Sgombero e rioccupazione dello Chanti Ollin

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Tra le 5.00 e le 6.00 della mattina del 7 gennaio un gruppo di picchiatori (tuttora non si sa con sicurezza chi li dirigeva ma sembra che appartenessero a un’assemblea di quartiere vicina al PRD, Partito della Rivoluzione Democratica, la presunta sinistra messicana), accompagnati da un ingente operativo poliziesco, sgomberano violentemente il Chanti Ollin, spazio autogestito nel pieno centro di Città del Messico.

Entrano nello spazio rompendo la porta e cominciano a colpire indiscriminatamente diversi tra i presenti, tra cui anche famiglie. Vengono arrestate 10 persone e portate al Ministero Pubblico CUH-2 della colonia Guerrero, dove alcuni poliziotti li accusano di resistenza, oltraggio e danni. Ai compagni e compagne fermatx vengono date due possibilità: pagare una cauzione di quasi 12.000 pesos (circa 700 euro a testa) o recuperare foto/video/testimonianze nelle successive 48 ore che accreditino la loro innocenza.

Intanto i poliziotti e i picchiatori fanno loro lo spazio, distruggono cose, lanciano oggetti dalla finestra, rubano computer, telefoni, soldi…dopodiché lasciano lo stabile che resta sotto la sorveglianza di alcuni dei picchiatori.

Durante la mattinata si radunano diversx compagnx solidali che aiutano a sistemare la enorme mole di materiale che era stato lanciato in strada. Lo Chanti Ollin è uno spazio autogestito da oltre 10 anni, dove si costruiscono un gran numero di progetti culturali e sostenibili: serigrafia, teatro, musica, danza, panetteria, permacultura, costruzione di bici-macchine, etc.

Verso le 5 del pomeriggio, proprio sotto l’edificio sgomberato, viene fatta una conferenza stampa molto partecipata in cui si raccontano gli avvenimenti della mattinata e la situazione in quel momento; dal microfono si invita “con le buone” le persone all’interno ad uscire, che però non danno segni di vita. Passano i minuti e si decide bloccare il vicino Circuito Interior (una sorta di tangenziale che circonda il centro città) per esigere la liberazione degli arrestati e arrestate; dopo circa mezz’ora il blocco viene rimosso.

È in questo frangente che chi si trovava all’interno comincia a gridare che avrebbe lasciato lo spazio, concordando che sarebbero stati fatti uscire senza linciaggi di alcun tipo e con la “supervisione” di una Commissione dei Diritti Umani del DF. L’entrata viene divelta e all’interno vengono trovate 3 persone e un grosso pitbull (poi adottato da un compagno), mentre altri riescono a fuggire da un’uscita secondaria.

Una volta recuperato lo spazio, verso le 20.00 un gruppo di solidarix decide intraprendere una marcia verso il Pubblico Ministero, per esercitare pressione per la liberazione dei detenutx. Il contingente si appropria di Avenida Reforma (una delle maggiori arterie del centro città) bloccando la circolazione e gridando slogan contro lo stato e per la liberazione dei e delle arrestatx. Non manca molto alla destinazione quando un gruppo di poliziotti si avvicina cominciando a provocare il gruppo. Da lì parte una violenta rissa, mentre in tutta la zona cominciano ad arrivare numerose pattuglie, camionette a autobus che trasportano un numero spropositato di poliziotti antisommossa.

Sei persone vengono gravemente ferite ma per fortuna non avviene nessun arresto.

Ci vanno di mezzo anche due ragazzi che erano in presidio nella stessa Av.Reforma, fuori la Procura Generale di Giustizia, per il caso di Ayotzinapa; resosi conto di quello che stava succedendo tentano di impedire il passaggio degli agenti ma vengono arrestati e liberati successivamente dopo un estorsione.

Altro particolare che riguarda il Chanti Ollin è che durante lo sgombero sparisce il documento che certificava la possessione dello spazio e, guarda un pò, pare che anche nel Tribunale dove era custodita l’altra copia ufficiale non si trovi.

I compagni e compagne del Chanti sanno che in mancanza del suddetto atto di proprietà potrebbe avvenire un nuovo attacco delle forze repressive e decidono di rimanere in presidio permanente a difendere lo spazio.

Volendo andare oltre la “guerra tra poveri” e il facile segnalamento dell’Assemblea di quartiere come orchestratrice dell’attacco, bisogna considerare l’importanza da una parte e il fastidio dall’altra della presenza di uno spazio autogestito (uno dei pochi in questa enorme città) in una delle zone più esclusive del DF, tra grattacieli, alta finanza, negozi di lusso, affitti esorbitanti e annessi e connessi.

Il vero mandante e responsabile resta ancora una volta lo Stato, nella figura di Miguel Ángel Mancera Espinosa, capo del governo di Città del Messico appartenente al PRD, la presunta faccia democratica del sistema di partiti messicano.

Questo il link alla pagina del Chanti Ollin: https://chantiollinmx.wordpress.com/

reporter.indivia.net