Grecia: Scritto di Nikos Romanos dall’ospedale

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Danzando con la morte da 24 giorni

Cerco di plasmare su di una manciata di foglietti gli ultimi residui del pensiero strutturato sui recenti avvenimenti e sul nuovo rifiuto alla richiesta di permessi di uscita dal carcere per motivi educativi.

Nei primi giorni di sciopero della fame, nel mio intervento durante l’assemblea solidaria che ha avuto luogo alla scuola del Politecnico, avevo detto che la risposta negativa di Nikopoulos, che da tempo affermava di essere incompetente per decidere sull’argomento, è l’inizio di una strategia statale con l’obiettivo di sterminarmi. Questa valutazione politica è totalmente confermata: per prima cosa, con l’ordine della direttrice del carcere di Koridallos, Evangelia Marsioni, di alimentazione forzata, azione che consiste in una vera violazione e che ha condotto alla morte, tra cui anche Holger Meins in Germania, nonché di vari membri del GRAPO in Spagna. I medici dell’ospedale hanno avuto la dignità di gettare nella spazzatura l’ordine della direzione penitenziaria e si sono rifiutati di eseguire tale crimine di Stato.

Dopo esser ricorsi ad un consiglio giudiziario fuori dal carcere(un passaggio legale scelto da molti prigionieri quando il consiglio del carcere rifiuta le loro richieste) ne è risultato un rifiuto, basandosi sul fatto di esser condizionati dalla decisione di Nikopoulos, esattamente la stessa decisione per cui è stato effettuato il ricorso.
Per quelli che hanno un minimo di percezione politica, l’intervento del ministero della giustizia, un giorno prima che si celebrasse l’udienza, è stato un chiaro ordine di rifiutare la mia istanza e spiegherò perché:

Nel comunicato pubblicato dal ministero della giustizia si cita indirettamente il fatto che Athanasiou, ministro della giustizia, non è competente a decidere in merito, e più in basso nello stesso documento viene scritto: “Le uscite per motivi di studio vengono concesse esclusivamente dal consiglio carcerario competente, presiedute dal funzionario del pubblico ministero competente, mentre per gli imputati serve l’approvazione dello strumento giuridico che ha ordinato la loro temporanea detenzione”

Vale a dire, il ministro annulla, in forma semplice e chiara, la validità del mio ricorso. Tutto questo va accompagnato dalla proposta, senza fondamenti, di tenere lezioni attraverso la videoconferenza, in luogo di permessi a fini di studio, qualcosa che non ha senso, visto che esistono laboratori che presuppongono la presenza fisica obbligatoria. Inoltre, aprendo la strada ai consigli carcerari, al far abolire completamente i permessi studio, conoscendo bene il loro timore nell’assumersi le proprie responsabilità, facendo sì che la soluzione della videoconferenza sia applicabile a tutti i prigionieri.
Sulla stessa linea , in breve, anche i colloqui con le nostre famiglie avverranno attraverso schermi, per ragioni di sicurezza, come i nostri processi.

La tecnologia al servizio della ’’correzione’’ e della giustizia. Progresso umano o fascistizzazione …la storia giudicherà.

A questo punto conviene pure citare la carta del giudice speciale Eftichis Nikopoulos, che dal primo momento del mio sciopero della fame ha attaccato i chiari ordini politici dei suoi comandanti del ministero di giustizia, per questo, tutti lo giudicano responsabile. A compensazione di questa sua colpa, ci sarà la sua promozione al Tribunale Supremo dell’Areopago, come è successo al suo predecessore. Dimitris Molas, che aveva capeggiato decine di campagne repressive anti-anarchiche. Ora si ingozza del corposo salario dell’elitè giudiziaria dell’Areopago.

Casualità ? Non credo.
Da parte mia, continuo a superare qualsiasi possibilità di retrocedere e rispondo con LOTTA FINO ALLA VITTORIA O FINO ALLA MORTE.
In ogni caso se lo stato mi assassina con il suo atteggiamento, il signor Athanasiou ed i suoi amici saranno ricordati dalla Storia come una banda di assassini, istigatori alla tortura ed all’assassinio di un prigioniero politico. Speriamo solo che ci siano quegli spiriti liberi che aggiustino il giusto della loro giustizia, a modo loro.

Per finire, voglio trasmettere la mia complicità ed amicizia a tutti quelli che si pongono al mio fianco, con tutti i mezzi possibili.
E due parole per i miei fratelli, Yannis, anche lui in ospedale, Andreas e Dimitris e molti altri in più.
La lotta comporta delle perdite, visto che nei percorsi verso una vita degna dobbiamo andar per mano con la morte, mettendo tutto a rischio per guadagnare tutto.

La lotta continua con una pugnalata ,ripetutamente.
Tutto per tutto!
Mentre viviamo e respiriamo, viva l’anarchia!

Il 6 dicembre ci incontreremo nelle strade della rabbia.
Il mio pensiero percorrerà le strade conosciute.
Perché vale la pena di vivere per un sogno, anche se il fuoco ti brucia.
E come ben diciamo noi, forza

Nikos Romanos

PS: E’ ovvio che non posso controllare gli automatismi sociali che si verificano. Comunque, tutti quelli di Syriza e gli altri commercianti di speranza che erano venuti li ho mandati via SENZA DIALOGARE e sottolineo che ho firmato ufficialmente il mio rifiuto a ricevere qualsiasi tipo di siero.

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