Corrispondenze No Tav vol. 7 [prima parte]

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Da tempo ormai, la lotta No Tav si trova al cospetto di uno spregiudicato “uso creativo del diritto” e di una sfrenata fantasia repressiva. Se ne inventano di ogni sorta: da ingenti pene pecuniarie a misure cautelari imposte senza uno straccio di motivazione, da piccoli processi per episodi di nessun rilievo all’accusa di terrorismo.

Il Processone per i fatti del 27 giugno e del 3 luglio 2011 sta facendo il suo corso, mentre con gli arresti del 9 dicembre 2013 ai danni di quattro compagni accusati di “attentato con finalità di terrorismo” in relazione a un sabotaggio avvenuto al cantiere di Chiomonte nel maggio dello scorso anno, la procura torinese ha compiuto il preannunciato “salto di qualità”. Ne abbiamo parlato con un imputato al Processone (Maurizio), un avvocato (Eugenio Losco) e un’attenta osservatrice delle dinamiche repressive (Simonetta). Ne è venuto fuori un ampio contributo che abbiamo deciso di pubblicare in due parti: la presente, relativa all’andamento del Processone, cui seguirà tra un paio di giorni una seconda, relativa all’accusa di “terrorismo”.

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