono-i-fondi-per-il-tav/