“Ricominciamo da qui: dall’occupare una casa, renderla di nuovo vivibile dopo un lungo abbandono ed abitarla insieme. Eravamo presi dalla continua guerra per mantenere un tetto sopra la testa, una guerra continua contro l’affitto, il mutuo e il ricatto di trovare un salario, di trovare i soldi per tirare avanti. Ci siamo organizzati per resistere all’incombenza dello sfratto, per fronteggiare spalla a spalla le minacce del padrone, dell’ufficiale giudiziario e della polizia.
Le case ce le siamo tenute per mesi interminabili: abbiamo barricato le nostre porte, condiviso lunghe mattinate di picchetti per avere un’altra proroga, tra una tazza di the, mille sigarette e altrettante chiacchiere, ci siamo conosciuti meglio in un’assemblea o bloccando una strada con file di cassonetti per ostacolare l’arrivo della polizia. Chi comanda questa città, proprietari, politici e questurini, le hanno tentate tutte per metterci in scacco, ma hanno trovato tante volte la forza di rapporti allacciati con testardaggine e affinati lottando, sbattendo la testa contro un muro di determinazione imprevista. Hanno provato a concentrare gli sfratti di un intero mese durante un’ unica giornata e hanno incontrato ancora più solidali, ancora più picchetti e barricate a sbarrargli il cammino. Hanno morso la polvere e noi abbiamo riso.
Da qualche tempo, per riuscire a eseguire gli sfratti, hanno smesso addirittura di dare le proroghe. Appena intuiscono una qualche resistenza organizzata, intimoriti dalla brutta esperienza, sospendono tutta la procedura normale per ripresentarsi senza preavviso un mattino, accompagnati da camionette e blindati, a cacciare gli inquilini morosi.
Non importa che gli inquilini in questione siano, come accaduto di recente in quartiere, una giovane coppia con un bambino, non importa che ci siano degli anziani, perché le loro rendite, il loro denaro e la loro maledetta proprietà devono fruttare. Se questo avviene a discapito dei nostri bisogni, del nostro benessere e dei nostri desideri… beh, peggio per noi!
E noi cosa vogliamo fare? Siamo tanti in queste strade a non sopportare più le condizioni di vita a cui ci costringono, a non voler più scegliere tra il mangiare e una casa in cui vivere, ad essere stanchi e arrabbiati. Incontrarsi è il primo passo, organizzarci affrontare i comuni problemi il seguito. Possiamo prenderci quello che vogliamo, possiamo costruire insieme una vita dignitosa. Possiamo difenderci l’uno con l’altro e diventare più forti. Noi ricominciamo da questa casa, la restituiamo alla vita e ci prepariamo a difenderla. Se volete passare a trovarci, siamo in….
Quando ci vedrete, per strada e sopra un tetto, a contenderci lo spazio con truppe di uomini in divisa, saprete per cosa ci stiamo battendo e speriamo che saprete da che parte stare.”
La nuova casa occupata è in via Cuneo 45, proprio all’angolo con via Cecchi.
macerie @ Marzo 6, 2014
http://www.autistici.org/macerie/?p=30199#more-30199