Sabato 14 dicembre 2013 – ore 17.30 – concentramento davanti al capolinea del tram 3
PRESIDIO SOTTO IL CARCERE DELLE VALLETTE IN SOLIDARIETA’ CON CHIARA, MATTIA, NICCOLO’ E CLAUDIO
CONTRO GLI ATTACCHI REPRESSIVI ALLA RESISTENZA NO TAV!
IN SOLIDARIETA’ CON I COMPAGNI, LA COMPAGNA E TUTTI I PRIGIONIERI!
Repressione No Tav – Comunicati solidali con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò
Riceviamo e diffondiamo alcuni comunicati in solidarietà con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, in carcere per l’operazione repressiva del 9 dicembre contro la resistenza No Tav:
Solidarietà da compagne e compagni di Milano
Lunedì 9 dicembre 2013, su mandato dei PM della Procura di Torino Padalino e Rinaudo, sono state effettuate alcune perquisizioni e quattro compagni sono stati arrestati fra Torino e Milano. I fatti contestati riguardano l’attacco al cantiere del Tav di Chiomonte avvenuto la notte tra il 13 e il 14 maggio 2013. I capi d’accusa sono pesanti: art. 280 e 280bis (“attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione di armi da guerra, danneggiamento”).
Molti ricorderanno quell’episodio, quando anonimi comparvero nella notte, arrecarono significativi danni al cantiere e sparirono così come erano arrivati. Fu proprio in relazione a quell’episodio che un’assemblea pubblica indetta dal movimento No Tav a Bussoleno rivendicò il sabotaggio come possibilità pratica utile e necessaria alla lotta No Tav. Vennero allora richiamati i classici della non-violenza attiva (Capitini, Gandhi, Mandela) a sostegno del sabotaggio, mentre altri avranno modo di richiamare differenti scenari di lotta, da quella dei vari popoli sotto occupazione militare alle azioni contro il nucleare, dalla lotta partigiana all’immenso bagaglio della tradizione operaia. Nonostante il terrorismo mediatico allora inscenato, i sabotaggi non si sarebbero fermati, raccogliendo diffuse simpatie in tutta Italia. Gli ultimi risalgono a qualche giorno fa, ai danni di alcune ditte collaborazioniste a Torino.
Giornalisti e opinionisti vari, politici e procuratori (con l’immarcescibile capofila Caselli) snocciolarono la loro litania del terrore, segnalando il “rischio di un salto di qualità”, le analogie con gli “anni di piombo” e via sproloquiando. Nel quadro non potevano mancare “cattivi maestri”, “covi” e “fogli clandestini”, spacciando per tali innocui romanzieri, osterie di paese e testi distribuiti pubblicamente nel corso di manifestazioni. A seguire: l’apertura di fascicoli d’indagine per terrorismo nei confronti di militanti No Tav in Valle (con relative perquisizioni), incontri ben reclamizzati tra “pool antiterrorismo” delle procure di varie città e oggi le manette.
L’uso del termine terrorismo mira a indebolire il movimento, separando le persone dalla lotta, rappresentandola come una realtà lontana, incomprensibile e assurdamente violenta. Questo termine evoca un mondo intero. Si tratta di farglielo crollare addosso.
Nel mirino non sono solo quattro compagni generosi che conosciamo bene e che amiamo, c’è un’intera Valle che si batte. Sviluppare le potenzialità di questa lotta è la nostra risposta.
‘A sarà düra.
Compagne e compagni di Milano
Che soffi ancora il vento del riscatto
Solidarietà con Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio
Nella notte tra il 13 e il 14 maggio scorso, una trentina di anonimi no tav ha attaccato il cantiere dell’Alta Velocità in Valsusa, danneggiando alcune attrezzature. Un’azione rapida e precisa che aveva dimostrato, una volta di più, che il fortino della Clarea non è inviolabile, facendo aleggiare di nuovo il dolce vento del riscatto. L’azione era stata difesa pubblicamente, in un’assemblea popolare a Bussoleno, dal movimento no tav.
Oggi, 9 dicembre, la polizia politica, su ordine delle Procure di Torino e Milano, ha arrestato quattro compagni (altri tre risultano indagati) per “attentato con finalità di terrorismo”, con l’accusa di aver preso parte all’azione di maggio. Tutto questo a otto anni dall’invasione e dai danneggiamenti di massa del cantiere di Venaus.
Come accaduto tante altre volte (anche in Valsusa, qualche mese fa), lo Stato accusa di “terrorismo” chi resiste ai suoi progetti devastanti, ai suoi cantieri militarizzati, ai suoi gas, al suo filo spinato, alle sue “zone rosse”, ai suoi manganelli.
Non ci interessa sapere se Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio abbiano partecipato o meno all’azione contro il cantiere di Chiomonte.
Ciò che sappiamo è che alla notizia di quell’attacco avevamo gioito come tanti altri, in Valle e non solo.
Ciò che sappiamo che i castani secolari abbattuti dalle ruspe in Clarea sono una ferita aperta, che brucia.
Ciò che sappiamo è che terrorista è chi affama, sfrutta, devasta e bombarda, non certo chi si oppone allo scempio ambientale, chi si batte per un mondo senza profitto e senza potere.
Ciò che sappiamo è che Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio sono nostri amici e compagni, generosi e combattivi, sempre in prima fila nelle lotte, a Torino, a Milano, in Valsusa e ovunque la loro testa e il loro cuore li chiamino.
Ciò che sappiamo è che li vogliamo liberi subito, in strada e sui sentieri assieme a noi.
Ciò che sappiamo è che questi arresti non fermeranno la lotta contro l’Alta Velocità e il sistema che questa incorpora e difende.
Dentro e attorno al movimento no tav è nata e si è diffusa una solidarietà che ha sempre saputo rispondere alle manovre repressive (ogni volta preparate dalla macchina da guerra mediatica), generalizzando le proprie ragioni e le proprie pratiche. Né innocenti, né colpevoli.
Che nessun cantiere dell’ingiustizia – con i suoi mille gangli – si senta al sicuro. “Noi preferire voi scontenti”.
Truppe di occupazione, politici e giornalisti: i terroristi siete voi!
Libertà per Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio!