Mónika Caballero
Una vez mas
Mano tendida al compañerx
Puño cerrado al enemigx
Compañerxs de la organización de la conspiración de células del fuego les escribo a pocas horas de que comenzará el juicio “caso bombas”, una mala copia del “caso Cervantes”.
El poder y sus lacayos esta intentando condenar por la colocación de un artefacto incendiario en una iglesia, por este hecho arriesgo una condena de 5 a 20 años de pena efectiva, esto dentro del marco de la ley antiterrorista. Se prepara la hoguera de la caza de brujas.
Hasta el 14 de agosto del año 2010 habitaba la casa ocupada la krota, lugar donde se encontraba una biblioteca anarquista (la que fue un festín para las policías ese asqueroso día),mi hermoso hogar paso a ser uno de los “centros de poder” de la fiscalia, uno de los cimientos de la fallida tesis de asociación ilícita terrorista…que insulto para quien escupe el ejercicio de lxs poderosxs. Lxs habitantes de este lugar planteábamos abiertamente la propagación de las ideas antiautoritarias, a lo cual lxs el estado teme.
Mi detención (que duro 9 meses de prisión y 3 meses de arresto domiciliario) no me tomaba por sorpresa los medios de comunicación masiva cimentaban hace varios meses, solo me asombra lo burdo de este, me esperaba mas de las “inteligencias policiales”, en mi contra no existe ninguna prueba directa de mi participación en este y ningún atentado solo hay una acusación de las ideas, con esto no pretendo aferrarme a la legalidad o entrar a la defensa de mi inocencia, el que hacer anarquista no puede ser de otra forma si no es ilícito. Cada hora sentada en el banquillo de lxs acusadxs me siento sucia de ser parte de este proceso democrático, no tengo nada que probarle a ningún juez la única opinión que me importa es la de mis cómplices del crimen de luchar por la libertad y la anarquía, se me quiere encarcelar por no besar la cruz arrepentimiento por no bajarles la cabeza, el panorama es difuso puede que logren encarcelar mi cuerpo o quizás en un futuro próximo, lxs disidentes del capital tiene un pasaje reservado a la cárcel, son los costos de querer expropiarles nuestras vidas a lxs verdugos de los amantes del orden.
Me hermano con ustedes sin jamás cruzar una palabra, cada día que el capital les quita no me pasan inadvertidos se lo que es la soledad de una celda fría, la rabia que te seca la boca al ver cerrar la puerta y odiar cada mañana que ves a esx celadorx, la solidaridad no me es un ejercicio lastimero o “humanitario”, es una herramienta de lucha antiautoritaria, ya no puedo vivir en la paz social del capital me duele y me inquieto al ver a más en las jaulas, hablen o no el mismo idioma sean o no de la misma especie tengan cola, patas o plumas.
Compañerxs ustedes han sido un maravilloso aporte para la difusión de las ideas nihilistas revolucionarias y anarquistas, sigan así, sus letras siempre son un placer leerlas
Hoy puedo disfrutar de un cielo sin rejas, el roce de la piel de algún compañero, caminar por las calles de esta inerte ciudad, en un par de semanas…¿Quién sabe?.
Y por ultimo para ustedes queridos persecutores que analizaran cada coma con un sin fin de especialistas para armar un nuevo proceso, espero que les resulte , sus amos estarán orgullosxs.
Guerra contra toda forma de dominación sedición y revuelta!!!!
¡Viva la conspiración de las células del fuego, que se expandan por todo el globo!
¡que tiemblen los carceleros, jueces, fiscales y matarifes, fuego a las cárceles y mataderos!
¡En la lucha por la destrucción de la autoridad nadie esta solx!
Presxs en guerra a la calle! Diego Ríos, Gabriela Curilem huyan lejos de cámaras y uniformes!
!!!VIVA LA ANARQUIA!!!
Mónika Caballero
Anarquista
Acusada del caso bombas
Santiago, Chile
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Mónika Caballero – Ancora una volta. Lettera alla cospirazione delle cellule di fuoco
Ancora una volta
Mano tesa al compagno
Pugno chiuso al nemico
Compagni dell’organizzazione della cospirazione delle cellule di fuoco, vi scrivo a poche ore dall’inizio del processo “caso bombas”, brutta copia del “caso Cervantes”.
Il potere ed i suoi servi stanno cercando di condannarmi per la collocazione di un ordigno incendiario in una chiesa, fatto per il quale rischio una condanna dai 5 ai 20 anni di carcere, per via dell’applicazione della legge antiterrorista. Si prepara il falò della caccia alle streghe.
Fino al 14 agosto 2010 abitavo nella casa occupata la krota, luogo in cui c’era una biblioteca anarchica (che è stata un banchetto per i poliziotti in quello schifoso giorno), il mio meraviglioso posto passò ad essere uno dei “centri di potere” della procura, uno dei tentativi della fallita tesi dell’associazione illecita terrorista… che insulto per chi sputa sull’esercizio dei potenti. Noi che vivevamo in quel posto lavoravamo apertamente alla propagazione delle idee antiautoritarie, le quali sono temute dallo stato.
Il mio arresto (che è durato 9 mesi di carcere e 3 mesi di arresti domiciliari) non mi ha colto di sorpresa. I media ne parlavano da diversi mesi, mi stupisce solo il modo così grossolano in cui è avvenuto. Mi aspettavo di più dalla “intelligence” poliziesca. Contro di me non c’è alcuna prova diretta rispetto alla partecipazione a questo e alcun altro attentato. C’è solo un processo alle idee. Ma non voglio aggrapparmi alla legalità o entrare nella difesa della mia innocenza, il compito anarchico non può essere di una forma diversa da quella illecita. Ciascuna ora seduta sul banco degli imputati mi fa sentire sporca, per far parte di questo processo democratico. Non ho nulla da provare a nessun giudice, l’unica opinione che m’interessa è quella dei miei complici del reato di lottare per la libertà e l’anarchia. Vogliono incarcerarmi per non baciare la croce del pentimento, per non chinare la testa. Le prospettive sono varie: potrebbero arrestare il mio corpo o forse, in un prossimo futuro, i dissidenti del capitale avranno un viaggio riservato per il carcere. Sono questi i costi dell’aver voluto espropriare le nostre esistenze ai carnefici degli amanti dell’ordine.
Provo fratellanza con voi senza che ci siamo mai scambiati una parola. Ogni giorno che il capitale vi sottrae non passa inavvertito per me. So cosa significa la solitudine di una fredda cella, la rabbia che secca la gola nel veder chiudere la porta e l’odio di ogni mattina guardando questi custodi. La solidarietà non è un esercizio commiserevole o “umanitario”, è uno strumento di lotta antiautoritaria. Non posso più vivere nella pace sociale del capitale. Fa male e m’inquieta vedere altri nelle gabbie, che parlino o meno la stessa lingua, che siano o meno della stessa specie, che abbiano o meno coda, zampe o piume.
Compagni voi siete stati un meraviglioso contributo per la diffusione delle idee nichiliste rivoluzionarie ed anarchiche, continuate così. E’ sempre un piacere leggere i vostri scritti.
Oggi posso godere di un cielo senza sbarre, della carezza sulla pelle di qualche compagno, camminare per le strade di questa inerte città. Tra un paio di settimane… chi lo sa?
Ed infine a voi, cari persecutori che analizzerete ogni virgola con innumerevoli specialisti in modo in modo da imbastire un altro procedimento, mi auguro che abbiate anche questa. I vostri padroni ne saranno orgogliosi.
Guerra contro qualsiasi forma di dominazione, sedizione e rivolta!!!!
Viva la cospirazione delle cellule di fuoco, che si diffondano per tutto il pianeta!
Che tremino i carcerieri, giudici, magistrati e macellai, fuoco alle carceri ed ai mattatoi!
Nella lotta per la distruzione dell’autorità nessuno è solo!
Prigionieri in guerra, liberi! Diego Ríos, Gabriela Curilem fuggite lontano dalla telecamere e dalle uniformi!
VIVA L’ANARCHIA!!!
Mónika Caballero
Anarchica
Imputata per il caso bombas
Santiago, Cile