Atene: Comunicato collettivo dal 4° padiglione di Koridallos

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Siamo costretti ancora una volta a parlare di cose che dovrebbero essere ovvie, sperando e volendo che questa sia l’ultima volta. Ci riferiamo a due testi pubblicati Lunedì sera, 20 Gennaio, su “Inter Arma”, uno di Gerasimos Tsakalos e l’altro di alcuni solidali con la CCF; entrambi hanno insinuato pesanti accuse a nostro carico. Ovviamente, il fatto che ci esprimiamo su entrambi i testi in una lettera aperta non significa in alcun modo che incolpiamo qualcuno per ciò che è stato detto da altri, e vice versa.

Prima di tutto, l’aggiornamento sulle sanzioni disciplinari imposte alla CCF dice che, secondo la direttrice, queste sono state basate su testimonianze del personale carcerario e sul nostro primo testo informativo, quando scrivemmo dell’imboscata della CCF a danno del nostro compagno. Dopo ciò, la prima cosa che abbiamo fatto è stato andata dalla direttrice stessa, alla quale è stato detto di non seminare zizzania ma, piuttosto, di assumersi le proprie responsabilità e fare più attenzione a ciò che dice, lei ha detto che le sanzioni non sono state basate sul nostro testo ma solo sull’incidente stesso, che è avvenuto in pubblico fuori dal 1° padiglione. Ovviamente, non siamo cosi ingenui da credere che lei non abbia mai detto che le sanzioni erano state basate anche sul nostro testo, ma la sua inaffidabilità è mostrata dalle sue stesse parole, che sono contraddittorie, e dal suo ruolo, che è chiaramente ostile verso gli anarchici. Pertanto, nessun anarchico dovrebbe dar credito alle parole di una direttrice; soprattutto nel tentativo di supportare accuse cosi pesanti.

Infatti, nel nostro primo aggiornamento, citammo la CCF senza fare alcun nome in particolare (precisamente perché volevamo evitare che il nostro testo venisse usato per fare accuse), e l’abbiamo fatto perché l’incidente è accaduto a volto scoperto davanti alle guardie e alle telecamere di sorveglianza che stavano registrando. In breve, abbiamo descritto un fatto che era già più che evidente nel controllato ambiente del carcere, cosi l’amministrazione ha deciso di convocare i membri della CCF ad una udienza, basandosi facilmente su informazioni già ottenute, ed è stato completamente irrilevante il nostro aver scritto o no il testo.

Giudicando da quanto detto, e soprattutto perché crediamo che il pestaggio dopo un’imboscata sia di una enorme gravità politica, abbiamo deciso di citare ciò e soprattutto la CCF, per non lasciare ciò seppellito nei confini carcerari ma anche per attribuire ai soggetti coinvolti la loro identità politica, cosicché tutti possano giudicare.

Inoltre, quando Gerasimos Tsakalos ha scritto che alcuni di noi hanno preparato alcuni documenti falsi per lui, al fine di aiutarlo in caso di scadenza della custodia cautelare, non abbiamo mai detto nulla a riguardo, né ci siamo preoccupati se ciò sarebbe potuto essere usato dal nemico, dato che ha creduto che politicamente o anche logisticamente andasse riferito. Due di noi (Giannis Michailidis e Dimitris Politis) gli hanno risposto in un testo politico mostrando rispetto, incuranti se sarebbero stati condannati cinque volte a testa per partecipazione alla CCF esattamente per lo stesso motivo. Adesso, in risposta ad un’altra frase di Gerasimos Tsakalos, che dice che nel nostro ultimo testo abbiamo citato fatti e situazioni che danno informazioni accessibili ad ogni sorta di nemico, diciamo che abbiamo scritto un testo politico, che abbiamo pubblicato su uno strumento politico, e abbiamo fatto riferimento ad UN FATTO SINGOLO INEQUIVOCABILE E AUTOEVIDENTE, il pestaggio. Non neghiamo che abbiamo dato motivazioni (sempre basate sullo stesso fatto, il pestaggio) che espongono POLITICAMENTE l’organizzazione. Questo è stato uno degli obiettivi della nostra critica politica. Rileggendo il nostro testo, si vede che non c’è un solo punto dove parliamo di altre situazioni o fatti. Nemmeno capiamo, ovviamente, come le calunnie fatte dai mass media dimostrino che abbiamo dato informazioni al nemico. Il fatto che i media isolano/distorcono le frasi del nostro testo per supportare la loro propaganda- è qualcosa che ci fa infuriare, ma è anche inevitabile conseguenza del pestaggio stesso, che di per se contribuisce alla propaganda dei media. Inoltre, quando si sfida la possibilità di calunniare la lotta anarchica e si sceglie di realizzare un atto politico implichi l’autoriferimento, innescando un circolo vizioso con questi avvoltoi, oltre a sopportare la responsabilità per la calunnia che segue il tuo atto, dovresti anche aspettarti la corrispondente critica come strumento di espressione politica e, per ultimo, il suo sfruttamento da parte dei mass media che mirano a diffamare e calunniarci tutti, come sempre accade e sempre sarà.

Facili esempi: il pestaggio, descritto dai mass media come “guerra interna” mentre Alba Dorata dice che è stato fatto a causa del denaro delle rapine; o, il testo di Gerasimos Tsakalos riguardo allo sciopero della fame di Kostas Sakkas, testo usato dai fascisti che stavano cercando di dimostrare le relazioni degli anarchici col partito Syriza, e che gli scioperi della fame fatti dagli anarchici fossero falsi.
In riferimento all’ultimo esempio, facciamo una piccola digressione per puntualizzare alcune cose che andavano dette tempo fa, con fine di stoppare finalmente il tentativo goebbeliano di ripetere una bugia o una “verità soggettiva” al fine di costruire una realtà falsa e confusa. Dall’inizio del suo sciopero della fame, siamo stati vicino a Kostas (Sakkas) come suoi compagni, e possiamo confermare ciò che è ovvio; ovvero, la sua lotta è stata reale, autentica e onesta. Non daremo spazio a dettagli medici, o analizzeremo le strategie relative al veloce o lento deterioramento della salute di ognuno) che uno scioperante può seguire per massimizzare la pressione sul Potere. Vogliamo solo dire che, se Kostas non fosse stato rilasciato quel giorno, avrebbe iniziato pure lo sciopero della sete, una scelta che insieme alla sua salute già provata gli avrebbe lasciato solo pochi giorni di vita. Quindi, Kostas è stato determinato fino alla morte per la sua libertà ed ecco perché l’ha ottenuta, riuscendo anche a superare un grande ostacolo rappresentato dai tentati attacchi dei giudici, che potrebbero colpire altri compagni in futuro.

Ritornando e mettendo fine alla questione principale, non scordiamo che tutto questo delirio di terrore è stato creato dai mass media non a causa del pestaggio a Yannis (Naxakis) o di uno dei nostri testi ma, piuttosto, con la pretesa di “rivelazioni” (che non ci riguardano, ne sappiamo se hanno aggiunto o no) in relazione alla recente fuga di Christodoulos Xiros. Piuttosto semplicemente, il potere non vuole lasciare una tale opportunità – di mostrare i conflitti “interni – non sfruttata.

Comunque, ci siamo concentrati su ciò che, secondo noi, è il nodo fondamentale, che ha a che fare con l’attacco organizzato dallo stato contro i prigionieri “pericolosi” (anarchici o no).
Quindi, ci sono cose che possono essere rese pubbliche, senza danneggiare la lotta, e c’è una latente introversione che può solo causare spaccature, frammentazioni e confusioni lontane dall’obiettivo e dalla lotta stessa, qualcosa che, come detto prima, gli avvoltoi dei media e i loro capi vorranno accaparrarsi a proprio vantaggio.

È chiaro che i nostri cammini non si incrociano, le nostre visioni e strategie sono lontane, e i nostri codici di valori sono in conflitto (e queste sono cose che possono essere rese pubbliche), ma ciò non significa che il nemico (il nostro comune nemico nel presente caso) ci distinguerà e ci attaccherà in maniera diversa. Qualunque azione lo stato sceglierà di compiere a livello repressivo, “lanciata” attraverso i media, andrà contro noi e la CCF, o almeno cosi la pensiamo.
Vogliamo smettere di alimentare gli avvoltoi dei media. Possiamo cercare scuse e ragioni per esacerbare un conflitto che soprattutto aiuta lo stato, o cercare di porre fine all’introversione, cosicché ognuno sul proprio percorso possa delineare la strategia di conflitto al fine di conservare quanto ottenuto finora e intensificare la guerra allo stato.

Babis Tsilianidis
Yannis Michailidis
Dimitris Politis
Tasos Theofilou
Argyris Ntalios
Fivos Harisis
Giorgos Karagiannidis
Grigoris Sarafoudis
Alexandros Mitroussias
Andreas-Dimitris Bourzoukos

tradotto dall’inglese

 

http://it.contrainfo.espiv.net/2014/01/28/atene-comunicato-collettivo-dal-4-padiglione-di-koridallos/