Alpi Libere “Dai Monti del Kurdistan” (3/4/5 aprile 2014)

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Come un corpo solo | Giovedì 3 Aprile

Giovedì 3 Aprile

Dalla lotta contro il patriarcato alla proposta di confederazione di comunità di villaggio in opposizione al modello dello Stato Nazione.

Dalle ore 18.30 mostra sulla vita delle donne partigiane tra i monti Qamdil, proiezioni di video e incontro/dibattito con alcune compagne del Movimento delle Donne Kurde.

Per conoscere e confrontarsi con il loro percorso di lotta: la liberazione di una società si può misurare dal livello di liberazione delle donne.

http://giustiniani19.noblogs.org/post/2014/03/19/come-un-corpo-solo-giovedi-3-aprile/

Venerdì 4 Aprile “Dai monti del Kurdistan” @ Blackout House

4apriletorino

“Radio Blackout e Alpi Libere presentano una serata dedicata alla lotta delle donne in Kurdistan.

Dalle 19: mostra fotografica, cena a buffet,

a seguire proiezioni video + interventi di alcune compagne del Movimento delle Donne Kurde

Radio Blackout via Cecchi 21/a

http://radioblackout.org/2014/03/venerdi-4-aprile-blackout-house/

 

Donne e lotta in Kurdistan: incontro, dibattito e buffet benefit No Tav alla Biblioteca Calusca (Milano)

6 5aprilemilano

COME UN  CORPO SOLO


“La liberazione di una società la si può misurare dal livello di liberazione della donna…”

REFE Milano e Alpi Libere vi invitano ad un incontro con le compagne kurde per parlare della lotta delle donne nella nuova prospettiva di autodeterminazione del popolo kurdo.

Dalla lotta al patriarcato, alla proposta di confederazione di comunità di villaggio in opposizione al modello di Stato-Nazione.

Ne discutiamo insieme ad alcune compagne kurde e alle curatrici e i curatori dell’intervista a più voci pubblicata da Alpi Libere “Dai monti del kurdistan”.

SABATO 5 APRILE DALLE 16.30 alla libreria CALUSCA, (MI) Via Conchetta 18

Mostra fotografica, proiezione del video-intervista fatto a Sakinè Cansiz e dibattito.

A seguire ricco buffet vegano-vegetariano in solidarietà con Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio, no tav arrestati lo scorso dicembre con l’accusa di terrorismo e sottoposti a un regime di alta sorveglianza.

Qui sotto uno stralcio di un’intervista a Sakinè,
http://www.retekurdistan.it/sakine-come-un-corpo-solo/,
in cui commenta le evoluzioni della lotta kurda.

“… In primo luogo sono molto felice di poter vivere tutto questo e di
vedere quante cose si sono sviluppate. All’inizio non avevamo niente,
avevamo solo le nostre convinzioni, credevamo che ci fosse qualcosa di
sbagliato e che noi volevamo qualcosa di giusto. L’atteggiamento era
“Anche se cadiamo in questa lotta, prima o poi la libertà vincerà.”
Tutto ciò che esisteva ci era ostile. Persino le nostre famiglie
volevano impedirci di partecipare a questa lotta. Per questo era
necessario mettere in discussione tutto, ricominciare tutto da capo. E a
ogni innovazione che praticavi, ti trovavi di fronte a una nuova sfida,
e questa a sua volta portava con sé altre novità. Questo significa che
questo movimento si è incentrato sul fatto di ricorrere ai patrimoni di
esperienze e di valutarli. Possono essere esperienze di una qualsiasi
organizzazione di donne o di Rosa Luxemburg o Clara Zeltkin, movimenti
femministi o altri approcci alla liberazione. Ma non abbiamo mai preso
tutto così com’era, come invece hanno fatto altri; piuttosto abbiamo
sempre guardato come potevamo riferirlo alla nostra situazione. Come
possiamo riprendere qualcosa e unendo le nostre esperienze costruire
qualcosa di nuovo? Non abbiamo mai avuto un approccio molto utopistico
al socialismo. Questo per noi era qualcosa di molto lontano. Piuttosto
abbiamo guardato come si potevano collegare socialismo, libertà e
uguaglianza. Come possiamo cominciare almeno da noi stessi a mettere in
pratica questi principi nelle nostre vite? Abbiamo sempre avuto speranze
e utopie che non volevamo proiettare su generazioni future. Abbiamo
invece cominciato a mettere in pratica le nostre utopie e speranze nel
Qui e nell’Ora”.