Operazione Black-out (24 settembre 2003) – Comunicato degli indagati

machorka3edsw345

Più di 40 perquisizioni: una al Silvestre a Pisa, una a Cascina, una a Vada, due a Tirrenia, sette a Pisa, una a Cecina, due a Livorno, tre a Carrara, due a Querceta, otto a Pietrasanta, una all’Isola d’Elba, tre e Firenze, un a La Spezia, una a Bergamo, una ad Ari (Ch), due a Verbania, una a Sondrio, due a Torino, quattro a Milano, una a Sarzana, una a Biella, una a Cuneo, una a Bologna, una in Svizzera.

L’ondata di perquisizioni ha interessato l’area anarchica e libertaria con l’aggiunta di tre perquisizioni, due Pietrasanta a un compagno e una compagna di Laboratorio Marxista e una a Sarzana a un compagno comunista.
Tra tutti questi perquisiti, tredici gli avvisi di garanzia per associazione sovversiva 270bis, una notificata in cella a Pfaffikon a Marco Camenisch, una a sua moglie, quattro a Pietrasanta, tre a Pisa, una a Rosignano, una ad Ari (Ch), una a Verbania, una a Sondrio.
Queste le fredde cifre dell’operazione BLACK-OUT, l’inchiesta condotta dai sostituti procuratori genovesi Canepa e Canciani e dai ROS.
Noi vogliamo dire poche parole ma chiare, vogliamo continuare a parlare del ribelle ecologista Marco Camenisch che alla fine degli anni Settanta praticava il sabotaggio per contrastare la morte nucleare delle centrali svizzere; condannato per questo a dieci anni di carcere, per poi riprendersi la libertà con l’evasione e la latitanza.
Con il nome di Martino ha accompagnato la vita quotidiana di alcuni/e di noi condividendo le emozioni e il pensiero critico contro questa civiltà tossica fondata sull’inquinamento, la morte e lo sfruttamento. Lo abbiamo accompagnato negli undici anni di carcere italiano, continuando ad essere solidali anche ora che Marco sta subendo l’isolamento nelle asettiche galere svizzere.
Non dimenticando la sua umanità, la sua profonda coerenza e il senso di appartenenza alla natura ormai violentata quotidianamente, siamo con lui ogni giorno per esigere la libertà di ogni prigioniero. Intenzionati a non smuoverci di un millimetro da queste considerazioni, riaffermiamo la solidarietà come pratica militante e quindi nessuna intimidazione, nessuna ipotesi repressiva potrà mai provocare un black-out nella nostra coscienza critica, nei nostri affetti e nella nostra identità.
Siamo consapevoli che questo attacco, l’ennesimo, che si aggiunge ad altre inchieste ed ipotesi repressive che coinvolgono: antifascisti, anarchici, comunisti, rivoluzionari, non sono altro che il costante tentativo da parte del potere di difendere ad ogni costo profitti ed interessi di pochi calpestando e reprimendo ogni espressione di rivolta e antagonismo dentro un più generale percorso di lotta che, con mille pratiche diverse, si oppone a questa moderna democrazia liberista, sempre più causa di sfruttamento, oppressione, progressiva distruzione della natura.
Riaffermando la completa estraneità ai fatti contestatici, vogliamo riaffermare che in una società che si autoalimenta di democratiche, legali carneficine e massacri, di continui disastri ambientali e sociali, pretendere di essere “innocenti” significa solo esserne complici rassegnati.
Rivendichiamo con fierezza la nostra irriducibile colpevolezza di continuare a sognare una società più giusta, liberata dallo sfruttamento sull’uomo, sulla natura, sugli animali.
Per un mondo senza galere.

I compagni e le compagne indagati/e

http://www.ecn.org/filiarmonici/blackout-030924.html