Nel recarsi al Palazzo di Giustizia per l’udienza contro Claudio, Giobbe e Andrea, probabilmente tanti solidali si saranno domandati se in aula avrebbero avuto modo di vedere Claudio in carne e ossa o se invece avrebbero visto solo la sua immagine su uno schermo. All’arrivo in tribunale poi, un foglio, appeso sulla porta dell’aula prevista per l’udienza, non fa che accrescere questi dubbi. Si legge infatti che il processo è stato spostato in un’altra aula ubicata nei sotterranei, come una decina di giorni fa, quando per la prima volta Claudio aveva presenziato in videoconferenza.
Dopo un’ora d’attesa, salutato da urla e cori, Claudio fa finalmente la sua comparsa in una delle tante gabbie di plexiglass presenti nell’aula e risponde ai compagni sbracciandosi e arrampicandosi sui banchi, visibilmente emozionato. Il tutto non dura però che pochi minuti, il giudice infatti farnetica qualcosa infastidito, la penitenziaria porta prontamente via Claudio e i solidali escono allora dall’aula. Quando Claudio vi fa ritorno e rientrano anche i solidali, l’udienza ricomincia con una ramanzina del giudice che minaccia di sgomberare di nuovo l’aula in caso di ulteriori fastidi. Per una decina di minuti i solidali riescono a rimanere in silenzio provando a comunicare in qualche modo con Claudio che oltre a trovarsi in una gabbia è lontano una ventina di metri dal pubblico. La tregua termina quando il pm Rinaudo si oppone alla richiesta di un avvocato di permettere a Claudio di uscire dalla gabbia e seguire l’udienza seduto con i suoi coimputati. Gli insulti che si levano dai banchi del pubblico questa volta non fanno stizzire solo il giudice ma lo stesso Rinaudo che, ben protetto dalla scorta, si dirige verso i solidali chiedendo conto delle offese e farneticando qualche frase minacciosa. Claudio nel frattempo è già stato portato via un’altra volta, e i compagni decidono a questo punto di uscire dall’aula e dal Palazzo di Giustizia. Una volta fuori, presi gli striscioni e il megafono, si parte in corteo per parlare dell’udienza e dell’inchiesta contro Claudio, Chiara, Mattia e Niccolò. Dopo un giro nel vicino quartiere di San Paolo, il corteo torna poi nuovamente al Palazzo di Giustizia dove trova la celere schierata all’ingresso del Tribunale che non fa più entrare nessuno.
Per la cronaca, l’udienza si protrae fino al primo pomeriggio, quando il presidio fuori è ormai terminato, e il processo viene rinviato al 30 maggio. Nel frattempo ci sarà qualche altra occasione per salutare Claudio – e Chiara, Niccolò e Mattia – una tra tutte, l’apertura del loro processo il 22 di maggio.
Ascolta infine la diretta telefonica di un compagno presente all’udienza al telefono con Radio Blackout, oppure scarica il file mp3.
macerie @ Aprile 11, 2014
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