No, ma davvero tu ami gli SBIRRI ? (it/fr)

Non vraiment, t’aimes les flics 2 (2)

Non vraiment, t’aimes les flics 2 (1)

Li si vede tutti i giorni, in borghese annidati all’angolo di una strada, oppure in forze sui vialoni, a volte nascosti nelle loro macchine o al riparo nei loro commissariati. Qualche volta li si vede che corrono dietro un venditore ambulante, un ladro di brioche, una prostituta o qualcuno che ha frodato i trasporti pubblici. Sono fieri di mostrarci la loro forza, di insultarci, di minacciarci, di molestarci, di portarci via. Sono fieri del loro potere corporativistico, che permette loro di cavarsela sempre, giocando con le leggi che a noi impongono a colpi di manganello. Se il loro è un piccolo mondo a parte, con il proprio linguaggio, le proprie pose da macho, la loro andatura da cowboy, la loro mentalità da schiavi, però il loro lavoro è invasivo per tutti. Sono loro contro il resto del mondo, a parte i ricchi che sono lì per proteggere ed i cittadini-sbirri che fanno una parte del lavoro al loro posto. Sempre spalleggiati dalla giustizia, sanno bene che senza di loro quest’ultima non sarebbe nulla, e pure i giudici lo sanno bene, al caldo nei loro uffici lussuosi, fra le due consegne quotidiane di bestiame umano che gli fanno i loro scagnozzi. I politici e la borghesia che essi rappresentano vogliono civilizzarci a colpi di carota e la polizia tiene il bastone per i refrattari.

 

Ma la più subdola e, alla fine, la più efficace delle polizie è quella che non indossa la divisa. Dal portinaio che racconta loro quello che vede, alla spia prezzolata. Dal cittadino che si sente in dovere di filmare o di chiamarli appena è testimone di una fessura nella sua piccola normalità, al commerciante che installa delle telecamere nel suo negozio, fino a sequestrare lui stesso i ladri. Dalla televisione che ci diffonde in continuazione la sua propaganda di pace sociale, allo psichiatra che addormenta la rabbia a colpi di medicinali. Dal lavoro, che ci tiene occupati ed al nostro posto, intenti a sopravvivere piuttosto che vivere, al professore che ci insegna ad abbassare gli occhi di fronte all’autorità. Dalla politica che ci fa credere che votare possa far cambiare qualcosa in tutta questa merda, allo stadio che ci permette di urlare dietro un pallone per evitare di urlare contro il nostro padrone. Dal patriottismo, che ci mantiene nell’illusione dei ranghi serrati dietro una bandiera, uniti da un interesse comune, ai militari che ci parlano di viaggi, d’avventura e di cameratismo mentre si tratta solo di essere un assassino in nome di quella stessa bandiera insanguinata. Dal prete che ci fa ingoiare le sue ostie scadute e le vecchie promesse di paradiso dopo la morte, allo spacciatore che ci vende la morte prima ancora di aver vissuto. Non tutti hanno bisogno del salario dello sbirro per fare questo sporco lavoro di integrazione sociale, che ha il prezzo della disintegrazione della libertà individuale e della nostra singolarità. Anche se non c’è una divisa su ogni spalla, è sempre la stessa divisa che ci intimano di indossare. Tutti cittadini, tutti sbirri.

Non servirebbe a nulla sbarazzarsi degli sbirri, della giustizia e delle prigioni, se è per lasciare la società intatta, ecco perché dobbiamo minare le fondamenta morali così come le strutture fisiche di questo mondo di dominio, cominciando per esempio coll’imparare a gestire i nostri conflitti fra di noi invece che chiamare il 113, fare appello al sindacato, al padrone o ad una persona influente. Ma per fare ciò, bisognerebbe già far cadere tutti i muri che rinchiudono i nostri immaginari ed i nostri sogni, supposto che siamo ancora capaci di sognare dopo tanti secoli di servitù, di abbruttimento e di rapporti alienati.

Gli sbirri sono delle merde, proprio come questa società, ed il buon senso dice a tutti di non amare la merda.
Sarà loro oppure la nostra libertà.
Prendiamone atto.

Per un mondo senza sbirri e senza autorità.
Per l’insurrezione…

Alcuni/e selvaggi/e.


Cronologia della resistenza all’occupazione poliziesca nella regione di Parigi

-  Aubervilliers, 30 ottobre: verso le 21,30 un uomo “con guanti e passamontagna” (secondo le testimonianze degli sbirri) lancia due molotov contro la recinzione del parcheggio del commissariato. Gli ordigni non sono esplosi ma, nonostante questo fallimento, é il tentativo in sé che deve aver fatto capire le buone intenzioni dell’autore…

-  Parigi XX arr., 6 novembre: un furgone della Croce Rossa viene incendiato in rue des Montiboeuf, a causa della responsabilità di questa associazione umanitaria nella cogestione, insieme allo Stato, delle prigioni per stranieri.
-  Corbeil, 15 novembre: agenti della polizia municipale che stavano cercando delle macchine mal parcheggiate sono fatti bersaglio di pallini di piombo, nel quartiere dei Tarterêts. Uno ha la divisa bucata, ma nessuna ferita, perché si sono nascosti in fretta nella loro macchina.

-  Corbeil, 18 novembre: sempre nella ZSP [zona di sicurezza prioritaria, area in cui la polizia fa sentire di più il suo fiato sul collo, a causa della supposta “insicurezza”, NdT] dei Tarterêts due macchinari sono incendiati in un cantiere di ristrutturazione urbana (danni stimati: 150 000 euro!) e gli sbirri che arrivano cadono in un’imboscata: la strada viene bloccata con dei cassonetti in fiamme ed una quarantina di persone a volto coperto li attacca coraggiosamente e getta loro delle pietre. Solo uno sbirro resta leggermente ferito.

-  La Courneuve, 20 novembre: alle 6 del mattino gli sbirri , alla ricerca di un sospetto, bussano alla porta; un vicino di 68 anni spara con una pistola a piombini e ferisce una guardia al viso, prima di essere arrestato.

-  Parigi XX arr., 9 dicembre: nella notte, un furgone di Vinci finisce in fumo in rue Haxo. Questa ditta gigantesca costruisce (fra altre schifezze) prigioni e CIE.

-  Sartouville, 22 dicembre: un agente della polizia municipale, in forze al centro operativo del sistema di videosorveglianza, viene beccato per strada e riempito di botte da otto persone, due delle quali, purtroppo, vengono arrestate.

-  Kremlin-Bicêtre, 31 dicembre : la notte di Capodanno, gli sbirri vogliono arrestare due giovani che avrebbero esibito una pistola. I due si ribellano ed è con gran difficoltà che le guardie li portano via. Ma quando i due vengono portati al commissariato, ecco un bel gesto di solidarietà: una decina di persone arriva e se la prende con l’edificio della polizia, chiedendo la loro liberazione. Spaccano dei vetri (riuscendo a danneggiare un computer in un ufficio!) e poi se ne vanno velocemente.

-  Parigi XII arr., 6 gennaio: i numerosi vetri blindati del commissariato di rue du Rendez-Vous vengono sfondati e, da quanto si legge nel comunicato, è l’esistenza stessa degli sbirri ed il loro sporco lavoro che sono presi di mira. Come bonus, anche il bancomat della banca di fronte al commissariato si è preso qualche colpo.

-  Parigi XX arr., 7 gennaio: nella notte, un furgone del Comune viene incendiato, a causa della sua responsabilità nella gestione poliziesca della quotidianità.

-  Chelles, 30 gennaio: cinque persone litigano con l’autista di un bus e poi picchiano un poliziotto che non era in servizio, ma ha cercato di aiutare l’autista. Sfortunatamente, qualche giorno dopo la polizia arresta cinque giovani a causa di questa storia.

-  Neuilly-sur-Marne, 24 gennaio: verso le 17, un controllo di polizia finisce male e dei giovani del quartiere delle Fauvettes vengono a scontrarsi con gli sbirri, che chiamano rinforzi (in totale un centinaio di agenti ed un elicottero!). La “calma” sarà riportata solo alle 20.

-  Les Lilas, 29 gennaio: il commissariato che si trova in rue George Pompidou, dietro il municipio, ha avuto le finestre e la porta sfondate; un comunicato di rivendicazione dell’attacco termina così: “Attacchiamo i guardiani dello zoo umano”.

-  Parigi XX, 3 febbraio: il locale che ospita i P.A.D. [Punti di accesso al diritto, una sorta di “giustizia di prossimità”, NdT] ed altri servizi del Comune, nella cité Champagne, ha avuto pure lui i vetri infranti, perché senza giustizia non c’è polizia e viceversa.

-  Parigi XIX, 6 febbraio: un furgone pieno di materiale elettrico per l’installazione della fibra ottica è stato ridotto in cenere, in rue del Alouettes. Apparteneva ad Orange, ditta che sfrutta i detenuti.

-  Parigi XIX, 11 febbraio: in rue Carducci, nella notte, un furgone della ditta Spie finisce in fumo. Questa impresa si dà da fare nel settore nucleare, nell’installazione della videosorveglianza a Parigi e nel campo della fibra ottica.

-  Les Ulis, 13 febbraio: la sera, una decina di persone attacca a colpi di pietre il commissariato (colpiscono anche una macchina), poi gli lanciano contro dei fuochi d’artificio. Secondo gli sbirri, quello stesso commissariato era già stato bersaglio di attacchi nel novembre 2012 e poi nel gennaio 2013.

http://www.non-fides.fr/?No-ma-davvero-tu-ami-gli-sbirri

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Tract/Chrono : Non vraiment, t’aimes les flics ?!!

Tous les jours, on les voit, nichés en civil au coin d’une rue, ou en force sur les boulevards, parfois planqués dans leur bagnole ou à l’abri dans leurs commissariats. Des fois on les aperçoit en train de courir après un vendeur à la sauvette, un voleur de pains au chocolat, une prostituée ou un fraudeur. Ils sont fiers de nous montrer leur force, de nous insulter, de nous menacer, de nous harceler, de nous embarquer. Ils sont fiers de leur puissance corporatiste qui leur permet de toujours s’en sortir, et de jouer avec les lois qu’ils nous imposent à coups de matraque. Si leur petit monde est à part, avec leur propre langage, leurs poses de machos, leur déhanchement de kékés, leur mentalité d’esclaves, leur travail est envahissant pour tous. C’est eux contre le reste du monde, hormis les riches qu’ils sont là pour protéger, et les citoyens-flics qui leur mâchent une partie du travail. Toujours épaulés par la justice, ils savent que sans eux elle ne serait rien, et les juges le savent bien aussi, au chaud dans leurs bureaux cossus, entre deux livraisons quotidiennes de bétail humain par les gros bras. Les politiciens et la bourgeoisie qu’ils représentent veulent nous civiliser à coups de carottes, et c’est la police qui tient le bâton pour les réfractaires.


Mais la plus vicieuse et au final la plus efficace des polices, c’est celle qui ne porte pas d’uniforme. Du concierge qui leur raconte ce qu’il voit à l’indic rémunéré. Du citoyen qui se fait un devoir de filmer ou de les appeler dès qu’il est témoin d’une fissure dans sa petite normalité au commerçant qui installe des caméras dans son magasin, jusqu’à séquestrer lui-même les voleurs. De la télévision qui nous diffuse en permanence sa propagande de paix sociale au psychiatre qui endort la rage à coups de médocs. Du travail qui nous garde en place et occupés à survivre plutôt qu’à vivre au professeur qui nous apprend à baisser les yeux face à l’autorité. De la politique qui nous fait croire que voter change quelque chose à cette merde au stade qui nous permet de hurler après un ballon pour se retenir de gueuler sur son patron. Du patriotisme qui nous maintient dans l’illusion d’un rang serré et uni par un intérêt commun derrière un drapeau aux militaires qui nous parlent de voyage, d’aventure et de camaraderie alors qu’il ne s’agit que d’être un assassin au nom de ce même drapeau ensanglanté. Du curé qui nous fait avaler ses hosties périmées et des vieilles promesses de paradis après la mort, au dealer qui nous vend de la mort avant même d’avoir vécu. Tous n’ont pas besoin du salaire du flic pour faire ce sale travail d’intégration sociale au prix de la désintégration de la liberté individuelle et de notre singularité. L’uniforme a beau ne pas être sur toutes les épaules, c’est la même uniformité que nous sommes tous sommés d’endosser. Tous citoyens, tous flics.

Rien ne sert de se débarrasser des flics, de la justice et des prisons si c’est pour laisser la société intacte, c’est pourquoi il nous faut donc saper les fondements moraux comme les structures physiques de ce monde de domination, en commençant par exemple par apprendre à gérer nos conflits nous-mêmes plutôt que d’appeler le 17, le syndicat, le patron ou le grand frère. Mais pour cela, il faudrait déjà faire péter tous les murs qui cloisonnent nos imaginaires et nos rêves, si tant est que nous soyons encore capables de rêver après tant de siècles de servitude, d’abrutissement et de rapports aliénés.

Les flics sont donc des merdes, tout comme cette société, et le bon sens indique à tous de ne pas aimer la merde. Ce sera eux ou notre liberté.
Dont acte.

Pour un monde sans flics et sans autorité Pour l’insurrection

Des sauvages.


Chronologie de résistance à l’occupation policière en région parisienne

• Aubervilliers (93), 30 octobre
Vers 21h30, un « homme cagoulé et ganté » (d’après le témoignage des keufs) lance deux cocktails Molotov contre les grilles du parking du commissariat. Ces engins n’ont pas explosé, mais malgré cet échec la démarche a dû faire comprendre l’intention aux condés…

• Paris XXe, 6 novembre
Un utilitaire de la Croix Rouge est cramé rue des Montiboeufs, pour la responsabilité de ces humanitaires qui co-gèrent avec l’Etat les prisons pour étrangers.

• Corbeil (91), 15 novembre
Des policiers municipaux qui venaient chercher des voitures mal stationnées se font tirer dessus à la carabine à plomb dans le quartier des Tarterêts. L’un a son uniforme troué, mais aucune blessure, car ils se sont bien vite réfugiés dans leur voiture de patrouille.

• Corbeil (91), 18 novembre
Toujours dans la ZSP des Tarterêts, deux engins d’un chantier de rénovation urbaine sont incendiés (dégâts estimés à 150 000€ !), et les flics dépêchés sur place tombent dans un guet-apens : des poubelles sont incendiées sur la route pour les bloquer et ils se font caillasser et attaquer courageusement par une quarantaine de personnes masquées. Mais seul un policier a été légèrement blessé.

• La Courneuve (93), 20 novembre
Les flics tambourinent aux portes à 6h du matin à la recherche d’un suspect, lorsqu’un voisin de 68 ans en blesse un au visage par des tirs de grenaille, avant d’être interpellé.

• Paris XXe, 9 décembre
Dans la nuit, une camionnette Vinci part en fumée rue Haxo. Cette entreprise gigantesque construit (entre autres merdes) des prisons et des centres de rétention.

• Sartrouville (78), 22 décembre
Un policier municipal employé du centre opérationnel du réseau de vidéosurveillance se fait coincer dans la rue et rouer de coups par huit personnes, dont deux ont malheureusement été interpellées.

• Kremlin-Bicêtre (94), 31 décembre
La nuit du nouvel an, les keufs veulent interpeller deux jeunes qui auraient exhibé un pistolet. Ceux-ci se rebellent et c’est avec difficulté que les bleus les embarquent. Mais une fois que les deux sont enfin emmenés au comico, voilà un beau geste de solidarité : une dizaine d’autres personnes arrivent et s’en prennent à l’hôtel de police, exigeant leur libération. Ils brisent des vitres (arrivant à endommager un ordi à l’intérieur d’un bureau !) et se cassent rapidement.

• Paris XIIe, 6 janvier
Les nombreuses vitres blindées d’un commissariat rue du Rendez-Vous sont défoncées et, d’après un communiqué, c’est l’existence même des flics et leur sale travail qui était visé. Le distributeur de la banque d’en face a aussi essuyé des coups au passage.

• Paris XXe, 7 janvier
Durant la nuit, un utilitaire de la Mairie de Paris est incendié pour sa responsabilité dans le flicage ambiant.

• Chelles (77), 30 janvier
Cinq personnes s’embrouillent avec un chauffeur de bus puis frappent un policier qui n’était pas en service mais tentait d’aider le chauffeur. Malheureusement, quelques jours après, cinq jeunes sont interpellés pour cette affaire.

• Neuilly-sur-Marne (93), 24 janvier
Un contrôle de police dégénère vers 17h et des jeunes du quartier des Fauvettes viennent affronter les flics, qui appellent des renforts (au total une centaine d’agents et même un hélicoptère !). Ce n’est qu’à 20h que le « calme » est rétabli.

• Les Lilas (93), 29 janvier
Le commissariat qui se trouve rue George Pompidou derrière la mairie a ses fenêtres et sa porte vitrée défoncées, un communiqué revendiquant l’attaque se termine par « Attaquons les gardiens du zoo humain ! ».

• Paris XXe, 3 février
Le local qui abrite le Points d’accès au droit (P.A.D) et d’autres services de la mairie du XXe ardt dans la cité Champagne a lui aussi ses vitres brisées, car sans justice, pas de police, et vice versa.

• Paris XIXe, 6 février
Une camionnette d’installation de la fibre optique remplie de matériel électrique a été entièrement calcinée rue des Alouettes. Elle appartenait à Orange, cette entreprise qui exploite les prisonniers.

• Paris XIXe, 11 février
Durant la nuit rue Carducci, un utilitaire de l’entreprise SPIE (Société Parisienne pour l’Industrie Électrique) est complètement parti en fumée. Cette entreprise est engagée à la fois dans l’industrie nucléaire, dans l’installation de la vidéosurveillance à Paris et dans le domaine de la fibre optique.

[Tract trouvé dans les rues de Paris, février 2014.]

titre documents joints

http://www.non-fides.fr/?Tract-Chrono-Non-vraiment-t-aimes