In questo teatro…

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In questo teatro, in cui l’immagine della vita sostituisce la sua realizzazione, la sola scelta sembra essere tra la diversità dei ruoli che ci vengono offerti. La separazione regna ovunque — che sia tra i diversi ruoli del repertorio di un attore individuale (per esempio, al lavoro o nel tempo libero) o nella “comunicazione” tra un attore e un altro.

Come per un tacito accordo, tutti quanti accettano l’ineluttabilità di questa farsa. Il malcontento si limita a rivendicare una nuova messa in scena o una più giusta distribuzione dei ruoli. Qualcuno, insoddisfatto da questa forma di “cambiamento”, improvvisa personaggi più gradevoli, testi più divertenti, nella gamma di ruoli che gli è consentita. In questo modo essi ravvivano un intreccio trito e ritrito e lo spettacolo continua, the Show goes on.
Gli aspetti del dramma meno plausibili sono sostenuti dalle attrattive ideologiche. Così il genere nella sua interezza non è mai messo in questione, allontanando il giorno in cui faremo veramente crollare il palco.
In un gioco in cui ogni scelta è una negazione di sé, la sola alternativa reale è rifiutare di giocare.
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Nel rovesciamento di prospettiva, ogni elemento del dramma è visto in relazione con tutte le possibilità reali: proiettato nella totalità. La costrizione, la mediazione, il ruolo sono rifiutati e sostituiti dai loro contrari, tre progetti inseparabili: la partecipazione, fondata sulla passione del gioco; la comunicazione, fondata sulla passione d’amore; e la realizzazione, fondata sulla passione di creare.
Secondo i propri criteri, lo spettacolo sembra andare avanti pacificamente giacché, fondato sulla separazione, il frammentario, esso non può concepire l’unità di questi progetti come trasparenza di relazioni umane che favoriscano la partecipazione reale di tutti alla realizzazione di ciascun individuo.
Così, lo spettacolo osserva con fiducia i suoi attori continuare a ripetere le loro battute, ignorando che si stanno introducendo alcuni “capovolgimenti” che non potranno risolversi “drammaticamente” se non con la sua distruzione.
Prendendo i nostri sogni e i nostri desideri come base della nostra attività, e partecipando a questo gioco in maniera totale e coerente, noi ci poniamo in contraddizione con tutto ciò che contraddice il nostro progetto fondamentale: la libera costruzione della vita quotidiana.
GRUPPO “1044”
Agosto 1970
[Tratto dal sito Bureau of Public Secrets]