Carcere | Grecia – Contro le carceri di tipo C (it/en)

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Segue la traduzione di un testo diffuso dai compagni greci dall’assemblea aperta di anarchici e antiautoritari contro le condizioni speciali di detenzione:

CONTRO LE CARCERI DI TIPO C

Nel luglio 2014 è stata approvata una legge inerente le carceri di tipo C, la quale istituzionalizza il totalitarismo moderno e la stabilizzazione dello stato di emergenza anche in ambito detentivo.
L’orchestrata isteria da terrorismo ne ha lastricato la via già da tempo. Lo stato, con l’ausilio della propaganda mediatica, crea l’immagine dei “pericolosi”,  dei “contagiosi”, dei “disturbatori”, delle “persone indesiderate” e dei “terroristi”, li presenta come nemici della normalità sociale e dello sviluppo, promuove la  propagazione della paura e dell’insicurezza e, sotto lo schema dell'”emergenza”, offre come soluzione i percorsi detentivi speciali.

Il ministro della giustizia urbana ha già dato il via al frammentario svuotamento del carcere di Domokos, al fine di preparare il primo campo di concentramento per prigionieri politici e detenuti indisciplinati. Allo stesso tempo, ancora prima che la legge venisse approvata, combattenti turchi e curdi stanno vivendo condizioni detentive speciali, grazie alla legge 187A (articolo sul terrorismo internazionale – inserito anche nell’assunzione ellenica del mandato d’arresto europeo – ndt): come parte degli scambi transnazionali tra Grecia e Turchia, nel nome dello sviluppo economico, è richiesta la mappatura di una strategia anti-terrorismo condivisa, tesa a colpire le componenti resistenti da entrambi i lati del Mediterraneo.
La legge prevede la creazione di tre circuiti detentivi a coefficente repressivo crescente.
Le persone incarcerate per debiti, saranno reclusi delle sezioni di tipo A, più morbide; la maggior parte della popolazione detenuta sarà immagazzinata nelle sezioni di tipo B, in condizioni squallide; mentre le carceri di tipo C vengono create per i prigionieri particolari e ad alto rischio. Gli obbiettivi di questa riforma sono anarchici e comunisti incarcerati per la propria azione politica, i prigionieri indisciplinati, che resistono alla crudele realtà della galera, e infine coloro con accuse inerenti le cosiddette organizzazioni criminali.
I detenuti nelle sezioni di tipo C vivranno un carcere dentro il carcere, con una sottrazione totale dei permessi e dei diritti conquistati, quali il lavoro giornaliero come riduzione della pena, un indurimento nei parametri di liberazione e la strutturazione di un controllo visivo totale. I provvedimenti arbitrari vengono quindi istituzionalizzati attraverso un conferimento eccessivo di autorità ai direttori carcerari, i quali con una semplice decisione possono trasferire qualunque detenuto in una struttura di tipo C, attraverso l’incarico della sicurezza del carcere affidato alle forze speciali, insieme a un più flessibile utilizzo delle armi da fuoco.
Allo stesso tempo viene incentivata la delazione fino a prevedere, in certi casi, la scarcerazione per coloro che cooperano con le forze dell’ordine. Il principale obbiettivo è l’eliminazione dei gruppi politici armati, la costruzione dei colpevoli e la prevenzione dell’osmosi delle lotte tra combattenti detenuti e il resto dei prigionieri.
Le dichiarazioni di Nikos Dendias, ex ministro degli interni, il quale esultava e prevedeva “la fine del terrorismo in Grecia”, non lasciano dubbi rispetto agli obbiettivi di questa specifica legge. Il riammodernamento delle galere non è una mossa isolata dello stato Ellenico, bensì una mossa allineata alle direttive dell’Unione Europea.  Come parte di una piano di riforma generale sia del capitale che delle relazioni sociali, costituisce un altro pezzo del moderno regime dell’emergenza. La repressione, in un contesto di profonda crisi dello Stato, diventa la scelta primaria del governo per la gestione delle questioni sociali e l’aggiustamento delle relazioni sociali basato sulla dottrina “Legge e Ordine”. Repressione e punizione, diventano un pilastro della solidità del regime e degli interessi sanguinari del capitale e della classe dominante, puntando alla disciplina del proletariato, delle componenti conflittuali della società, ma anche delle eccedenze umane (migranti, disoccupati, impoveriti, affetti da HIV e tossicodipendenti), quindi al consolidamento di un clima di paura.
In questo contesto, il regime di emergenza punta contro varie parti sociali indentificandole come “nemico interno”, le quali, durante le mobilitazioni, superano o cercano di superare i limiti della leggittimità urbana (come per la resistenza a Skouries in Calcidica). Non solo gli oppositori armati al capitalismo, ma qualunque combattente che metta in dubbio il monopolio statale della violenza, viene ora considerato un “sabotatore dell’economia” e deve confrontarsi con il delirio repressivo.
Con la detenzione in condizioni speciali per coloro all’interno delle mura, così come la sopravvivenza in condizioni speciali per coloro al di fuori di esse, le lotte dentro e fuori il carcere si dimostrano inseparabilmente connesse. Con la stessa violenza con cui vengono sottratte le conquiste degli oppressi, per le quali battaglie sanguinarie furono lanciate (negli ambiti del lavoro, della salute, dell’educazione, dell’ambiente, ecc.), allo stesso modo, frettolosamente, stanno cercando di cancellare le conquiste ottenute (in carcere – ndt) dopo anni grazie a  lotte e dure rivolte, ma anche subendo torture, umiliazioni e persecuzioni disciplinari. Individui prigionieri per la propria azione politica – che hanno combattuto e continuano a farlo dentro e fuori le mura, così come i detenuti in lotta, sono l’obbiettivo centrale di questo attacco, perché rispondono con la propria voce e il proprio operato ai violenti pogrom dello Stato contro gli oppressi, perché hanno combattuto e combattono per il rovesciamento totale della moderna crudeltà.
Partendo con il grande sciopero della fame a cui hanno aderito 4500 detenuti delle galere greche, ma anche con i blocchi, gli scioperi del vitto e con le azioni di solidarietà in Grecia e oltre confine, la lotta contro le condizioni speciali di detenzione delle carceri di tipo C continua.
La nostra posizione solidale con le lotte dei prigionieri è un momento della guerra sociale e di classe verso una società libera e senza classi.

Lotta costante fino all’abbattimento dell’ultima galera
La libertà fiorirà sulle macerie delle carceri
Solidarietà concreta oltre le mura con i prigionieri in conflitto contro il moderno totalitarismo

Assemblea aperta di anarchici e antiautoritari contro le condizioni speciali di detenzione

Per comunicare con l’assemblea: eiskra@espiv.net


AGAINST C TYPE PRISONS

In July of 2014 a law was passed, concerning the C type prisons, which institutionalizes the modern totalitarianism and the stabilization of the emergency state, also in the field of confinement.
The organized terrorism-hysteria paved the way long time ago. The state, helped by the media propaganda, creates the images of the “dangerous”, “infectious”, “disturbers”, “intruders” and “terrorists”, it presents them as enemies of the social normality and development, it promotes the spread of fear and insecurity and under the scheme of “emergency” offers the special conditions of detention as a solution. The ministry of urban justice has already proceeded in fragmentary evacuation of Domokos prison, in order to prepare the first concentration camp of political and undisciplined prisoners. At the same time, even before the law was passed, Turkish and Kurd fighters are experiencing special conditions of detention, accused by the 187A law. As part of the transnational exchanges between Greece and Turkey and in the name of development, mapping out a common anti-terrorism strategy is required, as well as the criminalization of struggles and solidarity, aiming at the resisting parts of both sides of the Mediterranean sea.
The law provides for the creation of three types of escalating repression prisons. Those imprisoned for debts, will be held in the milder A type wings. The main body of the prisoners will be stored in the B type wings, in squalid conditions, while the C type prisons are created for the special type and high-risk detainees. The law’s target is anarchists and communists imprisoned for their political action, the undisciplined internees, who resist the cruel reality of imprisonment and the accused of the so called organized crime.
The detainees in the C type prisons will experience a prison within prison, with a total deprivation of the permits and the conquered rights, like the day work, which reduces the serving time, a hardening of the release terms and the creation of total visual control. Arbitrary acts are now institutionalized through directors with excess authority, since with a simple decision of theirs any prisoner could be transferred to a C type prison, through  charging special forces of the police to guard the prison, while at the same time the use of firearms gets more flexible.
At the same time incentives are provided to promote the treason, something that can even reach an order of release of those who cooperate with the law enforcement authorities. The main objective is the elimination of armed political groups, the construction of guilty and the prevention of the osmosis of struggles between imprisoned fighters and the rest of the prisoners.
The declarations of N. Dendias, former minister of Public Order ministry , who was exulting and counting on “the end of terrorism in Greece”, lets us with no doubt about the goals of the specific bill. Not only the creation of a potential subversive environment for the very existence of the armed resistances, but also its exemplary operation for those outside the walls, signal the price each one has to pay for resisting the regime.
The restructuring of prisons is not a fragmentary movement of the Greek state, is a movement fully aligned with the commands of the EU. As part of the general reform plans of both the capital and the social relations, it constitutes another piece of the modern emergency regime. Repression in conditions of deep state crisis changes into the central choice of the government for the management of social affairs and the readjustment of the social relations based on the doctrine “Law and Order”. Repression (and punishment) becomes a key pillar of the regime consistency and the sanguinary interests of the capital and the ruling class, aiming at the disciplining of the proletariat, of the struggling parts, of society as well as the management of the “remaining” population (the immigrants, the unemployed, the impoverished, the HIV- positive women and the drug addicts) and the consolidation of a climate of fear.
In this frame the emergency regime aims at various social parts as “internal enemy”, which, during the mobilizations, exceed or tend to exceed the limits of urban legitimacy (e.g. in Skouries, Khalkidhiki). Not only the armed opponents of capitalism but also every fighter, who questions the state’s monopoly on violence, are now considered as an “economic saboteur” and confront the repressive delirium.
With detention under special conditions for those inside the walls, as well as survival under special conditions for those outside of them, fights inside and outside the prison are connected inseparably. In the same violent manner that the conquests of repressed individuals are taken away, for which sanguinary fights were given (in the scopes of work, health, education, environment etc.), that’s how also the conquests gained after years of struggle-through riots, but also through torture, humiliation, and disciplinary prosecutions- are now attempted to be cancelled, in a rushed manner. Prisoners for their political action- who have been and still are giving fights inside and outside the walls- as well as the fighting detainees are placed in the center of this attack, because they reply with their voice and work to the violent pogroms of the state against the suppressed, because they fought and are still fighting for the total reversal of modern barbarity.
With the great hunger strike of 4.500 detainees throughout the Greek prisons as consignment, but also with stoppages, abstention from prison common meals and with solidarity actions both in Greece and abroad, the fight against special conditions of detention and the C type prisons carries on.
Our solidary attitude towards the struggles of the prisoners is a moment of social and class war towards a free and classless society.

Constant fight until the take down of the last prison.
Freedom will also blossom on the debris of prisons.
Solidarity in act to the prisoners who conflict with the modern totalitarianism behind the walls.

Open assembly of anarchists/antiauthoritarians against special conditions of detention

To communicate with the assembly: eiskra@espiv.net