La scienza oggi è diventata apertamente un obiettivo concreto da attaccare, con un piccolo gesto manifestiamo contro di essa il nostro disprezzo per essere un tempio di controllo e supervisione della vita naturale.
La scienza è uno dei tanti pilastri che sostengono il dominio militare, psichiatrico, eteronormativo, specista e antropocentrico all’interno dell’attuale epoca patriarcale. Questa volta, dirigiamo le nostre azioni verso i centri dove i laboratori di biotecnologie avanzano negli
studi e nelle pratiche di intervento genetico. Questo ramo della scienza al giorno d’oggi manipola la vita, ad esempi lavorando con le cellule staminali, “migliorando” le razze di animali e piante, intervenendo negli alimenti e sperimentando sugli animali, il tutto in un presunto progresso della condizione di “salute”, un concetto costruito sulle disgustose logiche di questa società che trasgredisce il modo in cui la natura dispone la vita.
Questa volta abbiamo scelto quattro luoghi specifici in cui sappiamo che si concentrano laboratori destinati alla ricerca genetica attraverso le biotecnologie, e durante le prime ore di martedì 28 ottobre abbiamo attaccato le loro facciate con vernici di color verde e giallo che simbolicamente rimandano alla natura. Uno di questi luoghi è Lema, chiaramente per essere un laboratorio clinico di biochimica, in cui i campi scientifici come l’endocrinologia, la nefrologia proseguono danneggiando genetica e salute umana civilizzata, vari test ormonali per la salute umana vengono eseguiti continuando, giustificando ed approvando il dominio CHIMICO sui nostri corpi, senza nemmeno contare i diversi test di “medicina nucleare”, come la captazione di iodio 131 ed i trattamenti di iodio radioattivo che trascinano con sé l’eredità del progetto PACER (*)
Ci siamo anche avvicinati all’angolo di San Pablo con Chacabuco ed abbiamo dipinto le finestre di Campus Lab. Un laboratorio coinvolto principalmente nell’invasione dei corpi umani con una tecnica chiamata PCR, questa tecnica consiste nel manipolare geneticamente le molecole del sangue e attraverso di essa, per esempio, prevenire infezioni e malattie. Con questa grande tecnica biotecnologica si continua a sostenere la dipendenza della salute mortale di questa società e si materializza l’immagine che la civilizzazione ha dei propri corpi, ogni umano civilizzato vede il proprio corpo come un oggetto che fa quello che fa, senza mettere in discussione che la salute in primo luogo parte da ciascun individuo e che la fantastica natura possiede splendidi meccanismi di guarigione. Si noti che sul luogo, proprio sotto le finestre del laboratorio c’è una banca BBVA che pure nell’azione è stata danneggiata da graffiti, cosa che ci ha dato grande gusto. GENITEC, situato in pieno centro, è un centro specializzato in analisi del DNA e identificazione genetica. Fornisce servizi quali l’analisi di paternità, tipico della mentalità patriarcale che domina oggi gli esseri umani e tutti i loro rapporti, anche l’area di mappatura genetica degli animali, che si presta a conoscere la “purezza” degli animali, purezza sulla base del superfluo e artificiale che non fa null’altro che compiacere le idiote banalità umane.
Infine, questo centro si presenta come un luogo di competenze per l’identificazione di individui, vale a dire che presta servizi all’intera macchina giudiziaria e carceraria per l’incarcerazione e la criminalizzazione. A Ñuñoa, Genexpress è una società dedicata alla produzione e vendita di abbigliamento vari per i laboratori di biotecnologia, fornendo così quei centri dove si gettano i fondamenti di base della scienza. In questo territorio, vogliono rappresentare un contributo materiale alla progressione delle risorse tecnologiche dedicate alla medicina, con attrezzature moderne e farmaci che cercano di andare sempre più a fondo nel dominio e possesso della vita. Dedicati a settori quali la biologia molecolare o l’ intervento genetico, svolgono il loro lavoro nel tentativo di innovare ed espandere il suo dominio. Sappiamo che la nostra azione è un piccolo gesto in termini materiali, ma ci chiama la necessità di posizionare le riflessioni che ci invitano ogni giorno per trovare modi diversi di distruzione.
Così oggi abbiamo deciso di concentrare i nostri sforzi ad attaccare le strutture della scienza, per direzionare le tensioni delle nostra vite in molti fronti diversi e per questo il confronto con la civiltà amplia gli obiettivi a non considerare solo IL nemico, il sistema, in termini economici, ma siamo parte di una distruzione che si diffonde in ogni angolo, disposti a combattere con tutti noi stessi. Di conseguenza, non siamo disposti a ridurci a generare mere pratiche di vita “alternativa’” e desideriamo distruggere le loro colonne con l’azione diretta. Né crediamo che chi accende una barricata dovrebbe sentirsi come se prendesse un Tapsin (NDT: paracetamolo cileno) quando arriva l’influenza. Optiamo per l’approfondimento delle nostre idee, optiamo per l’approfondimento della nostra vita, di prenderle in mano del tutto e creare il caos in tutte le direzioni possibili.
Che i nostri corpi siano un pezzo da cui possano salire molti pensieri e sentimenti di distruzione totale, nel nel qui e nell’ora. Terremoto in espansione.
* CRITICA NUCLEARE Si dovrebbero cercare le origini del nucleare nell’interesse militare ad avere grande potere di distruzione (M. Grodzins, Ribinowitch et al 1966). Con la prospettiva di più di 45 anni, si può dire che i cosiddetti “usi pacifici” dell’energia nucleare altro non erano che una necessità politica e psicologica per ottenere diffusa accettazione per la continuazione di programmi militari di armamento basati sulla fissione e fusione nucleare (Puig, 1986). Lo hobby nucleare emerso intorno ai programmi nucleari militari imposti sulla società civile globale viene chiamato “uso pacifico” dell’energia nucleare (Ambasciata degli Stati Uniti, 1953). E lo ha fatto sotto la bandiera della “Atomi per la Pace”, che prometteva di essere la soluzione a tutti i mali che fino ad allora avevano afflitto l’umanità. Infatti alcune tecnologie – come il nucleare – sono state ampiamente associate con il progresso sociale ed economico. Dopo la seconda guerra mondiale erano profezie comuni quelle che non solo sostenevano che l’energia nucleare avrebbe fornito energia elettrica gratuita (“energia troppo a buon mercato per misurarla”), fino a prevedere che con l’energia nucleare sarebbe finita la fame, le malattie, l’invecchiamento, l’inquinamento atmosferico, le baraccopoli e persino la guerra.
Si prevedevano anche centrali elettriche mobili , piccole e compatte, “mini reattori” in ogni casa e in ogni fabbrica, “motori atomici ” in ogni auto di famiglia, in ogni camion, ogni barca ed ogni aeromobile e “fertilizzanti radioattivi” per l’agricoltura. Si è anche sognato di “esplosioni nucleari controllate” per aprire nuove strade di navigazione e per facilitare nuovi progetti di irrigazione (Marcur e Segal, 1989). Di tutte queste promesse e tante speculazioni che erano nel bagagliaio della storia (per esempio il progetto PACER), l’unica applicazione che è stata sviluppata fu la generazione di elettricità a partire dai reattori nucleari legati alla produzione di combustibile per scopi militari (Ayres e Scarlott, 1952). Ciò è stato confermato quando il 14 settembre 1977 un quotidiano di Los Angeles ha rivelato che gli Stati Uniti avevano esploso nel 1962 bombe equipaggiate col plutonio ottenuto dopo la trasformazione del combustibile delle centrali nucleari commerciali. Ciò è stato riconosciuto in pochi giorni da parte del governo degli Stati Uniti e nel 1981 (5 settembre) è stato fatto dal Segretario dell’Energia. L’uso della fissione nucleare per la produzione di energia elettrica si è basata sullo sviluppo di reattori di neutroni lenti, temporaneamente in attesa dei neutroni veloci, che teoricamente dovrebbero produrre più combustibile di quello che consumano. Poi è noto che se sono stati introdotti i reattori a neutroni lenti alla massima velocità possibile, l’energia elettrica prodotta sarà nel 2030 approssimativamente il doppio della produzione dell’energia precedente da tutte le fonti, però si saranno esaurite tutte le riserve di Uranio con contenuto di 1000 ppm (NDT: parti per milione) o con costi di estrazione inferiori a $ 130 / kg. Ma la realtà della situazione è stata implacabile con l’elettricità generata da reattori nucleari.