Dalla viva voce di un prigioniero FIES (2000)

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Il mio trasferimento a Huelva è dovuto ai seguenti motivi: a Picassent Josè Manuel Luengos Fernandez (attualmente a Jaen II), Bernardo Sevilla Borrego (attualmente a Cordoba) e io, abbiamo fatto lo sciopero della fame del dicembre 2000 e poi altri 18 giorni a marzo. Come risposta la direzione di Picassent II, aumenta la repressione e noi rispondiamo con lo scontro diretto attraverso espressioni verbali e la disubbidienza.

Di fronte a questo i carcerieri-boia rispondono con pestaggi al Sevilla e a Juan. Ci dividono e rimaniamo 3 FIES, ognuno confinato in un cortile in isolamento, nonostante questo riusciamo ad arrivare ad un mutuo accordo ed alla conclusione che i tapeos, gli scioperi della fame, qui a Picassent non fanno altro che aumentare la repressione, le restrizioni, il sequestro della corrispondenza, il tutto sotto silenzio. Nessuno sa cosa succede a Picassent. Davanti a questa difficile situazione, all’ultimo pestaggio a Juan (el pelao) all’isolamento a tutti e tre decidiamo di rompere tutto ciò che era possibile. Il nemico ci attaccò uno per uno, protetti dal loro numero superiore, dai loro caschi, scudi e manganelli. Il Sevilla il 16 gennaio finisce all’ospedale e io che impugnavo un punteruolo di 18 cm. me lo ritrovo nel polmone sinistro (non certo per mano mia). Sono stato in ospedale 6 giorni poi ho preferito chiedere di uscire, preoccupato dalla sorte dei miei amici.

Al mio arrivo alla sezione 9 bis (controllo diretto), vedo che Luengos e Sevilla continuano a stare al piano terra e io al 1° piano, tutto continua come prima, art. 75, isolamento, restrizioni d’aria, mangiare da schifo…

Che fare? Pensare una nuova strategia non incriminatoria, ma che non lasci dubbi sulle nostre intenzioni. La repressione continua: nelle quotidiane perquisizioni ci buttano tutto all’aria, ci rompono le cose più care (foto etc.), non sono perquisizioni, sono saccheggi. Fu quello il momento che decidemmo di rendere inutilizzabile la sezione Fies. Abbiamo preso lenzuola, camice, pezzi di materasso le abbiamo tagliuzzate e le abbiamo messo dentro il water, per fare il “tappo”. Il risultato fu la totale inutilizzazione delle nostre celle, con merda e acqua nauseabonda che inondava i corridoi, che scendeva per le scale arrivando fino ai canili delle guardie. Noi stessi urlavamo nell’interfono cosa succedeva, le guardie hanno chiamato gli idraulici ma non c’è stato niente da fare. Ci hanno trasferito in un’altra sezione, qui abbiamo fatto lo stesso, con gli stessi risultati. La Direzione è stata costretta a chiudere la sezione Fies e a trasferirci.

Una piacevole e forte sensazione di vittoria mi ha invaso quando sono salito sulla camionetta della Guardia Civil che mi portava nel carcere di Huelva, dove ora mi trovo, pensando alla merda che flottava per i pestilenziali e vuoti corridoi della sezione Fies di Picassent II.

Un forte abbraccio.

http://www.ecn.org/filiarmonici/ortiz_jimenez.html