Presidio di capodanno sotto il carcere di Rebibbia (Roma)

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31 DICEMBRE 2014
DISTRUGGERE IL CARCERE!
LA MINACCIA DI UN NEMICO CHE VOGLIAMO DISARMARE


DALLE 11:00 AL TRAMONTO

PRESIDIO di SALUTO ALLE DETENUTE CON MUSICA E MICROFONO APERTO
AL PRATONE IN FONDO A VIA BARTOLO LONGO
DI FRONTE ALLA SEZIONE FEMMINILE DEL CARCERE DI REBIBBIA

Ci ritroviamo davanti ad uno dei luoghi più significativi di questa società abietta: IL CARCERE.
Espressione esplicita, al tempo stesso simbolo e struttura concreta di coercizione di quest’organizzazione sociale che tutela profitto e sopraffazione. Monito deterrente e punizione effettiva per chi non sottostà ai suoi regolamenti morali e giuridici e devia dalla Legge Suprema, impostaci alla nascita e perpetuata con il monopolio della violenza che lo stato si attribuisce con esercito e polizia.
Questo ennesimo saluto di fine anno non è atto caritatevole, soprattutto non è un gesto solidale generalizzato, ben consapevoli che nelle galere di stato possono essere rinchiusi, più o meno temporaneamente, coloro che ne sostengono l’esistenza e non esitano a trarne vantaggio economico, nella loro costruzione, manutenzione e approvviggionamento
Continuiamo ad affermare la nostra volontà di distruggere il carcere e di volere tutti liberi e tutte libere, non dimenticando la netta distinzione tra oppressi ed oppressori, distinguibile sia dentro che fuori le mura, che può essere annullata solo con la cancellazione d’ogni forma di potere esercitata sugli individui e con l’eliminazione delle logiche di sfruttamento che condizionano le relazioni tra esseri viventi. Non imbocchiamo la strada asfaltata del recupero, delimitata da recinti più grandi e leggi più tolleranti, ci rifiutiamo di  seguire  i segnali riformisti apposti secondo le necessità di partito o della speculazione sociale, indicazioni che con opzioni diverse- case famiglia, comunità e lavoro riabilitativi, ospedali psichiatrici, CIE – conducono sempre verso un’unica direzione: quella del controllo e della riconsolidazione del dominio. Piuttosto ci inoltriamo su sentieri sconnessi e impervi, incontrandoci e scegliendo il cammino con altri individui  protesi alla demolizione totale di tutte le strutture coercitive.
La nostra solidarietà è rivolta a tutti i reietti, i disadattati, i delinquenti, le sorelle di strada, le assassine del potere familiare e quindi a tutti i refrattari ad ogni autorità.

VIVA LA LIBERTA’ VIVA L’ANARCHIA

Anarchici