Se da una parte non si sa ancora con certezza se al processo di domani Claudio parteciperà direttamente o da dietro uno schermo (non ci son state notifiche in questo senso, ma di questi tempi e con questa Procura nulla è mai sicuro), dall’altra si è scoperto che a tirare i fili dei processi via etere è Padalino in persona. Proprio questa mattina Chiara era attesa a Teramo per un vecchio processo e si è scoperto che al Tribunale di là sono arrivate pressioni esplicite dal nostro Pm preferito perché non fosse portata in aula. Padalino non è nuovo a dar consigli irrituali o illegali ai propri colleghi e, se è riuscita a valicar confini di territorio e competenze, questa volta la sua arroganza togata si è dovuta scontrare contro la tecnologia: nel piccolo Palazzo di Giustizia abruzzese non ci sono aule attrezzate e i processi bisogna farli come un tempo. Ora che scriviamo, i compagni stanno aspettando di salutare Chiara, più tardi vi racconteremo come è andata.
Per prepararvi al presidio di domani, al quale vi invitiamo numerosissimi, ascoltate queste ultime novità raccontate nella diretta trasmessa questa mattina da Radio Blackout.
Aggiornamento. Una cinquantina di compagni sono entrati a turno nella piccola aula del Tribunale teramano per salutare Chiara, che è in forma e abbraccia tutti. Il processo è stato aggiornato al 23 di giugno.
macerie @ Aprile 9, 2014
Videoconferenza? / 2
Come vi avevamo già annunciato dopo il rinvio della settimana passata, questa mattina si è aperto il processo contro un gruppo di compagni accusati di aver tentato di impedire, quasi un anno fa, il fermo di un sospetto ladro di biciclette comunali in mezzo a Porta Palazzo – episodio per il quale da metà ottobre un compagno è agli arresti domiciliari preventivi e altri otto sono stati banditi da Torino.
Tra i banditi residui – a qualcuno di loro, infatti, è riuscito di farsi revocar la misura in queste ultime settimane – c’è anche Claudio, che come sapete è detenuto in regime di isolamento nel carcere di Ferrara, e così Pubblici ministeri e Amministrazione Penitenziaria han pensato bene di sperimentare in questo processo e contro di lui la misura della videoconferenza, prima ancora dell’appuntamento del 10 aprile prossimo. Ma è andata loro male: dopo una bella arringa della difesa e una lunga camera di consiglio, i giudici han deciso di rinviare al 28 aprile l’udienza preliminare di Claudio, per consentirgli di essere presente di persona e non soltanto isolato dietro ad uno schermo. Gli altri imputati sono stati rinviati a giudizio e sono stati prorogati gli arresti per il compagno che è ancora ai domiciliari. Il processo inizierà a metà ottobre.
Un’ora prima dell’inizio dell’udienza, un gruppo di solidali è entrato indisturbato nell’androne del Tribunale dove ha liberato nell’aria lo striscione che potete ammirare qui in alto e fatto un breve intervento al megafono guadagnandosi qualche pacca sulla spalla da alcuni imputati di passaggio e qualche spintarella dagli uomini della sorveglianza. Gli agenti della polizia politica, dal canto loro, si saran guadagnati invece l’ennesima lavata di capo per essere giunti sul posto con colpevole ritardo e avran dovuto impegnare tutto il loro ingegno per tirar giù da sotto alla tettoia di vetro lo striscione volante mentre la Celere, schierata, bloccava gli ingressi.
macerie @ Aprile 7, 2014
http://www.autistici.org/macerie/?p=30369#more-30369
Prove di videoconferenza
«Al nostro compagno Claudio è stato imposto di seguire quest’udienza solo tramite videoconferenza, pertanto lui non si trova ora qui vicino a noi. Questa misura aggrava ancor più la condizione di prigionia in cui si trova. Per questo, finché lui non sarà presente con noi in aula, ostacoleremo il buon procedimento di questo processo cominciando da ora, abbandonando l’aula.»
Questo il testo letto dai coimputati di Claudio presenti oggi in aula durante l’udienza preliminare del processo ai Banditi. L’udienza in realtà è rinviata a lunedì prossimo, 7 aprile, ma anche se per pochi minuti i compagni presenti hanno comunque un assaggio di cosa è un processo in videoconferenza.
In attesa di una riflessione più approfondita sulla questione, ci sembra dunque interessante condividere le impressioni raccolte questa mattina. Innanzittutto l’aula. Non è quella prevista, ma un’altra ubicata nei sotterranei del Palazzo e tecnologicamente attrezzata. Diverse sono le videocamere che riprendono il giudice, le parti offese e gli imputati con i loro avvocati e quattro gli schermi che ne trasmettono poi le riprese. L’immagine di Claudio occupa una piccolissima porzione degli schermi e rimane a lungo muta. Sono infatti i giudici gli unici a poter accendere il suo microfono e durante questa breve udienza evidentemente non ritengono necessario farlo. L’unico segnale della sua «presenza» arriva allora da uno squillo di uno dei telefoni presenti in aula cui, su indicazione delle guardie, risponde l’avvocato. Dall’altro capo c’è Claudio che, ottenuto il permesso dal secondino che lo affianca, esce di scena e si reca in fondo alla stanza per telefonare al suo difensore. Ci si accorge così che la sua immagine arriva in differita e che in aula tutti possono ascoltare quello che l’avvocato dice al proprio assistito. Non molto a dire il vero, perché la conversazione non dura un granché, il giudice la interrompe infatti dopo poco ricordando che non stanno svolgendo un colloquio.
macerie @ Aprile 1, 2014
http://www.autistici.org/macerie/?p=30335#more-30335