E’ uscito a cura dell’edizioni L’Irrazionale, l’opuscolo “Simón Radowitzky vita di un anarchico”. pag. 50, 3 euro a copia.
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Quel 14 Febbraio 1909 Simón Radowitzky, operaio ucraino ventenne, decise di armare la propria rabbia e colpire un uomo simbolo dell’oppressione, dello Stato, dell’autorità: il Colonnello della polizia, nonché deputato nazionale, Ramón Falcón.
El Coronel Falcón, feroce repressore e fedele suddito del Presidente Figueroa Alcorta, era un volto noto all’interno del movimento operaio, conosciuto per i suoi metodi repressivi e brutali, pienamente condivisi dall’intera borghesia espropriatrice argentina del tempo.
Uno sbirro come si deve insomma, obbediente e spietato.
Fu durante la Semana Roja — una settimana di scioperi e mobilitazioni indetta dalla F.O.R.A., il sindacato anarchico argentino, e dal Partito Socialista, che Falcón rafforzò la sua reputazione di ottimo servitore dello Stato.
Ordinando cariche e pestaggi durante tutta la settimana di mobilitazione operaia fece arrestare centinaia di persone e chiudere moltissimi locali, mettendo al bando anche una serie di periodici considerati sovversivi.
Nei violenti scontri che andarono avanti giorno e notte, molte furono le persone uccise dalla polizia e centinaia i feriti.
Nei giorni successivi diverse mobilitazioni e scioperi seguirono alla carneficina.
Pian piano però la fiammata di rivolta si andava affievolendo; arresti, torture ed espulsioni fecero il resto.
Il Potere era ormai sicuro di aver sconfitto ogni forma di dissenso.
Lo Stato aveva fatto la sua mossa e si convinse di aver posto la parola fine a quella serie di cori e azioni di protesta che si erano levati dai bassifondi della società.
Fu in questo contesto che Simón prese la decisione di agire.
Era consapevole che sarebbe bastata la sua determinazione per restituire il colpo subito e per poter dar voce a quella massa di sfruttati che giornalmente mendicava la propria vita sotto la tirannia di un misero salario.
Dopo essersi costruito un ordigno artigianale si mise sulle tracce di Falcón fino a quando, dopo aver individuato la carrozza sulla quale viaggiava, con un gesto deciso e risoluto gli scagliò contro la sua bomba ponendo fine alla vita del Coronel.
Simón non colpì solamente un uomo ma un’intera classe sociale, quella dei parassiti.
Dopo quel giorno nessuno sfruttatore sarebbe stato più al sicuro.
Poco prima di esser arrestato e portato via, infatti, il giovane ucraino lanciò un grido verso la folla di borghesi impettiti che passeggiava per il Callao: «Ho una bomba per ognuno di voi! ».